(Minghui.org) Xiao Meijun, residente a Hengyang nell’Hunan, aveva 72 anni quando il 2 marzo scorso è deceduta dopo anni di persecuzioni per la sua fede nel Falun Gong, un'antica disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La donna era in pensione ed in passato aveva lavorato per un’azienda di trasporto per alimenti. Nel 1996 aveva iniziato a praticare la Dafa alla quale attribuiva il merito di aver migliorato il suo carattere e la sua salute. Siccome non rinunciava alla sua fede neanche di fronte alla persecuzione, le erano state comminate due pene detentive per un totale di dieci anni. Durante la detenzione era stata pesantemente torturata e sottoposta ad iniezioni di farmaci sconosciuti. Quando nel 2018 era stata rilasciata, il suo stato di salute era molto grave; era inabile ed aveva perso la maggior parte dei denti a causa dell’alimentazione forzata.

Prima condanna

Il 4 giugno 2001 Xiao e suo marito, Wang Shengliang, erano stati arrestati perché cercavano di sensibilizzare le persone sulla persecuzione del Falun Gong. Erano stati condannati rispettivamente a sette e a cinque anni di carcere dal tribunale di Zhuhui.

Il 2 settembre 2002 si era svolta l’udienza di appello presso il tribunale intermedio locale, il quale aveva rifiutato di consentire ai loro familiaridi partecipare alla seduta e si era affrettato a terminare il processo nell’arco di mezz'ora.

La praticante era stata successivamente condotta nella prigione femminile di Hunan, mentre il marito era stato portato nella prigione di Jin.

Anche il loro figlio, che allora aveva solo sedici anni, era stato in carcere per due settimane. Dopo il suo rilascio era stato costretto ad abbandonare le attività scolastiche e a fare lavori di ogni genere per potersi mantenere durante la prigionia dei suoi genitori.

Il 3 giugno 2008 Xiao è stata rilasciata.

Secondo periodo di detenzione

Il 19 maggio 2015 la coppia è stata nuovamente arrestata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong; il 21 gennaio 2016 i coniugi sono comparsi presso il tribunale di Xiangtan ed il 18 febbraio sono stati condannati entrambi a tre anni di detenzione.

Il 14 luglio 2016 Xiao è stata trasferita nella prigione femminile di Hunan ed il 15 luglio Wang nella prigione di Wangling.

Inabile dopo le torture subite in prigione

Nel carcere femminile, Xiao è stata tenuta in isolamento in una cella buia. Altre detenute istigate dalle guardie la picchiatavano e la insultavano, inoltre non le era permesso parlare con le altre detenute e spesso era costretta a stare in piedi o seduta senza potersi muovere per lunghi periodi di tempo. A volte le veniva negato l'uso del bagno e, quando non ce la faceva più, se la faceva addosso.

Due guardie, Tang Ying e Li Jun, una volta le avevano detto: «Il Partito comunista cinese ci ha detto di perseguitarti! Non è un grosso problema anche se ti picchiamo a morte! Il Partito Comunista è il nostro capo!».

In seguito le guardie hanno ordinato ad alcune detenute di iniettare a Xiao dei farmaci sconosciuti. Subito dopo è entrata in coma ed è stato necessario rianimarla in ospedale.

Dopo anni di persecuzioni la donna è diventata inabile e non era più in grado di camminare da sola. Le sue mani tremavano involontariamente e aveva perso la maggior parte dei suoi denti per via dell’alimentazione forzata.

Xiao è stata rilasciata il 18 maggio 2018, ma non si è più ripresa ed è deceduta il 2 marzo di quest’anno.

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