(Minghui.org) Quattro coinquiline di Pechino, tutte al di sotto dei trent'anni di età, sono state arrestate all'inizio del mese di agosto per la loro fede nel Falun Gong. Due di loro si trovanotuttora in custodia e sotto accusa.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale che include esercizi e meditazione ed è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Intorno alle 22:00 del 7 agosto alcuni ufficiali della stazione di polizia di Xisanqi hanno fatto irruzione nell'appartamento condiviso da quattro giovani donne saccheggiandolo. Hanno confiscato libri, stampanti, computer portatili e 40-50 copie di opuscoli informativi sul Falun Gong.

Un procuratore ha poi rivelato che le quattro praticanti sono state riprese dalle telecamere di sorveglianza mentre distribuivano materiale informativo sul Falun Gong in un'area residenziale. Gli opuscoli rinvenutidagli agenti nel quartiere sono stati poi usati come prove.

Le quattro praticanti sono state portate al centro di detenzione Haidian dove sono state interrogate ed è stato ordinato loro di scrivere dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong.

Jiang Shan e Wang Xuhui hanno scritto le dichiarazioni sotto le pressioni delle autorità e così sono state rilasciate.

Gli ufficiali hanno poi mostrato quei documenti a Liu Zixuan e Ye Linlin nel tentativo di spingerle a fare lo stesso, ma le ragazze si sono categoricamente rifiutate.

Purtroppo, recentemente, sono stati emessi mandati d'arresto formali nei confronti delle due giovani donne che si ritrovano ad affrontare l'incriminazione rinchiuse nel centro di detenzione.

Gli sforzi della famiglia per salvare Liu

Il 12 settembre il padre e i nonni di Liu hanno viaggiato per più di 220 chilometri dalla loro città, Cangzhou, nella provincia dell’Hebei, fino a Pechino, per chiederne il rilascio.

Il giorno dopo i nonni di Liu hanno parlato con Liu Zhenglong, l'ufficiale responsabile del caso. L'anziana signora con le lacrime agli occhi gli ha detto: «Mia nipote è una brava ragazza. Si è laureata in uno dei migliori college cinesi e vive secondo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza». Ha esortato l'ufficiale Liu a liberarla, dicendogli che sarebbe stato lui a commettere un crimine, nel caso in cui avesse mandato Liu in prigione.

L'ufficiale ha tuttavia respinto la sua richiesta.

Il padre di Liu, Liu Zesheng, ha aspettato in macchina durante la riunione. Al ritorno dei suoi genitori, una volta saliti in auto, è stato approcciato da un gruppo di persone vestite di nero che li hanno circondati. Identificandosi come agenti di polizia di Cangzhou che operavano a Pechino, hanno bussato al finestrino dell'auto chiedendogli di scendere per scattare delle foto.

Siccome anche lui in passato era stato arrestato in quanto praticante del Falun Gong, l'uomo ha bloccato la portiera dell'auto, ha acceso l’auto e si è allontanato.

Liu ha poi chiamato il direttore della polizia di Cangzhou nell'ufficio di Pechino, Li, e gli ha chiesto di rilasciare sua figlia, ma l'ufficiale gli ha risposto che l'unico modo per ottenere il rilascio di Liu era che lei scrivesse una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong.

L'avvocato della ragazza le ha fatto visita il 17 settembre ed è venuto a sapere che il suo arresto era già stato approvato il 13 settembre, giorno in cui i nonni della praticante avevano parlato con la polizia, che non ha minimamente menzionato la cosa durante l'incontro.

Il padre di Liu ha provato ad andare alla stazione di polizia per riavere il suo portatile e la chiave dell'appartamento, ma l'agente Chen Qian gli ha urlato contro dicendo: «Non esiste! Assolutamente no! Lei è contro il regime comunista ed il governo. È assolutamente impossibile riavere il portatile. Siamo già stati indulgenti nel non sequestrarle l'appartamento».

Quando la sorella minore della praticante ha esortato la polizia a rilasciarla, la polizia l'ha intimidita e le ha chiesto se anche lei praticasse il Falun Gong.