(Minghui.org) Il primo giugno 2015 la signora Li Jumei ha presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista cinese che nel luglio 1999 ha iniziato la persecuzione del Falun Gong. Nella denuncia ha documentato la tragica morte del marito avvenuta mentre era sotto custodia della polizia. Il suo decesso si è verificato solo due mesi dopo essere stato arrestato per aver tentato di soccorrere un'altra detenuta praticante del Falun Gong.

Dopo quattro mesi dalla presentazione della querela, il 23 ottobre 2015, la signora Li è stata arrestata. L’accusa delle autorità è stata molto generica, “minare l'applicazione della legge”, un'imputazione spesso usata contro i praticanti del Falun Gong. Nelle date del 17 novembre, del 10 dicembre 2015 e del 27 maggio 2016 il tribunale della contea di Jiahe ha tenuto tre udienze contro la praticante.

La condanna per la donna è stata di sette anni di carcere ed attualmente si trova nel centro di detenzione n.1 della città di Chenzhou. Successivamente alla sentenza aveva fatto appello alla Corte Intermedia del Popolo della stessa città.

Durante l'udienza la signora ha raccontato di aver subito gravi torture nel centro di detenzione e di aver perso conoscenza per due volte, tuttavia le autorità hanno rifiutato di rilasciarla per motivi di salute.

Persecuzione ripetuta

La donna era un'insegnante di scuola elementare e nel momento in cui si è rifiutata di rinunciare alla sua fede, la scuola le ha trattenuto lo stipendio per nove anni, privandola anche delle prestazioni pensionistiche. È stata detenuta in un centro di detenzione per cinque volte oltre che in un centro di lavaggio del cervello per due volte. È stata condannata per due volte ai lavori forzati e le autorità hanno estorto a lei e alla sua famiglia migliaia di yuan (*).

Tortura

Nel 2007 durante la sua permanenza di un anno e mezzo nel campo di lavoro forzato, le guardie l'hanno rinchiusa nel bagno per oltre tre mesi e mezzo. È stata costretta a rimanere dritta in piedi per notti intere e privata del sonno. I detenuti che la monitoravano la picchiavano ogni volta che chiudeva gli occhi. È divenuta emaciata con gambe e piedi gonfi. Quando è stata rilasciata dopo oltre un anno di torture subite nel campo di lavoro, i suoi familiari non riuscivano nemmeno a riconoscerla.

Il 6 agosto 2009 lei e suo marito Guo Huisheng sono stati arrestati mentre prestavano soccorso alla praticante Xiao Silan.

I membri della famiglia addolorati per la perdita

La praticante ha raccontato nella sua denuncia: “Alla stazione di polizia ho visto quattro uomini grossi e robusti trasportare un uomo ricoperto di sangue e quando ho compreso che quell'uomo era mio marito ero così scioccata che sono immediatamente svenuta”.

Ha continuato: “Il mattino successivo la polizia ci ha portati al centro di detenzione. Meno di due mesi dopo mio marito è morto. I miei suoceri ottantenni erano devastati e le mie due figlie avevano perso per sempre il loro padre. Quando ero nel centro di detenzione non riuscivo a smettere di piangere. Il mio cuore era a pezzi”.

A causa della brutale tortura mentale e fisica subita nel centro di detenzione, la donna è crollata a terra accusando un intenso sanguinamento uterino ed è stata portata in un ospedale. Il centro di detenzione le ha concesso il rilascio per motivi di salute. Tuttavia subito dopo essere ritornata a casa è stata continuamente monitorata dalla polizia.

Ha poi raccontato: “La mia famiglia è stata distrutta e perseguitata perchè crediamo nei principi del Falun Gong di Verità, Compassione e Tolleranza. A causa di tutte le estorsioni finanziarie e del taglio al nostro reddito, la mia vita, quella dei miei genitori, dei miei suoceri, così come quella dei miei figli è stata semplicemente infelice”.

Antefatto

Nel 1999, Jiang Zemin, capo del Partito Comunista Cinese, scavalcando gli altri membri del comitato permanente del Politburo, ha lanciato una violenta repressione contro il Falun Gong.

Negli ultimi 16 anni, la persecuzione ha causato la morte di molti praticanti di questa disciplina. Gli agenti dell’ufficio 610, hanno inflitto su larga scala minacce, pestaggi, incarcerazioni illegali e torture ai praticanti del Falun Gong. La maggior parte di loro, sono stati torturati per la loro fede e persino uccisi per i loro organi. Jiang Zemin è direttamente responsabile per l'avvio e la continuazione di questa brutale persecuzione.

Nel 10 giugno 1999, sotto la direzione personale dell’ex leader Jiang, il Partito Comunista Cinese, ha istituito un organo di sicurezza extralegale, chiamato Ufficio 610 (*). Questo ufficio è stato istituito per danneggiare la reputazione dei praticanti del Falun Gong, tagliare le loro risorse finanziarie e distruggerli fisicamente. Ha la precedenza sulle forze di polizia e sul sistema giudiziario e risponde direttamente alle direttive di Jiang Zemin.

La legge cinese permette ai cittadini, di ricorrere alle cause penali e molti praticanti, stanno ora esercitando tale diritto, presentando denunce penali contro l'ex dittatore.

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Informazioni sui contatti dei responsabili della persecuzione della signora Li:

Huang Jianlong (黄建龙), giudice che presiede il tribunale della contea di Jiahe: +86-13808448373
Li Xuelian (李雪莲), giudice incaricato del caso della signora Li della Corte Intermedia di Chenzhou: +86-735-2178757
Li Dexiao (李德笑), segretario politico del Comitato per gli Affari politici e legali della contea di Jiahe: +86-1587351936, +86-735-6633796 (ufficio)
Ling Hengchen (凌衡郴), capo dell'Ufficio 610: +86-735-2871092, +86-735-2368629, +86-13875506633
Ufficio 610 di Chenzhou: +86-735-2871439

(*) GLOSSARIO

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