(Minghui.org) Nel 2006 He Fengbo, ex dipendente dello stabilimento n.1 per l'estrazione petrolifera nella Città di Songyuan, è stata sottoposta al metodo di tortura chiamato “letto di stiramento” nel carcere femminile di Heizuizi, a Changchun. Da allora ha sofferto di depressione cronica e vive terrorizzata dalle continue minacce da parte delle autorità.


La donna aveva iniziato a praticare il Falun Gong nel giugno del 1998 e da allora ha riscontrato un miglioramento nella salute e nelle relazioni familiari. Quando nel 1999 Jiang Zemin ha avviato la persecuzione della disciplina spirituale, He è andata a Pechino ad appellarsi per rivendicare il suo diritto alla libertà di credo.

Nel 2001 la Polizia l'ha sequestrata in una stazione ferroviaria di Changchun, mentre stava andando a Pechino ad appellarsi in favore del Falun Gong e l'ha portata nel centro di detenzione di Songyuan. La praticante è stata poi liberata quando le forze dell'ordine hanno estorto alla sua famiglia del denaro per il suo rilascio.

Nel 2005 la Polizia l'ha seguita mentre andava in moto, l'ha arrestata e le ha sequestrato il mezzo, poi le ha preso le chiavi di casa e l'ha saccheggiata, confiscando un computer, una stampante, un libretto di banca e altri effetti personali. La donna è stata poi interrogata e portata al centro di detenzione di Songyuan.

Nella struttura il capo della Divisione di sicurezza interna Ma Hongzhe l'ha interrogata ogni giorno e di conseguenza ha accusato uno stress così forte da non riuscire a mangiare. La praticante è stata anche torturata con il metodo della panca della tigre e quando le guardie l'hanno alimentata con la forza è quasi morta soffocata. Dopo essere stata rinchiusa nel centro di detenzione per oltre sei mesi, è stata condannata al carcere.

Illustrazione della tortura: Alimentazione forzata

Il 26 gennaio 2006 He è stata inviata al carcere femminile di Heizuizi, a Changchun, dove tutte le praticanti del Falun Gong erano detenute in un'ala speciale chiamata “Reparto rieducativo”. Sotto la sorveglianza delle carcerate, diverse cosiddette “assistenti educatrici” hanno cercato di fare alla donna il lavaggio del cervello diffamando il Falun Gong e costringendola a guardare dei video di propaganda. Nella struttura ha dovuto alzarsi alle cinque del mattino e stare seduta fino a mezzanotte su un piccolo sgabello.

A tutte le prigioniere veniva richiesto di partecipare a una sessione quotidiana durante la quale le “assistenti educatrici” Zhao Guifeng, Ma Yechi e Liu Jingli diffamavano il Falun Gong e costringevano le detenute a esprimere opinioni negative sulla pratica. Zhao Guifeng interpretava volutamente male i passaggi del libro Zhuan Falun per sviare la comprensione delle praticanti e portarle a illuminarsi su un sentiero perverso.

Qualcuna ha poi riferito alle guardie che venivano diffusi gli articoli del Maestro Li tra le praticanti e di conseguenza la capo delle guardie Cao Hong si è infuriata e ha ordinato che venissero messe tutte sotto stretto controllo.

Le praticanti venivano obbligate ogni giorno a sedersi su piccoli sgabelli fino a mezzanotte e a nessuna di loro era permesso parlare. Alcune di loro hanno sofferto di problemi cardiaci, mentre altre sono state costrette a stare in piedi ferme contro il muro dalla mattina alla sera e a causa di ciò le loro gambe si sono gonfiate e intorpidite.

Illustrazione della tortura: Letto di stiramento

Diverse praticanti, tra cui He, sono state ritenute le principali responsabili nella distribuzione degli articoli e perciò sono state torturate più severamente. Sono state rinchiuse in celle separate e immobilizzate su un “letto di stiramento”, con le mani e i piedi legati e tirati fino a quando i loro corpi rimanevano appesi al telaio di metallo del letto.

A causa del dolore estremo He si è quasi staccata la lingua con un morso. Non veniva liberata nemmeno per mangiare o per usare il bagno e ogni giorno veniva alimentata con la forza e costretta a guardare video diffamatori sulla Falun Dafa mentre era legata e sospesa. È stata anche costretta ad ascoltare la predica di un cosiddetto “monaco ordinato”.

Poiché la donna è stata sottoposta a questa tortura per oltre due mesi, le ci è voluto del tempo perché potesse ricominciare a camminare normalmente.

Le “assistenti educatrici”, tra cui Zhao Guifeng e Hu Jie, hanno poi iniziato a imporre quotidianamente una procedura di “auto-critica”, durante la quale costringevano le praticanti a diffamarsi da sole.

Questa tortura implacabile ha portato alcune di loro a perdere la lucidità mentale e a fare discorsi senza senso.