(Minghui.org) Nell'aprile 2014 Ming Shaolin, di Nanchong, è stato arrestato e poi condannato a quattro anni di carcere per aver distribuito informazioni sul Falun Gong - una pratica di coltivazione spirituale che viene perseguitata in Cina dal 1999. - .

Mentre era rinchiuso nella prigione di Jiazhou, il cinquantenne è stato brutalmente torturato in svariati modi, picchiato ferocemente, ustionato con i manganelli elettrici, esposto al gas lacrimogeno, alimentato con la forza attraverso le narici, spruzzato lo spray urticante negli occhi e somministrato farmaci sconosciuti. Come risultato è diventato quasi invalido, i suoi capelli sono diventati grigi, i suoi denti si sono allentati e ha quasi perso la vista.

Ming è stato rilasciato il 18 aprile 2018. Quanto segue, è il racconto personale del calvario da lui vissuto.

La brutalità della polizia dopo l'arresto

Il 17 aprile 2014 la Polizia di Longpan mi ha arrestato mentre stavo distribuendo del materiale informativo sul Falun Gong, e mentre mi portavano con la volante alla loro centrale, mi hanno iniziato a picchiare. Appena siamo arrivati, poiché mi sono rifiutato di dare a un poliziotto il mio nome e indirizzo e informazioni su altri praticanti, sono stato schiaffeggiato e preso a calci nello stomaco. Mi ha poi percosso la pianta del piede sinistro con un manganello di plastica, calpestato la caviglia, e continuato a colpirmi sulla testa e sulla schiena per un'ora.

Un altro agente mi ha detto che se avessi pagato una multa avrei potuto andarmene, ma ho rifiutato. Alle due del mattino è poi arrivato un vice capo che mi ha ammanettato a una sedia di metallo, poi ha tirato fuori una grande scatola piena di opuscoli del Falun Gong e mi ci ha fotografato accanto, come se mi appartenessero. Le foto servivano come prova in tribunale per dimostrare che praticavo il Falun Gong.

Il mattino dopo due agenti dell'Ufficio 610 locale mi hanno interrogato alla stazione di polizia e chiesto di firmare una deposizione, ma ho rifiutato. Più tardi mi hanno trasferito all'Ufficio di pubblica sicurezza di Jialing, dove ho continuato a rifiutarmi di dare loro il mio nome. Quel pomeriggio sono infine stato trasferito nel centro di detenzione della città.

Tortura nel centro di detenzione

Nella struttura non ho voluto indossare l'uniforme da detenuto, perciò una guardia di nome Yang ha prima ordinato a quattro reclusi di immobilizzarmi pancia a terra e poi mi ha picchiato sulla schiena con un pesante manganello di plastica.

In segno di protesta ho iniziato uno sciopero della fame e così hanno deciso di alimentarmi con la forza inserendomi un tubo di gomma in una narice giù fino allo stomaco. La procedura, mediante la quale mi hanno somministrato del latte e altre sostanze sconosciute, è stata eseguita da personale non medico e in modo decisamente violento, e gni volta era tremendamente doloroso e mi risalivano dallo stomaco e dal naso i fluidi corporei. Più tardi mi hanno tolto le manette e messo una camicia di forza, e per giorni, fino a quando non hanno scoperto la mia identità, hanno lasciato di proposito il tubo dell'alimentazione inserito dentro di me.

Nei dieci mesi di detenzione non mi è mai stato dato da mangiare a sufficienza. Le autorità sono venute ripetutamente a parlare con me per convincermi a rinunciare al Falun Gong e rivelare l'identità di altri praticanti in cambio di una riduzione di pena, ma ho sempre rifiutato; infine è arrivato il giorno del processo.

Processo illegale

L'8 ottobre 2014, a seguito di un processo farsa sono stato condannato a quattro anni di prigione. Durante l'udienza una donna sconosciuta che non era un funzionario della corte, è entrata nell'aula e ha minacciato il mio avvocato. In seguito sono ricorso in appello, ma il tribunale intermedio ha confermato la sentenza originale.

Torture mentali e fisiche in prigione

La mattina del 4 febbraio 2015 sono stato trasferito nella prigione di Jiazhou a Leshan.

1. Privazione del sonno, scosse elettriche, gas lacrimogeno e spray urticante

In un primo momento, altri nuovi prigionieri ed io siamo stati messi nel 9° reparto, dove le guardie ci hanno confiscato i vestiti caldi, la biancheria da letto, e hanno assegnato a ciascun praticante del Falun Gong almeno due prigionieri per controllarlo strettamente. Ci è stato ordinato di memorizzare le regole del carcere e varie frasi che diffamavano il Falun Gong. Coloro tra noi che si sono rifiutati di farlo, sono stati insultati verbalmente e maltrattati fisicamente.

Poiché non ho collaborato con le guardie, un giorno, mentre stavo mangiando, due di loro mi hanno ustionato con i manganelli elettrici, esposto al gas lacrimogeno e spruzzato in faccia lo spray urticante. Nonostante il mio naso gocciolasse copiosamente, i miei occhi lacrimassero incessantemente a causa del dolore lancinante e non riuscissi a smettere di vomitare, mi hanno sottoposto alle scariche elettriche per due ore di fila.

Questa tortura mi ha estremamente indebolito e da allora ho sofferto di seri problemi di costipazione e mi sono venute le emorroidi, che sono guarite solo dopo qualche anno.

2. Congelamento e alimentazione forzata

Il giorno dopo le guardie mi hanno spogliato, lasciandomi con solo addosso la biancheria intima, e da quel momento per tutto l'inverno sono dovuto stare ogni giorno seduto per ore sul cemento ghiacciato.

La mattina dell'11 febbraio 2015 ho iniziato uno sciopero della fame e tre giorni dopo le guardie mi hanno alimentato con la forza. Una donna mi ha infilato un tubo di gomma in una narice e l'ha spinto giù fino nello stomaco, poi una volta finito l'ha tirato fuori con violenza, lacerandomi lo strato di pelle più esterno della mia narice, nei giorni successivi mi sono usciti continuamente dal naso coaguli di sangue. Quando venivo portato fuori per essere sottoposto all'alimentazione forzata una persona che mi guardava ventiquattr'ore su ventiquattro mi dava spesso delle violenti gomitate. Inoltre le autorità carcerarie mi minacciavano continuamente di morte.

Con lo sciopero della fame e solo dei vestiti leggeri addosso, la mia salute è peggiorata nel giro di una settimana e sono stato portato in ospedale, dove mi hanno ammanettato a un letto. In seguito, a causa della debolezza sono svenuto, ma ho comunque rifiutato di mangiare.

3. Capelli strappati e negato l'uso del bagno

A febbraio 2015 il trattamento nei miei confronti è persino peggiorato. Tutti i giorni mi hanno costretto a stare sempre in piedi, concedendomi solo venti secondi per il pasto. I prigionieri e i secondini mi hanno strappato via i capelli, le sopracciglia, la barba e i peli pubici. Inoltre fino a mezzanotte mi schiaffeggiavano, mi colpivano agli occhi, mi pizzicavano, mi percuotevano e mi calpestavano le caviglie.

Dovevo svegliarmi prima delle cinque del mattino solo per stare davanti al gabinetto, e quando una mattina mi sono rifiutato, il capo della cella mi ha sbattuto la testa contro il muro. Tre settimane dopo non mi è stato permesso di usare il bagno dalle sei di mattina alle otto di sera, dovendo di proposito smettere di bere.

Una notte, mentre stavo raccontando alla gente della persecuzione del Falun Gong, il prigioniero istigato a controllarmi mi ha dato un pugno talmente forte da lacerarmi e farmi sanguinare copiosamente la guancia; mi è sembrato come se mi avesse sfondato il cranio e lussato la mascella. Nonostante per molto tempo ha continuato a farmi male la testa, sono stato lo stesso costretto a correre in cerchio nel piazzale e quando a volte cadevo, i prigionieri mi trascinavano sul terreno.

4. Deterioramento della salute

A causa dei maltrattamenti mi sono ammalato di diabete; la mia salute è peggiorata e in seguito mi è stato diagnosticato un infarto. Mentre ero ricoverato in ospedale, mi hanno fatto dormire sul pavimento e questo sommato al dolore al petto, non mi permetteva di riposare normalmente.

Col persistere della tortura, le malattie si sono aggravate. Mi faceva male la testa, faticavo a respirare, avevo le membra intorpidite, riuscivo a malapena a vederci e i miei denti si erano allentati al punto che non riuscivo a masticare. Alla fine ho perso un dente e il mio viso era tutto rigonfio. Ero perennemente stanco perché il dolore al petto m'impediva di riposare in modo adeguato.

Ero ancora stitico e avevo sempre le emorroidi che hanno sanguinato per trentadue dei trentotto mesi in cui sono stato imprigionato. I miei capelli sono diventati grigi e in gran parte caduti. La pelle del mio petto e della schiena è andata in suppurazione prudendo terribilmente.

5. Somministrazione in segreto di un farmaco

Dopo essere stato ricoverato in ospedale per le mie condizioni cardiache, le autorità hanno inserito di nascosto delle droghe sconosciute nel mio cibo per peggiorare le mie condizioni. Il dolore al petto è diventato così terribile che non riuscivo a raddrizzare la schiena.

Nell'agosto 2017 sono stato messo in un reparto gestito rigidamente, e dopo aver mangiato il cibo che mi avevano dato ho avuto crampi allo stomaco. Quando poi il giorno dopo ho pranzato nel laboratorio del carcere, i crampi allo stomaco si sono persino aggravati. Il prigioniero che mi sorvegliava si è improvvisamente mostrato preoccupato e mi ha suggerito di farmi vedere da un dottore. Mi sono reso conto che stavano cercando di farmi ricoverare in ospedale in modo da potermi somministrare ancora più facilmente delle droghe.

6. I maltrattamenti fisici continuano

Le guardie sapevano che avevo difficoltà a respirare e perciò quando dovevo lavorare nel laboratorio, mi collocavano appositamente vicino all'area fumatori, essendo perciò costantemente immerso nel fumo. In seguito mi hanno trasferito nel reparto delle pulizie, dove venivano utilizzati solventi dall'odore pungente che mi procuravano mal di testa per tutto il giorno.

In un'altra circostanza in cui sono andato a lavoro, il secondino mi ha appositamente messo accanto alla stanza delle saldature, dove l'aria era pesante a causa dei gas di scarico dei macchinari e dell'odore nauseante. Ho sofferto di mal di testa, dolori al petto e allo stomaco e respiravo con difficoltà, e nonostante poi abbia vomitato, hanno continuato a costringermi a lavorare.

Le autorità hanno messo la mia vita in pericolo molte altre volte. Spesso, con il pretesto che potevo aver subito una lesione cerebrale mi portavano a fare un controllo neurologico in ospedale, dove per farmi le radiografie alla testa utilizzavano il macchinario solitamente usato per il torace. Quando tutti dovevano fare le analisi del sangue, a me prelevavano sempre il doppio della quantità necessaria.

7. Lavoro da schiavo

Ad agosto 2017 sono stato trasferito in un altro reparto, dove le guardie adottavano misure estreme, ero isolato e costantemente preso di mira.

Un prigioniero che mi monitorava, mi ha impedito di fare gli esercizi del Falun Gong per mantenermi in salute, e dopo aver lavorato tutto il giorno, mentre cercavo di addormentarmi mi urlava nelle orecchie, al punto che non potevo riposare. Una delle guardie del reparto l'ha persino incoraggiato e gli ha concesso una riduzione della condanna.

I prigionieri erano le macchine per far fare soldi alle guardie. Abbiamo dovuto lavorare a lungo senza paga per fabbricare prodotti economici, e come se non bastasse i secondini potevanopunirci a volontà senza conseguenze.

Il 18 aprile 2018 sono finalmente stato rilasciato e quattro guardie mi hanno riportato a casa. Hanno avvertito la mia famiglia e i vicini di chiamare la polizia nel caso avessero individuato dei praticanti del Falun Gong e detto loro che se lo avessero fatto sarebbero stati ricompensati. In seguito mi hanno spesso molestato anche a casa.

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