(Minghui.org) Wang Jicheng, residente a Xi, era stato costretto a trasferirsi nella vicina contea di Huangchuan. dopo essere stato ripetutamente molestato dalla polizia per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una pratica spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Nell'aprile 2014 era stato arrestato dagli ufficiali della Divisione di Sicurezza interna di Huangchuan, e condannato al carcere per una durata attualmente sconosciuta.

Durante il periodo trascorso nella prigione di Xinmi a Zhengzhou, Wang era stato sottoposto a violenze selvagge, abusi verbali e altri maltrattamenti. Le guardie lo costringevano a guardare video di propaganda che diffamavano il Falun Gong e quando si rifiutava, la tortura veniva intensificata.

A causa di ciò, ben presto

la sua salute aveva cominciato a peggiorare, finché all'inizio del 2015 era stato portato in ospedale da due detenuti, e solo allora avevano deciso di rilasciarlo in libertà vigilata. Quando suo figlio aveva riferito che avrebbe ritenuto responsabile la prigione delle condizioni di salute del padre, gli erano stati offerti 7.000 yuan (circa 900 euro) per il suo silenzio.

Tornato a casa Wang era rimasto in uno stato delirante e soffriva di spasmi costanti. È morto alcuni mesi dopo, il 14 settembre 2015, all'età di sessantatré anni.

La prigione di Xinmi è la più nota per perseguitare i praticanti del Falun Gong

La prigione di Xinmi, nota anche come carcere Zhengzhou, è famosa per perseguitare violentemente i praticanti del Falun Gong dell'Henan, dal 1999. È stato riferito che più di mille praticanti sono stati arrestati in questa prigione per non aver rinunciato alla loro fede.

La maggior parte di loro sono stati picchiati, torturati e costretti a guardare video di propaganda che calunniavano il Falun Gong. Alcuni sono stati persino perseguitati a morte dalle guardie.

Anche Chen Yuemin di Sanmenxia, come Wang, era stato torturato fin sull'orlo della morte, e dopo essere stato rilasciato, era morto il 26 aprile 2011, all'età di quarantotto anni.

Nel marzo 2011 Li Xilu, un praticante di Zhengzhou, era stato condannato a tre anni nella prigione di Xinmi, dove a seguito dei maltrattamenti subiti, le sue condizioni di salute erano peggiorate, mostrando sintomi di diabete. È morto in prigione il 9 marzo 2012.

Mei Shengxin proveniva dalla città di Zhanjiang, nel Guangdong, si era trasferito a lavorare a Zhengzhou, nell'Henan, ma nel dicembre 2002 era stato comunque arrestato e condannato a nove anni di prigione.

Durante la reclusione, nel 2007, le guardie lo avevano privato del sonno e avevano ordinato a diversi prigionieri di monitorarlo a turno per nove giorni consecutivi, i quali lo picchiavano ogni volta che chiudeva gli occhi. Quando una volta svenendo, aveva sbattuto la testa su un acquario rischiando di morire dissanguato, lo avevano portato in ospedale, dove gli erano stati messi molti punti di sutura. Le guardie avevano poi ordinato ai detenuti di mettergli delle feci nella bocca.

Mei è morto nel febbraio 2011, pochi giorni prima della fine del suo mandato. Le autorità carcerarie hanno cremato il suo corpo prima che la sua famiglia potesse vederlo e li hanno minacciati dicendo loro di non rivelare informazioni sulla sua morte a nessuno.

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