Pechino: Donna malata di tubercolosi processata per la sua fede, quasi collassata in tribunale

(Minghui.org) Una sessantenne di Pechino in gravi condizioni è stata processata per la sua fede nel Falun Gong, un'antica disciplina per il corpo e per la mente perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Nonostante fosse molto debole ed avesse difficoltà a camminare, il giudice della corte di Fengtai ha ordinato a Li Yuhua di alzarsi durante l'udienza del 10 dicembre, ma la donna ha iniziato a tossire violentemente ed in due minuti è crollata sulla sedia.

Li ha spiegato che la sua tubercolosi, che era guarita praticando il Falun Gong, è riapparsa in seguito al suo arresto, avvenuto il 22 maggio, per aver chiarito la verità sul Falun Gong ad alcune persone. Le sue condizioni sono peggiorate dopo dieci giorni di detenzione ed è stata rilasciata su cauzione a giugno 2019.

I dieci funzionari, tra cui il suo avvocato d'ufficio, cinque giudici, tre pubblici ministeri ed un impiegato del tribunale, sembravano tutti molto nervosi durante l'udienza, temendo di venire infettati dalla tubercolosi.

Il giudice che ha presieduto l’udienza ha chiesto a Li se fosse stata arrestata da agenti della stazione di polizia di Nanyuan per aver parlato della pratica, e se fosse stata condannata a due anni di lavoro forzato.

La praticante ha detto che era vero che era stata detenuta in un campo di lavoro per due anni dal regime comunista. Il giudice non ha fatto ulteriori commenti.

Un procuratore di nome Ma Zhikun ha letto l'accusa, ma si è fermato alla dicitura della pena di Li. Successivamente ha impacchettato i suoi documenti, preparandosi a lasciare l'aula.

Shang Wei, avvocato designato dalla corte, ha sostenuto che i giudici dovrebbero prendere in considerazione una pena leggera nei confronti della praticante, data la sua età avanzata e il suo basso livello di istruzione.

Quando Li ha letto la dichiarazione preparata dal suo avvocato, il giudice che presiedeva l'udienza l'ha fermata, dicendo che l'avrebbero letta da sé in un secondo momento.

L'impiegato del tribunale ha costretto Li a rilasciare le sue impronte digitali sul documento dell’accusa prima che il giudice aggiornasse l'udienza, che è durata solo 20 minuti.

Le condizioni di Li sono ulteriormente peggiorate dopo il suo ritorno a casa. Tossisce spesso e non riesce a prendersi cura di se stessa.

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