(Minghui.org) Da quando nel 1999 il regime comunista cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong, Huang Shisheng è stato ripetutamente preso di mira per la sua fede, scontando due condanne al carcere, per un totale di undici anni. Anche sua moglie e il figlio sono stati molestati dalle autorità, vivendo nel terrore. L'anno scorso, al termine del suo ultimo mandato di due anni, sua moglie è stata costretta dalle autorità a controllarlo e alla fine, a causa della pressione, la coppia ha divorziato.

Di seguito è riportato il resoconto della persecuzione di Huang sulla sua ultima reclusione.

Drogato dalla polizia dopo l'arresto alla stazione ferroviaria

L'8 settembre 2016, all'età di sessantanni, Huang è stato arrestato presso la stazione ferroviaria di Hegang. L'uomo stava andando ad Harbin, capitale dell’Heilongjiang, per far visita alla nipote e suo marito, entrambi praticanti del Falun Gong, imprigionati per aver attaccato adesivi riportanti informazioni sulla pratica.

Nei primi di marzo del 2015, era stato arrestato per aver parlato a della gente del Falun Gong, per poi essere rilasciato per problemi cardiaci e pressione alta. Al momento del fermo alla stazione, l’uomo si trovava agli arresti domiciliari e sotto costante sorveglianza della polizia, quindi gli agenti lo hanno accusato di aver tentato di fuggire poichè non li aveva avvisati del viaggio ad Harbin.

Quella sera Huang è stato portato a Jiangbin Farm Hospital e costretto a fare una serie di esami fisici, poi la polizia gli ha somministrato alcuni farmaci sconosciuti. L'uomo ricorda di aver avuto forti mal di testa, tanto da dargli la sensazione che gli stesse per esplodere. Poiché questa situazione gli era capitata due volte, si è rifiutato di prendere di nuovo quelle pillole.

Quando ha chiesto a cosa servivano quelle pillole, il Dottor Wang Dapeng ha risposto che era un segreto, allora lo ha chiesto all’infermiera che però è rimasta in silenzio. Più tardi Huang è andato dall'ufficiale Liu Qingchao che gli ha detto di essere stato lui ad ordinare al medico di somministrargli quei farmaci.

Nonostante la pressione sanguigna del praticante rimanesse pericolosamente alta, la polizia ha fatto pressioni e corrotto le guardie del centro di detenzione affinché lo ammettessero.

Nei quattro mesi successivi la polizia lo ha riportato spesso in ospedale e costretto a prendere pillole sconosciute, finché a gennaio 2017 è stato trasferito in prigione.

Durante quel periodo al suo avvocato di Pechino non gli è stato permesso di fargli visita.

In oltre Huang è stato costretto a pagare le spese fatte dal distretto, che includevano quattro mesi di ospedalizzazione, tasse per gli esami, farmaci e persino le spese sostenute da coloro disposti dalla polizia per controllarlo.

Condannato a due anni

Il primo dicembre 2016 è stato condannato a due anni di reclusione dal tribunale di Baoquanling, con l’accusa di tentata fuga, quando in realtà aveva comprato i biglietti per un viaggio di andata e ritorno tra Hegang ed Harbin.

Tuttavia le guardie del centro di detenzione gli hanno vietato di fare ricorso.

Torturato nel carcere

Venti giorni dopo la condanna è stato portato nella prigione di Jiamusi, e poi successivamente trasferito in quella di Tailai.

Qui, nell'inverno gelido le guardie della prigione avevano ordinato ai detenuti di togliergli tutti i vestiti e di versargli addosso dell'acqua fredda; ciò lo ha fatto tremare a lungo.

Inoltre le guardie lo costringevano a guardare video di propaganda che attaccavano il Falun Gong, cercando di costringerlo a rinunciarvi, mentre diversi detenuti lo monitoravano 24 ore su 24, limitandolo in tutto ciò che faceva.

Dopo un periodo di tempo lì, le guardie hanno iniziato a costringerlo a fare lavori manuali, come lucidare piccole parti di metallo. Poiché nella prigione non c’era un adeguato equipaggiamento di protezione, e la polvere di rame delle parti era ovunque nell'aria, col tempo molti detenuti avevano sviluppato problemi ai polmoni e alcuni vomitavano sangue.

Secondo i prigionieri che erano li da molto questo tipo di lavoro era in corso dal 2012, e affinché potesse proseguire nonostante le irregolarità il carcere aveva pagato diversi ispettori per ottenere i permessi per continuare.

Quando Huang ha sviluppato nuovamente ipertensione e problemi cardiaci, l'ospedale del carcere lo ha costretto a prendere delle pillole, che invece di curarlo, gli hanno provocato disagi in tutto il corpo, perciò ha subito rifiutato di riprenderle.

Poiché la prigione di Tailai sarebbe stata usata per le persone arrestate nello Xinjiang, in seguito è stato trasferito in quella di Qiqihar, dove è stato costretto a lavorare nella fabbrica di vestiti del carcere.

Monitorato al ritorno a casa e pensione sospesa

Huang è stato rilasciato dalla prigione il primo novembre dell'anno scorso. Tuttavia la stazione di polizia locale, considerandolo un obiettivo chiave, ha continuato a monitorarlo sia dentro che fuori casa. Se visitava qualcuno questi ricevevano telefonate dalla polizia e venivano minacciati di non dover incontrarlo di nuovo. Anche sua moglie è stata costretta dalle autorità a controllarlo, il che ha portato al loro divorzio. Come se non bastasse, negli ultimi due anni di reclusione le autorità gli hanno trattenuto il suo assegno di previdenza sociale. Il suo aumento di stipendio programmato è stato annullato ed il suo datore di lavoro gli ha anche chiesto di restituire la pensione che aveva ricevuto negli ultimi due anni.

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