(Minghui.org) Li Changfang è stata imprigionata per via della sua fede nel Falun Gong e, mentre si trovava in carcere, è stata sottoposta ad intervento chirurgico senza il consenso della famiglia, poi è caduta in coma. Mentre i familiari non erano presenti, la polizia le ha scollegato l’apparecchiatura che a teneva in vita, facendola morire poco dopo. Le autorità hanno inoltre confiscato la salma rifiutando di restituirla alla famiglia.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Arresto e condanna

Li, una contadina della città di Linyi, nello Shandong, è stata arrestata il 23 ottobre 2018, dopo un’irruzione in casa sua da parte della polizia.

Li Changfang

Gli agenti del dipartimento di polizia della contea dello Yinan e della stazione di polizia della città di Yiwen hanno confiscato diversi oggetti alla sua famiglia, tra cui il computer del marito, il cellulare e l'auto elettrica del figlio.

Li è stata condannata a due anni e mezzo il 27 marzo dello scorso anno ed è stata multata di 10.000 yuan (circa 1.300 euro). Ha fatto appello in tribunale, ma il 24 maggio scorso è stata informata che la sentenza era stata confermata.

Ricoverata in ospedale

Il 5 luglio scorso, verso le 21.00, la famiglia di Li è stata informata che la donna era stata ricoverata in ospedale. Poiché suo marito, Wang Xijie, lavorava fuori città e non poteva tornare in tempo, ha chiesto alla figlia Wang Xiaojiao e a due parenti di andarla a trovare.

In ospedale c’erano molti agenti di polizia che hanno chiesto a Wang di firmare il modulo di consenso per l'intervento.

Li Changfang era ancora vigile prima dell'intervento

Proprio mentre Wang stava per firmare il modulo, suo padre ha chiamato per controllare la situazione. La ragazza ha riferito al padre che il medico sospettava che Li avesse una perforazione gastrica o intestinale, ma che non poteva confermarlo. Il signor Wang ha risposto alla figlia di non firmare l’autorizzazione e di aspettarlo.

Quando l’uomo è arrivato in ospedale, verso le 2:50 del mattino del 6 luglio, Li Changfang gli ha detto che da due settimane aveva dolori addominali, il dolore era partito dallo stomaco e poi si era diffuso nella parte inferiore del corpo, aumentando in modo tale che la settimana prima di essere portata in ospedale riusciva solo a bere un po' d'acqua.

Wang ha notato anche che la moglie aveva dei lividi sulla schiena e sulle cosce ed ha chiesto alla polizia cosa fosse successo, ma gli agenti si sono rifiutati di fornirgli spiegazioni.

L’uomo sospetta che fosse stata avvelenata da droghe sconosciute poiché la moglie le aveva raccontato che diverse volte era stata costretta ad assumere medicine e che le erano state iniettate droghe sconosciute. Il giorno dopo l'iniezione, aveva avuto forti dolori e dalla vita in giù la pelle si presentava rossastra e gonfia, successivamente era perfino diventata viola.

Più tardi Wang ha chiesto ad un medico come fossero le condizioni di sua moglie e lui gli ha risposto che probabilmente aveva una malattia della pelle o un'infezione ma, quando Wang ha interrogato ulteriormente il medico, quest'ultimo ha fatto affermazioni contraddittorie.

Wang voleva scattare delle foto per poter chiedere il parere di altri esperti, ma Lu Guoqiang, il direttore del centro di detenzione della città di Linyi, non gliel’ha permesso, con la scusa che Li Changfang era una detenuta. Lu ha anche rifiutato di rilasciare la praticante in libertà vigilata.

Wang ha parlato con il medico curante intorno alle 5 del mattino il quale ha affermato che l’unico modo per determinare se avesse una perforazione gastrointestinale era di operarla, aggiungendo che nessuna TAC o altri ospedale del Paese sarebbero stati in grado di diagnosticare le sue condizioni senza operarla.

Quando Wang ha chiesto se avesse altre opzioni, il medico ha risposto che avrebbero potuto osservare le condizioni di Li per un'altra settimana senza sottoporla all'intervento e vedere se si riprendeva.

Zhang Xiuxia, la guardia del centro di detenzione, sembrava turbata dopo aver scoperto che il medico non avrebbe operato Li ed ha insistito affinché l’intervento venisse praticato.

Quando il signor Wang è andato a visitare di nuovo la moglie, non gli è più stato permesso di entrare nella stanza.

Operata senza il consenso della famiglia

Poche ore dopo, verso le 11 del 6 luglio, il medico ha chiesto al signor Wang di firmare il consenso per operare Li, dicendo che le sue condizioni erano peggiorate e che non c'era alcuna possibilità che sopravvivesse senza l'intervento.

Dopo essere stato minacciato dal medico e dalle guardie del centro di detenzione, alla fine Wang ha firmato il modulo ed è andato a far visita alla moglie, la quale gli ha detto di sentirsi meglio grazie alle flebo che aveva ricevuto verso mezzogiorno, inoltre i lividi sul suo corpo erano scomparsi.

Prima dell’intervento, Li ha ricevuto la visita anche di sua madre e della zia ottantaduenne.

Verso le 15:30 la praticante è stata portata in sala operatoria e dopo l'intervento, terminato verso le 19:00, è stata portata direttamente in terapia intensiva.

Dopo l'operazione

Il medico ha riferito che Li avrebbe ripreso conoscenza la mattina dopo, aggiungendo che in quattro o cinque giorni la ferita avrebbe potuto fare infezione, ed ha mandato via i familiari. Non appena arrivati a casa, il medico ha chiamato il figlio di Li, Wang Xiaofei chiedendogli di tornare in ospedale. Al suo arrivo, gli è stato chiesto di firmare molti moduli, tra cui un avviso che Li si trovava in condizioni critiche ed una lista di farmaci.

La mattina seguente, verso le 8 del mattino (7 luglio), il figlio ha ricevuto un'altra chiamata con la quale lo informavano che il rene aveva sviluppato un'infezione e che sua madre doveva essere messa in dialisi. Il medico ha detto che le sue condizioni erano molto gravi.

Nel frattempo, le autorità permettevano le visite ad un solo familiare, una volta al giorno.

Quando Wang ha fatto visita alla moglie, ha notato che il suo corpo dal petto in giù era avvolto in un panno bianco. La polizia non gli ha però permesso di sollevarlo per dare un'occhiata, e Wang ha notato che tutto il corpo della donna era gonfio; un'infermiera ha sostenuto che fosse per via dell'urina che non poteva essere escreta.

La famiglia inoltre ha notato che dopo l’intervento gli occhi di Li erano chiusi con il nastro adesivo, che non era stato rimosso neanche prima della sua morte.

L'8 luglio i medici hanno detto che la donna aveva anche qualche problema al fegato e che gli altri organi interni avevano subito un avvelenamento.

Il 9 luglio, un medico ha riferito di aver scoperto che Li aveva già avuto un'infezione prima di essere portata in ospedale, aggiungendo che l'acido lattico della donna era dieci volte superiore al livello normale, il che di solito indica un'insufficienza cardiaca, una grave infezione o uno shock.

Il 10 luglio, il direttore del centro di detenzione, Ding Chunling, ha chiesto ai familiari del signor Wang di andare in ospedale. Quando sono arrivati hanno notato che in clinica erano presenti molti poliziotti ed agenti in borghese.

La polizia ha tentato di costringere i familiari a firmare i documenti di dimissione, ma loro si sono rifiutati. Il giovane Wang è stato picchiato quando è andato in bagno, ma la polizia ha affermato che era stato lui ad iniziare la rissa.

Questi era riuscito a fuggire e a chiedere aiuto urlando: «Mia madre è in coma a causa della polizia, ed ora mi picchiano!». Ha raccontato ad altri pazienti di come sua madre fosse stata arrestata e condannata al carcere per la sua fede nel Falun Gong e di come fosse stata operata per appendicite, ma poi trasferita in terapia intensiva dopo l'intervento. Ha anche detto a tutti che ora sarebbero stati costretti a portarla fuori dall'ospedale, nonostante non si fosse ancora ripresa.

Ding ha riferito a Wang che il tribunale aveva accettato di rilasciare la moglie in libertà vigilata e che poteva portarla a casa, a patto che firmasse il modulo di dimissione.

Wang ha risposto: «Le avete rifiutato la libertà vigilata la prima volta che ne ha fatto domanda ed ora che mia moglie sta morendo, lei cerca di non assumersene la responsabilità. Non firmerò nessun modulo, voglio solo che mia moglie si riprenda».

Polizia e molestie

Il 10 luglio alle 14.30, il figlio è andato a trovare la madre, ma quando ha cercato di fotografarla, il personale del centro di detenzione lo ha fermato. Poi Ding ha detto al padre che suo figlio aveva aggredito la polizia.

L’uomo ha quindi chiesto i documenti d'identità agli agenti che affermavano di essere stati aggrediti dal figlio, ma questi gli hanno risposto bruscamente che non li avevano e poi sono tornati in terapia intensiva.

Poco dopo la polizia ha arrestato Wang, suo figlio, sua figlia ed altri due parenti e li ha condotti alla stazione di polizia di Dongguan. Sono stati tutti interrogati e costretti a firmare una dichiarazione per garantire che non avrebbero causato problemi alle autorità. Gli agenti hanno minacciato la famiglia: «Rilasceremo il signor Wang se collaborerete. Tutto dipende dal vostro atteggiamento».

Mentre tutti sono stati rilasciati a mezzanotte, il più giovane Wang è stato trattenuto tutta la notte e rilasciato soltanto il giorno seguente.

Alle 14:30 del 12 luglio, Li ha ricevuto la visita del marito. La donna sembrava faticasse a respirare e quando Wang l’ha chiamata un paio di volte, lei ha girato un po' la testa, si è mossa un po' e, mentre lui la chiamava, le lacrime le hanno ricoperto il viso.

Wang era agitato e ha detto al medico che la moglie provava delle emozioni, ma lui ha risposto che i movimenti della signora Li erano controllati dalla macchina che la teneva in vita e non dalla sua coscienza.

L'ospedale ha chiamato i familiari di Li verso le sei del pomeriggio, meno di quattro ore dopo aver lasciato l'ospedale, dicendo loro che stava morendo e che aveva bisogno di essere rianimata. La famiglia si è precipitata in ospedale, dove nella stanza di terapia intensiva erano presenti molti agenti di polizia. Anche l'auto delle pompe funebri era in attesa.

Quando i familiari sono entrati nella stanza, sisono accorti che il tubo dell'ossigeno era stato rimosso e che anche la macchina per la compressione cardiaca si era fermata. Il medico ha tentato di riaccendere la macchina al loro arrivo, ma alla fine ha chiesto loro di lasciare il reparto di terapia intensiva.

Corpo confiscato dopo la morte

Dopo la morte di Li, Ding ha detto alla signora Wang che, in qualità di figlia, doveva comprare un sudario per sua madre e l'ha allontanata, tuttavia una volta comprato il sudario, la polizia non ha permesso alla ragazza ed a sua cognata di avvicinarsi al corpo e gli agenti hanno anche vietato loro di piangere.

Il centro di detenzione ha consegnato al signor Wang un certificato che attestava che Li era stata rilasciata il 10 luglio.

Quando il corpo di Li doveva essere trasferito, il signor Wang ha chiesto alle autorità di attendere, poiché gli zii stavano arrivando per vederla. La sua richiesta è stata respinta ed il corpo è stato portato via dalla polizia e dal personale delle pompe funebri.

Il 13 luglio la famiglia e l'avvocato di Li si sono incontrati con gli agenti del centro di detenzione. Liu Shidai, un altro direttore del centro di detenzione, ha dichiarato che la praticante non era più detenuta dal 10 luglio e ha segnalato che non aveva alcuna responsabilità per la sua morte.

L'avvocato ha preparato una lettera di denuncia per conto della famiglia di Li, ma il procuratore locale ha rifiutato di accettarla.

In seguito lo stesso procuratore ha accettato la denuncia e ha permesso alla famiglia di guardare i video di sorveglianza del centro di detenzione, ma ha limitato a sei il numero di persone autorizzate. Inoltre, non ha permesso di guardare i video registrati tra il 30 giugno e il 5 luglio, la settimana prima che la donna fosse portata in ospedale.

Quando i familiari si sono recati dal procuratore il 2 agosto, non è stato permesso loro di fare alcuna registrazione, anche se questo era stato concordato in precedenza con le autorità.

Il procuratore ha detto che il carcere di Linyi non ha violato alcun regolamento durante la detenzione di Li. Ha chiesto ai familiari di pagare le spese mediche di 300.000 yuan (circa 39.550 euro), aggiungendo che la polizia intendeva ritenere il figlio di Li responsabile dell’aggressione nei confronti degli agenti.

Il 22 agosto i funzionari governativi del Comune di Yiwen hanno trasmesso un video che mostrava la famiglia di Li che si rifiutava di firmare il modulo di consenso per il suo intervento chirurgico ai membri del Partito Comunista Cinese (PCC) del villaggio, dicendo che la donna non sarebbe morta se non avesse praticato il Falun Gong e se la sua famiglia avesse firmato il modulo in tempo, aggiungendo che i familiari avrebbero dovuto assumersene la responsabilità.

La cartella clinica fornita dall'ospedale, diceva anche che Li aveva avuto problemi di stomaco per più di dieci anni, mentre la sua famiglia sostiene che, prima del suo arresto, non avesse mai avuto problemi del genere.

I funzionari governativi hanno poi detto alla famiglia che se avessero pagato 40.000 yuan (circa 5.300 euro) per la cremazione del suo corpo, non avrebbero dovuto pagare le spese mediche.

Il signor Wang ha risposto: «Possiamo pagare i 40.000 yuan, ma ci restituisca il suo corpo».

«Non ti daremo mai il suo corpo», ha detto un funzionario.

Parti coinvolte nella persecuzione:

Li Zongqiang (李宗强), presidente del tribunale di Yinan: +86-539-3276110, +86-539-322100

Liu Shengchen (刘省臣), medico, ospedale popolare di Linyi: +86-135-83955413

Yang Xiaofeng (杨晓峰), medico, ospedale popolare di Linyi: +86-159-53959186

(Altri partecipanti alle informazioni di contatto sulla persecuzione sono disponibili nell'articolo originale cinese).

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