(Minghui.org)Intorno alle sei del mattino del 9 agosto il capo della polizia è entrato nella camera da letto di Yang Liyun attraverso la finestra e l'ha arrestata.

La cinquantenne residente nella città di Sanhe è stata presa di mira per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Più di venti agenti di polizia, senza un mandato, hanno saccheggiato la casa di Yang e confiscato i suoi libri del Falun Gong.

Dato che sia il marito che il figlio di Yang lavorano fuori città, la donna vive con la madre novantenne. Yang è stata arrestata nonostante facesse notare che doveva prendersi cura di sua madre.

Gli ufficiali hanno trascinato Yang su un’auto della polizia, ma la donna ha opposto resistenza aggrappandosi al bordo della portiera. Mentre gli agenti la spingevano dentro tre dita della sua mano sinistra sono rimaste gravemente ferite.

È stata quindi portata alla stazione di polizia di Liqizhuang, dove gli ufficiali l'hanno ammanettata ed interrogata.

Cao Aibo, il capo della polizia, ha affermato di aver scoperto uno striscione con informazioni sul Falun Gong lungo la ferrovia e sospettava che fosse stata Yang ad appenderlo. Ha minacciato di condannarla alla prigione e ha detto che non l'avrebbe lasciata andare facilmente.

Cao si è anche vantato di aver arrestato uno dei suoi conoscenti, l'ottantenne Ma Weishan, costretta a scontare una pena detentiva di cinque anni per aver rifiutato di rinunciare al Falun Gong. Si vantava anche di non avere pietà quando si trattava di perseguitare i praticanti del Falun Gong.

Dopo diverse ore di interrogatorio e le ripetute richieste di tornare a casa per prendersi cura di sua madre, Yang è stata rilasciata nel pomeriggio.

Persecuzioni passate

Poiché ha rifiutato di rinunciare al Falun Gong Yang, negli ultimi vent'anni la praticante è stata spesso presa di mira dalle autorità.

Il 12 ottobre 2006 è stata arrestata per la prima volta, dopo essere stata denunciata per aver pubblicato informazioni sul Falun Gong in aree pubbliche.

La polizia ha saccheggiato la sua casa e confiscato i suoi libri del Falun Gong. Dopo due giorni trascorsi al centro di detenzione della contea di Dachang è stata trasferita al centro di lavaggio del cervello di Langfang, dove è stata trattenuta per un mese, messa in isolamento e intimidita per non aver rinunciato alla sua fede. Prima di rilasciarla gli ufficiali hanno estorto 500 yuan (circa 65 euro) alla sua famiglia.

Il 20 luglio 2008 Yang è stata nuovamente arrestata da oltre venti agenti. È stata interrogata, picchiata, maltrattata verbalmente e monitorata giorno e notte mentre veniva trattenuta nel centro di detenzione della città di Sanhe.

La praticante ha condiviso una piccola stanza con altre quattro detenute nella quale hanno dormito, mangiato e fatto i loro bisogni. Senza un letto nella stanza sono state costrette a dormire sul nudo pavimento di cemento.

Sette giorni dopo la polizia le ha consegnato un mandato di un anno e mezzo da scontare nel campo di lavoro forzato femminile di Shijiazhuang senza un giusto processo.

Poiché lei ed altre quattro praticanti del Falun Gong rifiutavanno di indossare le divise dei detenuti, nel novembre 2008, come gesto di protesta contro la persecuzione, le guardie le hanno ammanettate insieme e le hanno messe in isolamento; quando qualcuna di loro doveva muoversi, le altre quattro dovevano seguirla.

Nel frattempo, le guardie le hanno costrette a sedere su uno sgabello per ore, minacciandole ed abusandole verbalmente.

Nel febbraio 2009, dopo aver permesso loro di tornare in una cella normale, le guardie le hanno nuovamente ammanettate tutte e cinque insieme e le hanno costrette ad indossare maglioni e pantaloni invernali in estate all’interno di una stanza che non aveva l'aria condizionata nè un ventilatore.

Il 21 giugno 2012 gli ufficiali ed alcuni funzionari del governo locale hanno molestato i familiari di Yang quando lei non era in casa, e li hanno costretti a firmare una dichiarazione che diffamava il Falun Gong, minacciandoli di impedire al loro figlio di frequentare l’università.