(Minghui.org) Le autorità hanno designato un centro di detenzione ad Harbin, una citta nel nord est della Cina, come centro per il lavaggio del cervello e “trasformazione” dei praticanti della Falun Dafa, dove ora vengono torturati e forzati a rinunciare al loro credo.

Il centro di detenzione numero due di Harbin, anche conosciuto come il carcere delle donne, è stato rinominato alla fine del 2017 come “centro educativo per la trasformazione anti culto”. Il centro può contenere cinquanta praticanti femmine alla volta e fonti rivelano che le autorità ricompensano il centro con 50.000 yuan (circa 6600 euro) per ogni praticante “trasformato”.

La Falun Dafa, anche conosciuta come Falun Gong, è una pratica per la mente e lo spirito che migliora la salute ed eleva lo standard morale e spirituale della persona. Il partito comunista cinese (PCC) ha bandito la pratica nel 1999 e da allora ha arrestato, imprigionato e torturato i praticanti con il tentativo di forzarli a rinunciare al loro credo.

Il nuovo centro di “trasformazione” di Harbin è simile ad altri centri per il lavaggio del cervello, dove torture fisiche e psicologiche sono usate per forzare i praticanti a scrivere le tre dichiarazioni (dichiarazione di pentimento, garanzia e dissociazione) per stigmatizzare la Dafa.

Tuttavia questa non è la sola funzione del centro di detenzione. La pratica di “trasformazione” viola alcuni articoli del Regolamento Statale dei centri di detenzione riguardanti la protezione della libertà e dei diritti personali.

Inoltre viola la legge 50 della procedura criminale che riporta “I giudici, procuratori personali ed investigatori, sono strettamente proibiti ad estrarre confessioni mediante l’uso della tortura, raccogliere testimonianze attraverso l’uso di minacce, lusinghe, sotterfugi o qualunque altro mezzo illegittimo o a forzare chiunque a produrre prove contro il suo o la sua medesima colpa”.

Queste sono alcune delle tattiche usate dal centro di “trasformazione”:

1. “Lo studio di Wu Yanli”

Wu Yanli era una donna poliziotto, ha studiato psicologia ed ha effettuato il lavaggio del cervello sui praticanti. Il centro l’ha promossa a deputato direttore ed ha stabilito uno studio a suo nome nel Febbraio del 2018. Questo studio è focalizzato sulla “trasformazione” dei praticanti.

2. Gestione “umana”

Il centro promuove la sua gestione “umana” che si traduce come inganno, persuasione, minacce, pressioni e umiliazioni. Le guardie portano i figli e i mariti delle praticanti al centro per fare pressione e costringerle a rinunciare alle loro credenze.

3. Esempi

Le guardie parlano ai praticanti di storie di “successo” e “trasformazione” di altri praticanti, per esempio il tal dei tali sarebbe stato rilasciato otto mesi dopo aver firmato le “tre dichiarazioni”.

Una praticante, la quale ha tenuto uno sciopero della fame per sei mesi, ha scritto le tre dichiarazioni e sarebbe stata condannata a soli tre anni, un’altra praticante invece sarebbe stata condannata a cinque anni per non averle firmate.

4. Implicazioni

Le guardie ordinano alle praticanti di memorizzare il regolamento di detenzione, nel caso in cui si rifiutano di farlo le guardie rispondono con:

“Se non lo fai, tutti quanti penseranno che stai creando dei guai per loro”.

Le guardie ripetono costantemente quanto dolore abbia causato il loro arresto alla famiglia e che se ci tengono a loro dovrebbero firmare le tre dichiarazioni così da poter tornare a casa.

5. Umiliazione

Le guardie ripetono alle praticanti che tutto finirà una volta firmate le tre dichiarazioni, nel caso in cui una praticante le firma, le guardie la portano in una stanza separata dove viene filmata mentre tiene in mano il foglio con le dichiarazioni e legge ogni riga davanti ad una telecamera.

6. Fingere di prendersi cura

Alcune praticanti sono state infortunate durante l’arresto. Il centro dimostra la sua “preoccupazione” fornendo trattamenti medicinali: le guardie portano acqua calda e delle pillole.

7. Costrette a praticare yoga

Il centro richiede ad ogni detenuto la pratica dello yoga. Questo metodo è utilizzato per forzare le praticanti della Falun Dafa a smettere la pratica della Dafa e convertirsi allo yoga.