(Minghui.org) Nel dicembre 2017 Yuan Xiuying, incarcerata per la pratica del Falun Gong (disciplina spirituale perseguitata in Cina dal 1999), ha dovuto farsi accompagnare dalla sua compagna di cella per incontrarsi col suo avvocato perchè nel centro di detenzione le guardie le hanno spezzato la schiena mentre era incatenata.

Per nove giorni le sue mani sono state ammanettate e incatenate a ceppi posti alle caviglie. La frattura alla schiena l’ha resa incapace di dormire sdraiata e di alzarsi dal letto senza aiuto. Tuttora ha una protrusione che le causa un costante dolore.

La donna ha detto al suo avvocato di aver sofferto di diarrea per oltre un mese a causa degli abusi che è stata costretta a sopportare.

In seguito ha sporto denuncia e intentato una causa.

Persecuzione ingiustificata

Yuan, 50 anni, ha iniziato a praticare nel settembre 1996 e dopo l'inizio della persecuzione nel 1999 è stata licenziata dal suo lavoro presso un ufficio pubblico. Nel corso degli anni le autorità l'hanno detenuta due volte e hanno perquisito la sua casa in tre circostanze. Il suo ultimo arresto è avvenuto il 18 giugno 2017, quando è stata prelevata da casa.

Siccome nel centro di detenzione n.1 di Lanzhou praticava gli esercizi del Falun Gong per restare in salute, un capo delle guardie ha istigato altre detenute a picchiarla e insultarla; inoltre, spesso non gli era permesso l’uso del bagno. Questa situazione è durata per cinque mesi.

Poiché ha rifiutato di indossare l'uniforme carceraria, affermando che seguire risolutamente il proprio credo non era un crimine, il capitano Li Li ha ordinato a un uomo di un'altra brigata, Ding Runping, di metterle le manette e i ceppi, e poi di incatenarli insieme. Quando Ding l’ha bloccata a terra, la donna ha sentito uno schiocco alla spina dorsale, ma nonostante l'abbia prontamente detto alla guardia, è stata ignorata.

Da allora ha avuto una protrusione dolorosa sulla colonna vertebrale. Non ha potuto sedersi, aveva grosse difficoltà a sdraiarsi e bisogno di aiuto quando non era a letto. Poiché le sue manette erano fissate alle catene, ha dovuto rimanere piegata per ventiquattro ore al giorno nonostante tutti i suoi problemi.

Quando ha avuto bisogno di usare il bagno o era il momento di andare a letto, qualcuno doveva accompagnarla. Era costretta a bere l'acqua da una cannuccia e faceva fatica a portarsi del cibo alla bocca. Il 7 dicembre 2017, nove giorni dopo, le sono state tolte le catene e le manette e da allora la sua schiena le ha fatto male costantemente.

Il 19 gennaio 2018 il padre e il marito di Yuan sono andati al centro di detenzione per lamentarsi della tortura. Il direttore Jin Aixing ha detto loro che sarebbe stata condotta un'indagine, ma quando successivamente li ha richiamati, ha affermato che dopo averle fatto un controllo in ospedale, la donna era risultata in salute.

La famiglia non ci ha creduto e il 14 febbraio ha chiesto al vicedirettore Wu Jingdong il rapporto medico, dal quale è risultato che le radiografie avevano rilevato una frattura dell'undicesima vertebra toracica.

Allora Wu ha promesso loro che le autorità avrebbero riesaminato la praticante in un ospedale migliore. Quando poi la famiglia ha chiesto di parlare al telefono con lei, in conformità con le regole del centro di detenzione, il capo ha riattaccato e da quel momento la famiglia è stata lasciata senza informazioni.

Le guardie del centro di detenzione hanno poi affermato che la donna stava fisicamente bene.

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