(Minghui.org) Nell'agosto 2016 la sessantaquattrenne Li Fenglan, di Baiyin, è stata arrestata per aver pubblicato informazioni sul Falun Gong, una pratica spirituale per il benessere psico-fisico perseguitata dal regime comunista cinese dal luglio 1999.

Fin dal suo primo arresto la polizia locale, la Procura e il Tribunale, hanno cercato di mandarla in prigione in più di un'occasione, per poi rilasciarla ogni volta su cauzione a causa della sua persistente ipertensione.

Il 22 febbraio scorso Li è stata condannata dopo un’udienza in tribunale, e da allora è rimasta in prigione nonostante la sua ipertensione. Il 15 aprile è poi stata trasferita nel carcere femminile di Jiuzhou, ma non è ancora chiara quale sia la pena detentiva.

Primo arresto e cauzione

Li è stata arrestata per la prima volta nell'agosto 2016, dopo per aver affisso dei manifesti riportanti messaggi sul Falun Gong. Tuttavia, quando la donna ha esortato Yu Ming, capo della Divisione di sicurezza interna di Changzheng, a non perseguitare i praticanti di questa disciplina, lui l'ha derisa: "Non ho paura di affrontare le conseguenze dell'arresto, visto che comunque finirò all'inferno". Dopodiché l'ha portata al centro di detenzione di Baiyin, il quale l'ha rifiutata per via della sua alta pressione sanguigna, e così Yu non ha potuto fare altro che rilasciata su cauzione.

Nel novembre 2016, mentre Li era in visita da sua figlia a Lanzhou, la capitale del Gansu, è stata contattata da un membro dello staff della Procura distrettuale di Pingchuan, che le ha chiesto di presentarsi in sede alle ore 10:00 del giorno seguente.

Li si è attenuta alla richiesta e mentre si trovava alla Procura le è stato chiesto di firmare un documento precompilato dalla polizia per chiudere il suo caso. Dopo aver firmato è stata invitata a diffamare il Falun Gong in televisione e a fornire informazioni su altri praticanti, prima che il suo caso potesse essere completamente archiviato. Non appena la praticante si è rifiutata, l’hanno trattenuta, e prima di rilasciarla hanno costretto la sua famiglia a pagare 5.000 yuan (circa 650 euro) di cauzione.

Dopo il suo ritorno a casa, gli agenti di polizia l'hanno tenuta sotto stretta sorveglianza e le hanno detto che sarebbero ritornati a prelevarla. Così a marzo del 2017 è fuggita da casa per evitare di essere riportata in prigione.

Ripresa in custodia e processata per la sua fede

Tuttavia Il 30 marzo dello scorso anno la polizia è riuscita ad arrestarla a casa della figlia e l'ha riportata a Baiyin. Il suo arresto è stato subito segnalato al sito Minghui.

Più tardi, quando Wang Chaobiao, un ufficiale della Divisione di sicurezza interna di Changzheng, ha chiesto a Li chi avesse fornito le sue informazioni di contatto a Minghui, lei si è rifiutata di rispondere, e di conseguenza è stata portata all'ospedale di Baiyin per essere sottoposta a un esame medico che ha riscontrato un insolita pressione sanguigna alta.

Ciononostante Wang ha tentato di farla rinchiudere nel centro di detenzione di Baiyin, che dopo aver verificato che la pressione sanguigna di Li era aumentata, ha rifiutato fermamente di accettarla. Wang e il suo supervisore non hanno avuto altra scelta che lasciarla andare a casa dopo aver chiesto al marito di pagare 2.000 yuan (circa 260 euro).

Qualche giorno dopo a Li è stato ordinato di comparire in tribunale, dove solo lei e il marito sono stati ammessi in aula, mentre il cognato che ha cercato di assistere al processo è stato minacciato dal giudice Wan Ming.

La praticante si è difesa citando la libertà di credo e il 24 aprile il giudice ha annunciato che prima di un ulteriore processo, l'avrebbe momentaneamente rilasciata su cauzione.

Eventuale incarcerazione

L'agente Wang ha chiamato Li al dipartimento di polizia lo scorso luglio e quando è arrivata, l'ha inviata direttamente al centro di detenzione di Baiyin. Essendo la sua pressione sanguigna ancora molto alta, Wang ha dovuto di nuovo lasciarla andare a casa.

Nella seconda udienza Li è stata condannata a pagare 2.000 yuan prima di essere rilasciata, e nei giorni seguenti le è stato ordinato di andare in diversi ospedali per farsi misurare la pressione sanguigna. Le varie visite hanno dimostrato che la pressione era sempre alta.

Tuttavia l'agente Wang e il giudice Wan non hanno smesso di perseguitarla; a settembre hanno sospeso la sua pensione e il 30 novembre l'hanno minacciata, dicendole che si sarebbe dovuta preparare per la detenzione. Preoccupata, la sua famiglia ha assunto un avvocato che le ha fatto fare un altro esame medico, constatando che la pressione era di nuovo alta.

Il 19 febbraio di quest’anno è stato notificato a Li di recarsi in tribunale a firmare alcuni documenti, e una volta che lei e il marito sono arrivati, il giudice Wan ha ordinato agli ufficiali giudiziari di trattenerla. L'agente Wang l'ha poi portata al centro di detenzione di Baiyin e il 15 aprile è stata trasferita nella prigione femminile di Jiuzhou.