(Minghui.org) Il cinquantaquattrenne Jian Rongxin del Guangdong, è stato condannato a cinque anni di prigione per aver praticato il Falun gong e per aver informato le persone riguardo alla persecuzione di questa disciplina spirituale.

Il Falun Gong, anche conosciuto come Falun Dafa, è una pratica di coltivazione per mente e corpo che viene perseguitata dal regime comunista dal 1999.

Il primo dicembre 2017 l'uomo ha ricevuto il verdetto della sua sentenza che è arrivato addirittura dieci mesi dopo la fine del processo svoltosi presso il Tribunale distrettuale di Shenzhen.

Due anni in un centro di detenzione intensivo per il lavaggio del cervello, nonostante le condizioni critiche prima della sentenza

Il verdetto è giunto quasi due anni dopo l’arresto di Jiang, avvenuto il 24 settembre 2016 insieme a due dozzine di praticanti del Falun Gong di tutta la provincia, perché sospettati di mandare messaggi di testo per informare la gente riguardo persecuzione della Falun Dafa.

Jian è stato prima imprigionato presso il centro di detenzione di Huidong e poi trasferito in quello di Jiuwei.

Durante la reclusione ha sofferto di un attacco di cuore e ipertensione e sebbene sia stato tenuto sotto controllo medico, il 10 ottobre ha avuto un altro attacco cardiaco e versava in condizioni critiche. Tuttavia, anche se la sua famiglia e il suo avvocato hanno ripetutamente richiesto il rilascio per problemi di salute, le autorità lo hanno invece trasferito nel centro di detenzione n.1 di Shenzhen, dove sono rinchiusi i peggiori criminali.

In quella struttura, nonostante le sue gravi condizioni Jian è stato sottoposto giornalmente ad un intensivo lavaggio del cervello. È stato inoltre riferito che le guardie avrebbero ricevuto un bonus di 70.000 yuan (circa 8.750 euro) se fossero riuscite a farlo rinunciare al Falun Gong.

Le autorità hanno proibito qualsiasi tipo di visita, persino al suo avvocato che ha cercato per cinque volte di incontrarlo, non è mai stato concesso il permesso.

La famiglia di Jiang ha così provato ad assumere un altro legale che il 12 giugno 2017 si è recato a far visita al suo cliente al centro di detenzione, dove gli è stato richiesto di procurarsi un certificato presso l'Ufficio di Giustizia della città. L'avvocato è finalmente riuscito ad ottenere il documento e dieci giorno dopo, ad incontrare Jian. Quando poi l'avvocato ha lasciato il centro di detenzione è stato seguito da agenti in borghese.

Processo

Il 1° dicembre 2017 dopo più di quattordici mesi di detenzione, Jian è stato processato presso la Corte di Baoan, dove ad un membro della famiglia è stata acconsentita la presenza in aula.

Secondo quanto riportato dalla sua famiglia, l’uomo è apparso debole, emaciato e pallido.

Prima dell'udienza la polizia lo l'ha costretto a licenziare il suo avvocato e accettarne uno appuntato dal governo, che lo ha dichiarato "colpevole".

Il Pubblico Ministero gli ha domandato del suo coinvolgimento nel aver installato un dispositivo per mandare dei messaggi, invece di dire chiaramente “si o no” Jian ha risposto alla maggior parte delle domande con “non mi ricordo” o “probabilmente”.

La sua famiglia sospetta che la polizia, durante il periodo di detenzione lo abbia forzato ad ammettere di essere colpevole e fornire informazioni riguardo ad altri praticanti.

Infine il Giudice ha aggiornato il processo senza annunciare il verdetto.

Jian lavorava presso l’ufficio postale di Shenzhen, e durante i diciannove anni di persecuzione del Falun Gong, è stato soggetto a numerosi arresti, detenzioni e lavori forzati.