(Minghui.org) Il signor Tian Kaishan, un residente della contea di Yi, è stato recentemente accusato di "usare un culto per minare le forze dell'ordine", un pretesto comunemente utilizzato dal regime comunista nel tentativo d'incastrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong.

L'avvocato del praticante ha sostenuto che nessuna legge in Cina penalizza il Falun Gong, che il suo cliente non doveva essere perseguito e poteva esercitare il suo diritto costituzionale alla libertà di credo. Anche la famiglia del signor Tian ha testimoniato in sua difesa.

Tian e il suo avvocato hanno chiesto l'assoluzione, ma il giudice Sun Chunmei ha interrotto la sessione senza emettere un verdetto.

Arrestato, rilasciato su cauzione e nuovamente arrestato

Tian è stato arrestato inizialmente il 5 ottobre 2016 per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong, disciplina spirituale basata sui principi di Verità, Compassione, Tolleranza.

Dopo aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione illegale è stato rilasciato su cauzione due settimane più tardi, dopo essere diventato estremamente debole.

A sua insaputa è stato subito inserito nella lista dei ricercati dalla polizia.

Il praticante si è recato in banca il 10 febbraio 2017 ed è stato segnalato alla polizia che si è precipitata poco dopo che l’uomo aveva lasciato il luogo. Per farlo tornarela polizia e la banca hanno organizzato una telefonata, informandolo che c’erano ancora delle pratiche da sbrigare. È stato arrestato al suo ritorno.

Tian è stato processato il 4 maggio 2017. Il suo avvocato, il signor Ma Wei, lo ha dichiarato non colpevole.

Citando il signor Ma: "È una cosa virtuosa cercare giustizia per i praticanti del Falun Gong poiché non hanno violato nessuna legge".