(Minghui.org) Sin dalla sua ammissione al carcere, più di sei mesi fa, una praticante condannata per la sua fede è stata vittima di abusi e privata delle visite famigliari.

Il 28 febbraio 2017 la signora Liu Yu'e, residente a Shenzhen, è stata arrestata mentre parlava alla gente del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese. Nel luglio del 2017 la donna è stata portata nella prigione femminile della provincia di Guangzhou, dopo essere stata segretamente condannata a quattro anni di carcere.

Per aver rifiutato di compilare un modulo di “profilo criminale”, la donna è stata torturata frequentemente. Nei suoi primi giorni in carcere, le guardie l'hanno costretta a pulire da sola una mensa da 700 posti durante il giorno e a rimanere in piedi tutta la notte.

Le detenute erano state istruite a dire di fronte alla telecamera di sorveglianza nelle loro celle: “Sono una criminale di questo o quel tipo e chiedo di usare il bagno”. Quando la signora Liu si è rifiutata di definirsi una criminale, non le è stato permesso di usare il bagno. A causa di ciò ha deciso di bere meno acqua possibile.

Una volta è stata costretta a bere dell'acqua durante un esame medico obbligatorio. Quando è ritornata nella sua cella ha avuto la necessità di usare il bagno, ma le detenute addette alla sorveglianza non glielo hanno permesso.

Liu non aveva il permesso di fare la doccia e nemmeno di contattare la sua famiglia.

I praticanti locali del Falun Gong di Shenzhen vorrebbero ricordare alla famiglia della signora Liu di provare ancora a farle visita in carcere, che rimane aperto ogni giovedì. Anche i famigliari che vengono allontanati possono presentare un reclamo contro il carcere alla relativa agenzia di supervisione.

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