(Minghui.org) Dal momento del suo ultimo arresto, verificatosi il 12 maggio 2017, Zhao Xuejing residente a Dandong, affetta da gravi problemi di salute, è stata sottoposta a processo e condannata a tre anni e due mesi di prigione. Inizialmente il carcere in cui doveva scontare la pena si è rifiutato di ammetterla a causa delle sue cattive condizioni di salute, nondimeno tre mesi dopo per qualche ragione è stata accettata.


La donna, di circa sessant'anni, è stata arrestata per aver esposto alcuni striscioni riportanti messaggi sul Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese.

Poiché la notte dell'arresto le era stata riscontrata la pressione alta, il centro di detenzione di Dandong si era rifiutato di ammetterla, tuttavia in quel frangente un poliziotto ha affermato: “Anche se dovesse morire, deve farlo nel centro di detenzione!”.

Durante la sua permanenza nella struttura la donna ha accusato problemi cardiaci e dopo essere svenuta, hanno dovuto rianimarla ben tre volte. In questo periodo i suoi familiari si sono recati molte volte alla Stazione di Polizia locale per richiederne il rilascio, ma nessuno li ha presi in considerazione.

La Procura locale ha rinviato il suo caso alla Polizia per tre volte, il 27 giugno, il 6 settembre e il 16 novembre 2017, nondimeno Du Guojun, capo dell'Ufficio locale di sicurezza interna, ha rifiutato di rilasciarla, e alla fine è riuscito a persuadere la Procura a presentare un'accusa contro di lei.

Quando il 19 gennaio 2018 Zhao è apparsa nel Tribunale distrettuale di Yuanbao, i suoi cari hanno notato che aveva bisogno di aiuto per entrare in aula e che sembrava molto debole. Il 22 gennaio il Giudice Ma Shuhe l'ha condannata al carcere e multata di 3.000 yuan (circa 380 euro) e il 26 febbraio la Corte Intermedia di Dandong ha respinto il suo appello.

In precedenza la donna aveva scontato sette anni di carcere per la sua fede, ma poiché in Cina nessuna legge criminalizza il Falun Gong, una volta libera aveva ripreso ad adoperarsi per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione. Questo suo semplice atto è stato la causa dell'ultimo arresto e della seconda condanna alla prigione.

Quando il 12 marzo 2018 la praticante non ha superato la visita medica richiesta dalla prigione femminile del Liaoning, a Shenyang, la struttura ha rifiutato di ammetterla. Dopo aver appreso il fatto i suoi familiari hanno chiesto che fosse rilasciata su cauzione, ma il direttore del centro di detenzione Li Tong ha dichiarato che aveva già presentato una richiesta di libertà su cauzione all'Ufficio penitenziario di Shenyang.

Circa un mese dopo i familiari sono stati invitati a recarsi all'Ufficio giudiziario di Dandong, dove è stato detto loro che per ottenere il rilascio su cauzione dovevano presentare una dichiarazione rilasciata dal comitato locale della comunità residenziale della donna, dove quest'ultimo garantiva che lei non avrebbe mai più intrapreso azioni per parlare di nuovo alla gente del Falun Gong.


Dal momento però che il comitato ha ritenuto che non ci fosse modo per fare una tale promessa, si è fermamente rifiutato di rilasciare tale dichiarazione ed è rimasto fermo nella sua decisione nonostante le richieste della famiglia


Zhao è perciò rimasta nel centro di detenzione per i successivi mesi, fino a quando nel giugno 2018 i suoi familiari hanno ricevuto una telefonata dal Tribunale distrettuale di Yuanbao, che voleva sapere se la loro cara avesse mai sofferto di problemi cardiaci. In quel momento la sua famiglia aveva affermato che non ne aveva mai avuti e alcuni giorni dopo ha saputo che Zhao era stata ammessa alla prigione.

La famiglia chiede adesso aiuto alle persone di buon cuore per cercare di ottenere la sua liberazione.

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