(Minghui.org) Nel tentativo di costringere la signora Gao Suzhen a rinunciare alla sua fede spirituale nel Falun Gong, le guardie della prigione l'hanno costretta ad assistere all’abuso sessuale di un'altra praticante, causandole un crollo mentale.

La sua salute è rapidamente peggiorata dopo aver firmato una dichiarazione di rinuncia alla sua fede. Nonostante l'intervento medico, la donna è morta il 5 marzo 2018 all'età di 64 anni.

Arresto e condanna

Nel 2012 Gao è stata arrestata e condannata a quattro anni e mezzo di carcere per aver aderito ad una petizione creata per salvare un altro praticante, il signor Li Lankui.

Li è stato arrestato durante una "pulizia" della città per la visita dell'allora governatore dello stato dell’Iowa, Terry Branstad. L'arresto e la petizione per il rilascio di Li avevano generato grande attenzione da parte dei media che avevano riportato la notizia a livello internazionale, causando ulteriori ritorsioni da parte delle autorità.

Nell'agosto 2012 sedici praticanti e i membri delle loro famiglie, tra cui Gao, suo marito e il signor Zhang Tianqi che aveva creato la petizione, sono stati arrestati.

Gao è stata interrogata e torturata dalla polizia, e dopo essere stata detenuta per 12 mesi, nel 2013 è stata condannata ad ulteriori quattro anni e mezzo di prigione dalla corte di Zhengding e inviata nel 2014 alla prigione femminile di Hebei.

Torturata in prigione

Gao ha documentato come, durante la detenzione, fosse stata torturata. Per costringerla a rinunciare alla pratica del Falun Gong, le guardie l'hanno rinchiusa in una piccola stanza senza telecamere di sorveglianza, le hanno afferrato i capelli e sbattuto la testa contro il muro. Hanno istigato i detenuti ad abusare verbalmente di lei, a schiaffeggiarla e picchiarla; hanno scritto messaggi umilianti sul suo corpo e perforato le sue mani con le penne, procurandole diverse cicatrici.

Un anno dopo Gao è stata trasferita in un altro reparto della prigione, dove le guardie non la lasciavano dormire: le mettevano uno sgabello di plastica sulle gambe e poi si sedevano sopra.

Nel 2016, in una campagna per aumentare il "tasso di trasformazione" delle praticanti in prigione, il capo reparto ha costretto Gao ad assistere alle torture di alcune praticanti. In un'occasione hanno legato una praticante ad una sedia, le hanno tappato la bocca con del nastro adesivo, hanno attaccato dei fili ai suoi capezzoli e, usando un morsetto, hanno torto i fili fino a farle sanguinare il seno.

Nel timore di essere sottoposta alla stessa tortura, la praticante ha firmato una dichiarazione di rinuncia alla sua fede. Poco dopo la donna è crollata mentalmente, ha perso la vista ed è diventata incontinente.

Gao ha trascorso la maggior parte del suo ultimo anno di reclusione nell'ospedale del carcere; la sua vista è peggiorata dopo che il personale dell'ospedale le ha somministrato delle droghe sconosciute; durante la sua degenza in quell'ospedale ha sviluppato ipertensione e glicemia alta. Le sue condizioni erano gravi: il suo fegato, i reni e il cuore avevano iniziato a dare segni di cedimento.

Anche se l'ospedale aveva segnalato tre volte le sue condizioni critiche, le autorità della prigione l’hanno rilasciata soltanto al termine della sua condanna. Tuttavia dopo il rilascio la polizia e gli agenti dell'Ufficio 610 locale hanno continuato a molestarla presso la sua abitazione.

Nonostante i grandi sforzi della sua famiglia, la donna è morta a causa del collasso di molti organi.

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