(Minghui.org) Nell'aprile dello scorso anno è deceduta un ex professoressa del Bohai Petroleum Vocational College, a seguito di nove anni di prigionia e problemi finanziari a lei causati per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina per corpo e mente, perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Poco dopo l'inizio della persecuzione, la cinquantacinquenne di nome Li Aihua, di Renqiu nell'Hebei era stata rimossa dalla sua posizione di insegnante e messa a lavorare come bibliotecaria. Nel 2001 era stata costretta ad accettare la buonuscita e dopo il rilascio dal carcere nel 2015 le erano pure stati negati i sussidi di provvidenza sociale. Di conseguenza, i lunghi anni di tribolazione finanziaria, fisica e mentale, avevano messo a dura prova la sua salute, e negli ultimi giorni era rimasta senza un soldo.

Arresti, condanne e violazione di domicilio

Li era stata arrestata per la prima volta all'inizio del 2001 mentre era al lavoro. In quella circostanza, per tentare di farla rinunciare al Falun Gong, il personale di sicurezza della scuola l'aveva costretta a salire in auto e portata in un luogo sconosciuto per sottoporla a una sessione di lavaggio del cervello.

Alcune settimane dopo, nella sua scuola è stata istituita una normativa per trasformare i praticanti del Falun Gong. Senza alcun documento legale o mandato, il personale di sicurezza scolastico aveva saccheggiato la sua casa e confiscato i materiali relativi alla pratica.

A giugno del 2001, le avevano detto che per riscuotere la liquidazione doveva cambiare la residenza in una zona periferica, queste zone spesso non prevedono alcuni benefici come l'istruzione e l'assistenza sanitaria dei bambini. Tuttavia, agli altri suoi colleghi, non praticanti, questi prerequisiti non erano stati richiesti.

A seguito del secondo arresto all'inizio del 2002, il Tribunale di Renqiu l'aveva condannata a scontare cinque anni nella prigione di Taihang nell'Hebei.

Dopo il ritorno a casa, durante la Giornata nazionale del regime comunista cinese del 2009, la sua ex scuola aveva ordinato a del personale di posizionarsi davanti l'abitazione di Li e sorvegliarla 24 ore su 24, per impedirle di andare a Pechino per fare appello per il Falun Gong.

Il terzo arresto era avvenuto il 18 dicembre 2010, dopo essere stata segnalata per aver parlato con la gente del Falun Gong. Il 21 aprile 2011 si era poi presentata alla Corte di Renqiu, ma a nessunfamiliare, inclusi il fratello e sua nipote, è stato permesso di parteciparvi.

Dopo quasi otto mesi di reclusione nel centro di detenzione di Renqiu, Il 20 luglio 2011 era stata condannata a quattro anni, e a fine mese trasferita nella prigione femminile di Shijiazhuang.

Per molto tempo, dopo il rilascio, non era in grado di parlare, ma era guarita riprendendo a praticare il Falun Gong.

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