(Minghui.org) Da quando nel 1999, il Partito Comunista Cinese ha lanciato la persecuzione del Falun Gong, la praticante Hou Manyun, è stata arrestata 12 volte, detenuta illegalmente(*) per un totale di cinque anni e torturata, a causa della sua fede nella disciplina spirituale.

Nel giugno del 2015, la donna ha presentato una denuncia penale nei confronti dell'ex capo del Partito Comunista Cinese, Jiang Zemin, ritenendolo responsabile di quello che lei e la sua famiglia hanno sofferto.

La praticante ha affermato che negli abusi da lei subiti, “sono coinvolte oltre un centinaio di persone tra guardie e agenti, 63 dei quali, mi hanno torturata”.

Il marito della signora Hou, il signor Wang Fushun, anch'egli praticante del Falun Gong, è stato arrestato e detenuto numerose volte. I loro due figli (che al tempo del suo primo arresto avevano rispettivamente venti e cinque anni), sono rimasti senza una fissa dimora.

“Negli ultimi 16 anni, io insieme a centinaia di migliaia di praticanti del Falun Gong, siamo stati arrestati, detenuti e torturati; alcuni di noi sono stati persino uccisi per i loro organi. Spero che Jiang e i suoi sostenitori siano portati davanti alla giustizia”.

Quanto segue è un resoconto personale delle sofferenze patite dalla signora Hou, nel corso degli ultimi sedici anni.

Luglio 1999: Arrestata a Pechino per essersi appellata in favore dei suoi diritti

Dopo l'inizio della persecuzione nel luglio del 1999, mi sono recata a Pechino per appellarmi in favore del mio diritto costituzionale alla libertà di credo. Il 24 luglio, sono stata arrestata e tenuta in detenzione in una scuola media locale, dove sono stata picchiata e insultata; mi hanno costretta a stare all'aperto per tre giorni consecutivi, sotto il cocente sole estivo.

Tre giorni dopo, sono stata trasferita al centro di detenzione della contea di Laiyuan, lì mi hanno prima ammanettato le braccia dietro la schiena, poi un giovane agente mi ha colpita con un calcio da dietro e sono caduta in ginocchio; mi ha schiaffeggiata numerose volte, prendendo delle pause per chiedermi se intendevo continuare a praticare il Falun Gong. Quando ho detto sì per la terza volta, oltre una dozzina di agenti si sono uniti a lui infierendo su di me, fino a quando uno di loro mi ha colpita con una mazza di gomma ed ho perso conoscenza; due settimane dopo sono stata rilasciata.

Settembre 1999: Accusata di disturbo dell'ordine sociale

Verso le 11:00 del 10 settembre 1999, un gruppo di poliziotti ha fatto irruzione nella mia abitazione e mi ha portata alla stazione di polizia di Chengguan; l'agente Yang Jun voleva sapere chi, quella mattina, avesse fatto con me gli esercizi del Falun Gong e quando gli ho risposto che “nessuno ha il tempo di praticare durante il giorno”, mi ha colpita con un pugno al costato facendomi cadere all'indietro contro un ventilatore.

Uno dei miei clienti ha detto alla polizia che quella mattina la signora Li Yanping, una praticante locale, era nel mio negozio; nonostante avessi le ricevute e le testimonianze per dimostrare che era una cliente e che aveva pagato un acconto per il suo televisore, Yang ci ha arrestate entrambe.

L'agente donna Zhang Fang, ci ha portate al centro di detenzione e durante il tragitto ci ha continuamente offese. Siamo state ammesse alla struttura senza alcuna documentazione o mandato di arresto; due settimane dopo siamo state accusate di “disturbo dell'ordine sociale”, un'imputazione generica solitamente utilizzata nei confronti dei praticanti.

Aggressione aggravata

Due settimane dopo sono stata trasferita al centro di detenzione della contea di Laiyuan, dove sono stata trattenuta per otto mesi. La mattina seguente, la guardia Lin Jianghua mi ha fatta stare ritta in piedi vicino a un muro e mi ha presa a calci le gambe, ho provato a proteggermi l'inguine con le mani, ma il mio tentativo di difesa lo ha fatto infuriare.

Le mie mani stavano sanguinando e le cosce e la zona del basso addome erano piene di ematomi. Poichè mi riparavo con le mani le parti basse, la guardia ha usato il portachiavi per colpirmi al volto e alla testa, il sangue che defluiva dalle ferite al cranio mi colava sul viso.

Si vociferava che la moglie di Lin, lo avesse lasciato per un altro uomo e che lui sfogasse la sua rabbia torturando le detenute.

Quando mi sono rifiutata di rinunciare alla mia fede nel Falun Gong, il direttore Xu Zhenfu e la dottoressa Ma Shuanyu, mi hanno fatta stare per un mese con la faccia rivolta verso un muro.

Sono stata tenuta per 22 giorni con le mani ammanettate dietro la schiena, le manette hanno lacerato la pelle dei miei polsi rigonfi e irritato le ferite aperte; il dolore era lancinante e le mie braccia si erano intorpidite. Le cicatrici sono ancora visibili.

Durante l'inverno, altri praticanti ed io, siamo stati spesso costretti a stare in ginocchio sulla neve. La dottoressa Ma Shuanyu mi ha tirato i capelli, schiaffeggiata e presa a calci con i suoi tacchi alti e quando le si sono rotti, ha chiesto ai praticanti di essere rimborsata del danno subito. Quando poi abbiamo fatto lo sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti, siamo stati sottoposti brutalmente all'alimentazione forzata.

Dal 2000 al 2001: Detenuta illegalmente per oltre un anno

Dopo essere stata rilasciata nella primavera del 2000, mi sono recata al governo della contea per appellarmi in favore mio e della signora Li, da lì, un funzionario mi ha portata all'Ufficio 610(*) locale.

Successivamente sono stata condotta al centro di detenzione della contea, dove mi hanno trattenuta per un anno, poi nel marzo del 2001, invece di venire rilasciata, sono stata trasferita in un centro di lavaggio del cervello. Nella nuova struttura sono stata costretta a guardare i video di propaganda che diffamavano il Falun Gong e il suo fondatore, a cantare canzoni di propaganda che lodano il Partito Comunista e a fare giri di corsa nel piazzale del carcere, nel cuore della notte.

Alla fine della sessione di lavaggio del cervello, sono stata poi portata al centro di detenzione di Laiyuan, dove sono stata trattenuta per 45 giorni; sono rimasta rinchiusa in un magazzino dietro l'edificio principale con l'unica finestra presente, tappata da pannelli in legno e con le luci sempre accese.

Nel mese di marzo era ancora freddo e tremavo persino sotto le coperte. Alla mia famiglia era stato detto di portarmi del cibo ogni tanto e gli agenti, invece di lasciarmi usare il bagno, avevano messo un orinatoio portatile nella stanza.

In quel periodo è stato arrestato anche mio marito e i nostri due figli si sono ritrovati senza una fissa dimora; ho chiesto di essere rilasciata, ma il segretario locale del partito si è rifiutato, sostenendo che solo i funzionari di livello superiore avevano l'autorità per soddisfare la mia richiesta. Il 14 aprile 2001, sono riuscita a fuggire.

7 maggio 2001: Ingannata dalla polizia

Ho camminato per tutta la notte fino ad una cittadina vicina e ho preso un autobus per la città di Baoding, dove mi prendevo cura della moglie paralizzata del signor Liu. Successivamente ho deciso di andare ancora una volta a Pechino per appellarmi in favore dei miei diritti.

Quando il 7 maggio del 2001, sono arrivata a Pechino, era già buio; un passante mi ha avvertito che intorno alle 21:00 la polizia avrebbe sgomberato Piazza Tiananmen e alle 23:00 tutte le altre strade della città. In seguito avrebbero arrestato le persone che si sarebbero trovate ancora in giro.

Sono stata arrestata dagli agenti della stazione di polizia del distretto di Taoranting, lì ho chiesto di parlare con un funzionario dell'Ufficio statale delle lettere e delle telefonate, poco dopo si è presentata una persona che sosteneva di essere il funzionario, con lui ho parlato di ciò che mi tormentava e gli ho chiesto aiuto per tornare a casa.

L'uomo è stato molto accomodante, ha detto che la polizia locale agiva in maniera illegittima e che era dispiaciuto per tutti i miei problemi, mi ha dato anche il suo nominativo e il numero di telefono, che ho poi scoperto essere falsi.

Sono stata riportata sotto scorta al centro di Laiyuan, dal segretario dell'Ufficio 610 della contea Zhang Wei e dal direttore del dipartimento di polizia della contea; sono stata interrogata e gli agenti mi hanno detto ridendo: “Ma sarai poco stupida? Non ti rendi conto che sei stata ingannata?”

Dal 2001 al 2002: Alimentata con la forza nel campo di lavoro

Nel maggio del 2001, sono stata portata nel campo di lavoro forzato di Baoding, all'interno del quale sono stata torturata. Nell'aprile del 2002, ho fatto lo sciopero della fame in segno di protesta per la mia detenzione, in quel periodo cinque guardie mi hanno afferrata e mentre mi tenevano ferma, il dottor Du del campo di lavoro, mi ha ammanettata per le mani e i piedi ad una sedia.

Mi ha afferrata per i capelli e mi ha colpita al volto con un paio di pinze, poi mi ha aperto la bocca facendo leva e pugnalato ripetutamente la gola con un coltello, gridando: “Tu non vuoi mangiare? Non vuoi mangiare? Allora mi assicurerò che non mangerai”.

Il medico e le guardie mi hanno torturata fino a quando ho perso conoscenza, dopodiché mi hanno rianimata e mi hanno alimentata con la forza, fino a quando sono nuovamente svenuta; il dolore che provavo era inimmaginabile. Questo procedimento è stato ripetuto almeno sette volte. Il dottor Du, mi ha poi minacciata di continuare l'alimentazione forzata anche il giorno successivo; da allora ho sofferto di respiro affannoso, battito cardiaco irregolare e dolore al torace.

Dal 2002 al 2003: Perdita di memoria

Quando nell'autunno del 2002, ho detto al capo della divisione (Yan Qingfen), che al campo di lavoro forzato si stavano producendo prodotti contraffatti, sono stata picchiata da alcuni detenuti e mi sono stati tirati i capelli fino a strapparmi alcune ciocche.

Il giorno dopo ero ancora stordita e avevo un forte mal di testa; la mia vista era peggiorata rapidamente e la mia pressione sanguigna si era alzata. I medici dell'Ospedale N. 2512 di Baoding, hanno detto: che la vena che porta il sangue al mio cervello era ostruita da una vertebra cervicale e che se non veniva curata, in meno di sei mesi il mio cervelletto si sarebbe contratto e sarei diventata mentalmente disabile. La guardia Chen Yajuan, mi ha minacciata di non riferire il referto alla direzione del campo.

Nei successivi otto mesi, le miei condizioni di salute erano gravemente peggiorate. Al momento del mio rilascio nel maggio del 2003, ero incapace di camminare di lato e soffrivo di perdita della memoria.

Luglio 2007: Gli agenti hanno confiscato la mia attrezzatura di lavoro

Nel luglio del 2007, sono stata arrestata dall'agente Zhang Fan ed altri e portata al dipartimento di polizia della contea di Laiyuan, dove sono stata trattenuta per 11 ore.

Il negozio di riparazioni di elettrodomestici, che ho gestito per 27 anni, è stato saccheggiato. La polizia ha confiscato: due furgoni pieni di attrezzature, macchinari, piccoli elettrodomestici, componenti elettronici e strumenti per un valore complessivo di 40 mila yuan (5.400 euro circa)(*).

Durante l'interrogatorio, l'agente Wei Jinkui ha affermato che avevo scaricato da internet del materiale del Falun Gong; a questa accusa gli ho risposto che ero completamente impedita nell'uso del computer, tuttavia lui mi ha schiaffeggiata e colpita alla testa con una bottiglia di acqua ghiacciata. Alcuni agenti di polizia mi hanno inoltre minacciata, ma alle 06:00, sono poi riuscita a fuggire.

Settembre 2007: Arrestata una non-praticante

Intorno alle 22:00 del 5 settembre 2007, mi trovavo a casa di un amica nella città di Zhuozhou, quando un gruppo di agenti in borghese ha fatto irruzione nell'abitazione, l'hanno saccheggiata ed hanno confiscato numerosi oggetti personali, tra cui: il mio computer portatile, il mio telefono cellulare, il mio lettore MP3 e 2.000 yuan in contanti (270 euro circa). Altri due praticanti ed io siamo stati portati alla stazione di polizia locale e poi al carcere di Zhuozhou.

Un'amica di mia nipote è stata arrestata nonostante la polizia sapesse che non praticava il Falun Gong, gli agenti le hanno tirato i capelli e l'hanno colpita. È stata poi condannata ad un anno di lavori forzati da scontare presso il campo di Shijiazhuang.

Il pubblico ministero controllato dal Partito

L'8 settembre 2007, gli agenti: Wei Jinkui, Zhang Fang ed altri, mi hanno scortata fino alla mia città natale; ero a piedi nudi e incatenata con pesanti catene e quando i passanti hanno chiesto chi fossi, l'agente Zhang ha affermato che ero un'assassina.

Alla stazione di polizia, gli agenti hanno messo in carica i loro manganelli elettrici ed hanno aggiunto un'altra catena ai miei piedi. L’agente Wei mi ha detto: “Rispondi alle domande e non sarai picchiata, perché sei scappata?” ed io ho risposto: “Avevo paura che mi avreste percossa a morte ed io non voglio morire”.

L'agente Zhang mi ha poi chiesto: “Dove sono le manette?” Le ho risposto che le avevo buttate nella spazzatura, allora le guardie hanno detto che dovevo pagare 5.000 yuan (675 euro circa) a titolo di risarcimento. La polizia ha inoltre falsificato il rapporto dell'interrogatorio.

Il pubblico ministero ha detto: “Lei è stata incarcerata tre volte e sottoposta al lavoro forzato una volta. Le abbiamo inflitto la detenzione solo due volte, quindi forse sarà condannata ad una pena più lieve”. Io gli ho domandato: “Ma lei è un procuratore del popolo o del Partito?”

Lui ha fatto una pausa e ha risposto: “Del popolo, ma sotto la direzione del Partito”.

Tre mesi dopo, il mio caso è stato rimandato al dipartimento di polizia locale per insufficienza di prove. Non mi è stato restituito alcuno dei miei effetti personali che mi erano stati confiscati. Tuttora la mia famiglia ed io siamo spesso molestati dall'agente Wei.

(*) GLOSSARIO

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