(Minghui.org) La mattina del 19 agosto Sheng Shuli e Qu Yuanzhi, due praticanti del Falun Gong, sono state processate in pochi minuti per non aver rinunciato alla loro fede.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica per il corpo e per la mente perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Sheng e Qu, residenti a Qingdao, nello Shandong, sono state denunciate e arrestate per aver parlato alla gente del Falun Gong, il 22 gennaio.

Da quel momento sono state trattenute nel centro di detenzione di Pudong, dove il 19 Agosto sono state processate in un’aula di corte improvvisata dal tribunale distrettuale di Huangdao.

Due avvocati hanno dimostrato che la pratica non viola nessuna legge e hanno chiesto le loro assoluzioni; anche le praticanti hanno testimoniato a loro difesa.

Il figlio di Qu ha fatto richiesta per difendere sua madre, ma gli è stata negata l’autorizzazione dal giudice.

L'Ufficio 610 di Pingdu, un'agenzia extralegale creata appositamente per perseguitare il Falun Gong, ha fatto pressioni a Sheng affinché congedasse il suo avvocato prima dell’udienza. La praticante che inizialmente aveva ceduto, ha poi cambiato idea assumendolo nuovamente il 12 agosto.

Il 19 agosto i membri del personale dell'Ufficio 610 hanno visitato il centro di detenzione per intimidire gli avvocati, controllando anche le carte di identità di tutti i membri della famiglia che sono venuti per un colloquio con le due praticanti; inoltre hanno permesso solo a metà dei famigliari di entrare in aula.

Argomenti della difesa

Il procuratore Li Jianing ha accusato i praticanti di “minare le forze dell'ordine con un'organizzazione di culto", un pretesto standard usato dai tribunali cinesi per incastrare e imprigionare i praticanti del Falun Gong.

Le prove fornite dal pubblico ministero includevano foto di alcuni materiali relativi al Falun Gong che le due praticanti hanno distribuito il giorno che sono state arrestate.

Gli avvocati dei praticanti hanno sostenuto che tali foto non erano ammissibili, poiché non riuscivano a mostrare la quantità effettiva di materiali relativi al Falun Gong, sottolineando che il pubblico ministero non aveva specificato quale fosse l'applicazione della legge compromessa, e neppure aveva identificato le vittime.

Inoltre i legali hanno citato un avviso dell'ufficio di pubblicazione cinese che ha revocato il divieto di libri del Falun Gong e materiali correlati, nel 2011. «È totalmente legale per il mio cliente possedere e distribuire materiali relativi al Falun Gong. In effetti, nessuna legge in Cina ha mai criminalizzato il Falun Gong e la persecuzione non ha basi legali», ha sostenuto uno degli avvocati.

Sheng ha anche confutato: «Ho distribuito alcuni dipinti di Capodanno contenenti informazioni sul Falun Gong alle persone. Ma non hanno causato loro alcun danno, sia che li usassero o meno, e a maggior ragione non minano le forze dell'ordine. Come avrei potuto compromettere l'applicazione della legge con qualche pezzo di carta?»

"Va bene se pratichi il Falun Gong, ma non puoi distribuire i materiali», ha dichiarato il procuratore Li, «Non hai visto le notizie? I giornali e i programmi TV hanno comunicato dal 1999 che il Falun Gong è illegale. E voi (praticanti) uscite e distribuite materiale. Lo stai facendo apposta. Sono sicuro che sai chiaramente che tali azioni sono vietate.»

Gli avvocati allora hanno obiettato: «Come si può fare riferimento a programmi TV e giornali come leggi per perseguire i cittadini?»

Il giudice a quel punto ha rinviato l'udienza a due ore dopo. Il procuratore ha suggerito di condannare Sheng dai tre ai sette anni e Qu a meno di tre.

La madre di Qu, sulla settantina, è rimasta paralizzate per metà del corpo a causa dell'ansia e dell'angoscia per l’arresto di sua figlia. Desidera ardentemente che Qu ritorni a casa.

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