(Minghui.org) Da quando nel 1949 il Partito Comunista Cinese (CCP), ha usurpato il potere, gli intellettuali in Cina hanno iniziato a subire enormi sofferenze; sono stati presi di mira ripetutamente in diverse campagne politiche, hanno lottato sotto la repressione ideologica e hanno subito sia una tortura fisica che psicologica. Perché il PCC ha così tanta paura degli intellettuali e li reprime in modo così pesante?

I Circoli Petőfi e Mao

In tutta l’Ungheria, dopo la morte di Joseph Stalin nel marzo del 1956, si è diffuso un movimento democratico nazionale, in opposizione al modello stalinista della “sovietizzazione totale”. Il movimento si contrapponeva direttamente a Mátyás Rákosi, all’epoca segretario generale del partito ungherese al governo e delle truppe sovietiche in Ungheria.

Le dimissioni di Rákosi, presentate nel luglio 1956, hanno stimolato diversi dibattiti tra studenti e intellettuali per discutere dei problemi dell’Ungheria. I circoli Petőfi che prendono il nome dal famoso poeta ungherese Petőfi del XIX secolo, attraevano molti intellettuali, si tenevano seminari e conferenze, si invitavano economisti, scrittori, storici, educatori, scienziati e filosofi di fama nazionale a tenere liberamente discorsi. Questi studiosi analizzavano i problemi del regime da diverse angolazioni e proponevano strategie a beneficio del Paese per portare benessere alla popolazione. Le loro idee ottenevano un grande sostegno da parte del pubblico, che le seguiva con grande fervore ed entusiasmo. Ogni seminario era sempre gremito.

I circoli Petőfi nel 1956

Le attività dei circoli Petőfi attraevano le persone da tutta l’Ungheria e avevano formato un’enorme forza sociale. Oltre alla capitale Budapest, anche altre grandi città ne avevano seguito l’esempio organizzando i loro circoli Petőfi. Il partito comunista, vedendo che il cambiamento dell’opinione pubblica stava per trasformarsi in una tempesta politica, ha immediatamente diramato l’ordine di vietare le attività dei club, ma ormai il popolo si era risvegliato ed era diventato inarrestabile.

Gli studenti universitari di Budapest avevano presentato una proposta al governo contenente sedici punti, tra i quali il ritiro delle truppe sovietiche dall’Ungheria, la consegna di Rákosi alla giustizia e la conferma del diritto di sciopero dei lavoratori. A Budapest centinaia di migliaia di persone erano scese in piazza per protestare. Qualche giorno dopo Krusciov, sceso a compromessi, ha ordinato alle sue truppe di ritirarsi da Budapest.

Soppressione della rivolta ungherese del 1956

In quelle fasi critiche, dove il popolo ungherese poteva vedere la vittoria, Mao Zedong dalla lontana Cina è diventato furioso e ha insistito facendo pressione sull’Unione Sovietica e Krusciov; ha persino inviato una delegazione a Mosca, con la richiesta che il popolo ungherese fosse soppresso con la forza. È stato così che la congrega di Krusciov ha infine accettato il suggerimento di Mao e ha annientato i manifestanti. La sanguinosa repressione della rivolta ungherese aveva sconvolto il mondo.

Considerando quello che erano stati in grado di fare i circoli Petőfi in Ungheria, Mao ha rafforzato la sua diffidenza sugli intellettuali e si è reso conto del loro incredibile potere nell’illuminare le persone e radunarle con un obiettivo comune. Si è anche reso conto che gli intellettuali e il regime totalitario non potevano coesistere. Questo è stato uno dei motivi principali che ha portato Mao a sopprimere sistematicamente gli intellettuali e anche il motivo del perché avesse così paura del loro potere; era determinato, non poteva permettere che in Cina si verificasse qualcosa di simile ai circoli Petőfi ungheresi.

Mao odiava gli intellettuali per le loro idee libere dalle censure

Quello che è successo in Ungheria ha reso Mao ancora più risoluto verso la repressione totale degli intellettuali. In seguito, ha ricordato molte volte che il motivo dell’incidente ungherese nell’Europa dell’Est è avvenuto perché il partito comunista al potere non si è attenuto alla dottrina della lotta di classe e anche perché a tanti controrivoluzionari è stato permesso di vivere. Mao una volta ha detto di non essere preoccupato per gli scioperi dei lavoratori o per le petizioni dei contadini, perché aveva degli esperti dirigenti del PCC per sopprimerli in modo efficace. Gli intellettuali erano quelli che temeva e odiava di più, perché potevano diffondere idee non censurate.

Anche se il PCC ha bloccato le notizie sulla rivolta ungherese, il movimento ha avuto comunque un impatto in Cina. Nel gennaio 1957, in un discorso Mao ha accennato al fatto che in una scuola nella città di Shijiazhuang, nella provincia dell’Hebei, alla fine di un anno scolastico, gli studenti istigati da un piccolo numero di controrivoluzionari, erano scesi in piazza per protestare. Si erano impadroniti della radio locale e avevano cercato di far nascere una rivolta ungherese in Cina. “Quelle persone, dentro e fuori il partito, che sostengono l’incidente polacco-ungherese stanno facendo un ottimo lavoro!”, ha commentato Mao in modo sarcastico. “Parlano sempre di Poznan e dell’Ungheria. Ora le formiche sono fuori dal buco e le tartarughe sono tutte allo scoperto”.

In una conferenza del PCC nel 1957 Mao ha detto: “Ci sono anche un sacco di discussioni strane tra alcuni professori, dicono di non volere il Partito Comunista, che il Partito Comunista non può guidarli, che il socialismo non è buono, e così via. Hanno tali pensieri”.

“Il film La vita di Wu Xun, l’avete visto? C’è una scopa a forma di penna, lunga diversi metri, che simboleggia gli ‘uomini colti’. Quando spazzano, è incredibile. Vogliono uscire allo scoperto e probabilmente vogliono spazzarci via. Non indica forse che vogliono ripristinare il vecchio sistema?”

Wu Xun era un mendicante nel periodo Guangxu della dinastia Qing. Ha passato anni a chiedere l’elemosina per riuscire a fondare poi una scuola dove i bambini molto poveri potessero ricevere gratuitamente l’istruzione. Non ha tenuto neanche un centesimo per sé, né si è mai sposato. È stato lodato come educatore civile ed elogiato dalla corte reale Qing. La vita di Wu Xun racconta quanto Wu tenesse a cuore l’istruzione e come si sia sacrificato tanti anni a chiedere l’elemosina per costruire una scuola. Il film era molto apprezzato e ogni spettacolo faceva il tutto esaurito.

Tuttavia, nel maggio 1951, Mao decide di pubblicare un articolo sul People’s Daily che denunciava il film, definendolo un erbaccia velenosa contro il partito; ha attaccato Wu Xun, definendolo un liberale i cui programmi di alfabetizzazione implicavano che la rivoluzione non era necessaria. Di conseguenza, il film è stato vietato e il personale coinvolto nella produzione punito.

Wu Xun è stato criticato dal PCC

Nel 1957, Mao ha lanciato una campagna di ‘rettifica’ per “attirare i serpenti fuori dalle loro tane”. All’inizio, ha incoraggiato gli intellettuali a criticare la burocrazia del PCC, (tramite la campagna dei cento fiori) dicendo che tali critiche non solo erano gradite, ma anche necessarie per aiutare i dirigenti del PCC nel loro lavoro. Innocenti e ingenui intellettuali sono caduti nella trappola e hanno espresso le loro opinioni e i loro suggerimenti. Successivamente, Mao e il PCC hanno avviato il “Movimento anti-destra” per depurare gli intellettuali che avevano mostrato il minimo segno di insoddisfazione per la condotta dei dirigenti del PCC, cambiando totalmente il senso della richiesta iniziale. Di conseguenza, centinaia di migliaia di persone sono state perseguitate e inviate in zone remote con condizioni difficili per essere “riformate attraverso il lavoro” (laogai). Molti di loro non sono mai tornati.

Il PCC ha eliminato gli studi umanistici per paura

Dall’insurrezione ungherese del 1956 alla disintegrazione dell’Unione Sovietica negli anni ‘90, la Storia ha evidenziato in diverse occasioni che il potere della gente che si risveglia e apprende la verità non deve mai essere sottovalutato. Questo è esattamente ciò che i regimi autoritari temono di più.

Per ingannare e controllare il popolo cinese, il PCC ha distrutto l’essenza della cultura tradizionale cinese e i suoi valori tramandati dall’era repubblicana e ha copiato il modello sovietico per governare il Paese. Ha effettuato una revisione sistematica del sistema d’istruzione superiore e ha eliminato alcuni studi umanistici, come la sociologia e la logica. I libri di testo di storia sono stati riscritti sulla base di una “analisi materialista della storia” e l’intero sistema educativo è stato impostato sulle teorie marxiste del PCC, incentrate sulla lotta di classe.

Dopo l’abolizione degli studi liberali, la rinomata Università di Tsinghua è stata trasformata da università multidisciplinare, a università della scienza e ingegneria, ed è nato un sistema educativo con enfasi verso la scienza e la tecnologia rispetto alle arti liberali; infatti il numero di studenti in ingegneria, agricoltura e silvicoltura, formazione degli insegnanti e scienze mediche è aumentato da 70.400 nel 1949 a 138.400 nel 1952, mentre quelli specializzati in studi politici e giuridici sono scesi da 37.682 a 3.830. Chiaramente il PCC voleva che gli studenti diventassero artigiani e strumenti dell’apparato statale, con poco interesse per la storia e la società e quasi nulla per il pensiero logico.

Lavaggio del cervello e persecuzione degli intellettuali

Allo stesso tempo il PCC perseguitava crudelmente gli intellettuali, che volevano mantenere la cultura tradizionale cinese e li costringeva a riformare il loro modo di pensare. Ancora oggi, gli studenti della Cina continentale sono addestrati a riferirsi alla storia tramite il cosiddetto “punto di vista storico materialistico”. Una tale struttura educativa alla Storia è totalmente diversa da quella occidentale, ed è stata in gran parte attribuita a Jian Bozan, un noto storico ed ex vicepresidente dell’Università di Pechino. Egli ha analizzato la storia cinese secondo il modello marxista-leninista di Mao e sosteneva che gli intellettuali dovessero essere al servizio della politica proletaria. I suoi libri di storia, come “The Outline of Chinese History” (Schema della storia cinese), sono stati usati come libri di testo generali nei dipartimenti di Storia delle università di tutta la Cina, con il risultato che ad un numero enorme di studenti cinesi è stato fatto il lavaggio del cervello.

Tuttavia, anche una persona come Jian Bozan, che aveva contribuito così tanto al nuovo sistema di educazione della Storia sotto la guida del PCC, non poteva sfuggire alla persecuzione: era sotto una dittatura a tolleranza zero. Mao sosteneva che le rivolte dei contadini e le loro guerre fossero l’unica vera forza trainante per lo sviluppo della storia, ma Jian non era d’accordo con questa visione e diceva che le rivolte dei contadini non dovrebbero essere salutate troppo calorosamente nel corso della storia. Il suo punto di vista offendeva Mao, che in una riunione allargata del Politburo del 17 marzo 1966 ha detto: “La mia opinione è che sia meglio abbattere persone come Jian Bozan... sono burocrati feudali”. Poco dopo, Jian è stato etichettato come “reduce anticomunista”, è stato sottoposto a oltre un centinaio di incontri di denuncia e costretto a confessare i suoi presunti ‘crimini’. Quando la pressione e il dolore erano diventati insostenibili, si è suicidato insieme alla moglie.

Jian Bozan, dopo essere stato usato dal PCC, è stato costretto al suicidio

Molti altri hanno sofferto in modi simili. Pan Guangdan, uno studioso attivista nei primi anni della Repubblica Popolare Cinese, è stato torturato a morte durante la Rivoluzione culturale. Fei Xiaotong, un sociologo che ha assistito alla morte di Pan, ha criticato la falsità secondo cui “gli intellettuali sono mantenuti dal Partito comunista” ed impulsivamente ha affermato: “Chi ha detto che siamo nutriti dal Partito comunista! Non siamo mai stati sfamati dal Partito Comunista, ma dal popolo lavoratore”. Per essersi espresso in quel modo è stato perseguitato per 23 anni e incarcerato. L’hanno rilasciato solo dopo la Rivoluzione culturale. Aveva perso così il momento migliore per affermarsi nella sua carriera professionale.

Il Movimento contro la destra e la Rivoluzione culturale hanno distrutto una generazione di intellettuali. Per esempio, Chen Yinke, uno dei più famosi studiosi dell’ex Repubblica Cinese, è stato perseguitato a morte. Il noto scrittore Lao si è suicidato gettandosi in un lago quando non poteva più affrontare gli incessanti “incontri di denuncia”. Cao Yu, da molti considerato il drammaturgo più importante della Cina, non è riuscito a realizzare nessuna opera negli ultimi anni a causa della repressione del pensiero libero.

Pentimento, il film più importante prima del crollo dell’Unione Sovietica

All’epoca di Stalin, le opere famose di Leo Tolstoj, Dostoevskij e Arcipelago Gulag di Aleksandr Solzhenitsyn, sono state tutte classificate come libri proibiti e molti sono stati bruciati. Dopo l’ascesa al potere di Krusciov e Gorbaciov, alcuni di questi libri sono riapparsi e le persone in Unione Sovietica, hanno iniziato a conoscere una parte di verità sul Partito Comunista dell’Unione Sovietica (CPSU).

Nel 1987, il film Pentimento, precedentemente censurato da Stalin per via del suo contenuto critico e semi-allegorico, è stato ridistribuito in tutta l’Unione Sovietica ed è diventato un evento culturale di particolare importanza prima della disintegrazione del CPSU. Il film, la cui storia è completamente inventata, si svolge in questo modo: Varlam Aravidze, il sindaco di una città negli anni ‘30, muore. Da giovane aveva promesso al suo popolo di costruire un “paradiso in terra”, ma dopo essere salito al potere, ha cominciato a schiacciare e a maltrattare coloro che lo avevano sostenuto nella sua ascesa. Negli ultimi anni della sua vita era diventato così malandato e mentalmente instabile da voler abbattere il sole. Aveva rinchiuso il suo amico Sandro, un artista trasparente, in un campo di concentramento, dove alla fine è morto. Varlam è stato responsabile anche della morte di molte altre persone.

Numerosi anni dopo, Katevan, la figlia di Sandro, dopo aver ricostruito la morte del padre, decide di vendicarsi. Dopo il funerale di Varlam, Katevan disseppellisce il suo cadavere e lo appoggia ad un albero nel giardino del figlio di Varlam; il cadavere viene nuovamente seppellito, ma lei di nuovo lo dissotterra. Katevan alla fine viene arrestata ma si difende denunciando le malefatte di Varlam che hanno sconvolto tutti quelli che lo conoscevano. Il nipote di Varlam si suicida dopo aver saputo dei crimini del nonno, mentre suo suo figlio, che precedentemente lo aveva difeso, getta via la sua salma da una scogliera vicina. Il film ha fatto ricordare alle persone la brutale tirannia di Stalin.

Il film Pentimento era stato criticato da Stalin

Gorbaciov quando finalmente abbandona il comunismo

In quel periodo, Gorbaciov era al potere da due anni e molti sapevano che i nonni di Gorbaciov erano stati entrambi incarcerati durante l’era di Stalin, era dunque impossibile che non avesse riserve nei confronti di quest’ultimo. La situazione in Unione Sovietica e in tutto il mondo in quel periodo gli imponeva anche di assumere un atteggiamento più aperto e rilassato.

Nel gennaio 1987, in una riunione del Comitato Centrale del CPSU, Gorbaciov annunciava che avrebbe attuato riforme economiche e politiche. Un mese dopo ha riferito ai giornalisti del Cremlino che l’Unione Sovietica avrebbe colmato il “vuoto nella storia” e che la verità sarebbe stata rivelata.

Il film Pentimento ha fatto scalpore in tutta l’Unione Sovietica non solo perché ha condannato pubblicamente il male del totalitarismo, ma anche perché ha incoraggiato decine di migliaia di persone a riflettere sulla fonte e la causa principale del male. Per la prima volta, il film ha esposto cose che il CPSU aveva sempre tenuto nascoste al pubblico; nel mentre, nel cuore della gente germinava l’idea che: “Non si può più vivere così”.

Dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, un giornalista ha intervistato il regista del film Tengiz Abuladze e gli ha chiesto perché avesse voluto fare un film del genere, il regista ha risposto: “Non è una nostra responsabilità?”

Il PCC continua ad avvelenare le menti dei giovani studenti

Quando Stalin era al potere, lavorava personalmente come caporedattore e ha scritto il libro Storia del Partito Comunista bolscevico dell’U.R.S.S. Breve corso,usato anche dal PCC come riferimento, dopo il 1949, quando ha redatto i libri di testo sulla storia sovietica per gli studenti cinesi.

Appena entrati nel XXI secolo, il libroA History of Russia: The 20th Century: 1894-2007, a cura di Andrey Borisovich Zubov, è stato utilizzato in Russia come libro di testo di storia per l’undicesimo livello scolastico (secondo anno di liceo). Il libro ripristina la verità storica e accusa l’Unione Sovietica fondata da Lenin di essere un “inferno in terra”. Il libro ha completamente ribaltato le cose sulla base della verità dei fatti e Lenin, una volta acclamato come grande leader rivoluzionario proletario, è stato amaramente disprezzato e rifiutato dal popolo.

Le statue di Lenin sono state abbattute una dopo l’altra

Il PCC, invece, usa ancora i libri di testo redatti durante il Movimento contro la destra e la Rivoluzione culturale. Questo materiale didattico e questi libri sono pieni delle dottrine del PCC e hanno fatto il lavaggio del cervello a molte generazioni di cinesi.

Negli ultimi anni, però, soprattutto dopo la pubblicazione dei Nove commentari sul Partito Comunista nel 2004, molte persone hanno riconosciuto la natura cruenta e menzognera del PCC. Oltre 360 milioni di persone hanno accettato di rinunciare alla loro attuale e precedente adesione al PCC e alle sue organizzazioni giovanili, in particolare la Lega della Gioventù Comunista e i Giovani Pionieri.

Oltre 360 milioni di cinesi hanno abbandonato il PCC e le sue organizzazioni affiliate

Man mano che l’umanità diventa più consapevole su cosa sia realmente il PCC e dopo aver sofferto per le conseguenze dell’occultamento e disinformazione durante la crisi della pandemia di coronavirus, la Cina diventerà probabilmente un posto migliore per la sua gente e per il mondo intero.