(Minghui.org) L'Italia sta affrontando una dura battaglia contro la pandemia del virus del PCC (virus di Wuhan). Al 1° aprile 2020 il Paese, composto da circa 60 milioni di persone, ha riportato 105.792 casi confermati e 12.428 decessi.

La crisi, senza precedenti, della salute pubblica ha indotto molti giornalisti ad indagare sull’insabbiamento dei fatti riguardanti l'epidemia da parte del Partito Comunista Cinese (PCC), che ha avuto origine a Wuhan e si è rapidamente evoluta in una pandemia globale.

Molti giornalisti hanno valutato se la stretta collaborazione dell'Italia con la Cina abbia ulteriormente aggravato la situazione.

In un articolo di formiche dell'11 marzo, il giornalista Mattia Soldi ha dichiarato: “Di fronte a una delle più grandi crisi della storia italiana, i media hanno ora il dovere di informare e informare bene più che mai”.

Di seguito alcuni recenti articoli dei media in Italia.

Tempi: “Se il mondo è nei guai, è colpa del regime (cinese)”

L'11 marzo un articolo di Tempi ha sottolineato direttamente che il PCC è la ragione ultima del disastro che il mondo sta affrontando oggi.

Il pezzo affermava che “la natura autoritaria del governo cinese è così efficiente quando si tratta di limitare e reprimere, che ha permesso al virus di diffondersi indisturbato per almeno due mesi”.

“Se oggi l'Italia (e anche la Francia, la Germania e molti altri Paesi) è in ginocchio, è perché ai primi di dicembre la Cina non ha rivelato che i residenti di Wuhan in ospedale avevano gravi sindromi respiratorie simili a quelle causate dalla SARS”.

L'articolo chiedeva: “Perché, nonostante il fatto che gli ospedali di Wuhan erano pieni e non c’erano più posti letto da giorni, nessun giornale ha lanciato l'allarme? Perché il sindaco della città non ha detto nulla fino al 23 gennaio, consentendo ai suoi residenti di lasciare liberamente Wuhan e infettare l'intero Paese e successivamente il mondo?”.

“Semplicemente perché il sistema autoritario cinese ha impedito la diffusione delle informazioni, sia da parte della stampa che delle autorità locali. Quanti casi d’infezione e morte sarebbero stati evitati se la Cina fosse diventata un Paese democratico?”.

L'articolo ha inoltre commentato: “Sia l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che i quotidiani italiani lodano il sistema di quarantena cinese, ma non si chiedono perché venerdì 6 marzo, quando la vice premier Sun Chunlan è andata a fare un giro di ispezione a Wuhan, alcuni gridavano dai loro balconi: 'Falso! Falso! È tutto falso!'”.

Il pezzo di Tempi ha citato una storia del New York Times su Bella Zhang, 25enne commessa in una profumeria a Wuhan.

I membri della famiglia di Zhang hanno contratto il virus del PCC uno dopo l'altro, da sua nonna a suo nonno e sua madre, e poi lei stessa e suo fratello minore. Suo padre di 50 anni è stato l'unico a non aver contratto il virus.

La famiglia chiese aiuto ma fu respinta dagli ospedali, che stavano lottando con una carenza estrema di letti.

Dopo che il nonno di Zhang è morto a casa il 1° febbraio, la sua famiglia si è infuriata per la lenta risposta del governo all'epidemia e la negazione della dignità di base, soprattutto quando il suo corpo è stato rimosso come “un maiale morto o un cane morto”. Fu immediatamente cremato, ma le autorità non attribuirono la sua morte al virus.

A Wuhan, potrebbero esserci molte più persone proprio come il nonno di Zhang, che si sono ammalate e hanno cercato invano un letto in ospedale. Alcune non sono mai state testate nonostante i loro sintomi. La maggior parte di loro è stata messa in fretta in quarantena, abbandonata dalle autorità e lasciata morire in casa.

L'articolo di Tempi ha chiesto: “Quando l'OMS elogia il governo comunista cinese, è perché il tasso di mortalità in Cina era solo del 3,8% mentre quello italiano era già vicino al 5%? Come si può credere ai numeri di Pechino? E quanti altri signor Zhang ci sono in Cina?”.

Ha continuato dicendo: “Nella città di Lianshui, nella provincia del Jiangsu, un'intera famiglia è stata rinchiusa in casa con delle barre di metallo saldate alla porta dalle autorità locali. Sulla loro porta è stato affisso un cartello con la scritta: 'Una persona che è tornata da Wuhan vive qui. A nessuno è permesso avvicinarli'”.

Questa famiglia ha raccontato che se non fossero stati i loro vicini a lanciargli del cibo dal balcone, sarebbero morti tutti di fame.

In Cina, ci sono stati molti casi di quarantena gestiti in modo simile alla famiglia di Lianshui da parte di funzionari “entusiasti”. Ma non tutti hanno un vicino dal cuore gentile come loro. “Di fronte a casi così estremi, come si può lodare i modelli di quarantena in stile cinese?”.

Alla fine l'articolo ha criticato le informazioni online che hanno elogiato il sistema autoritario cinese, ricordando al Governo italiano di migliorare la sua gestione delle emergenze, interrompendo l'invio di notizie contrastanti e confuse e dimenticando il “modello cinese”.

Formiche: “Dalla via della seta al Coronavirus. Ecco chi rilancia la propaganda cinese in Italia”

Nel marzo 2019 l'Italia è stata la prima nazione del G7 a unirsi alla Belt and Road Initiative (BRI) della Cina.

Lanciato nel 2013 e talvolta denominato “La nuova via della seta”, si è ritenuto che il progetto BRI fosse un canale per il PCC per espandere la sua influenza economica e politica dall'Asia orientale all'Europa. Molti analisti diffidano dell'ambizione della Cina di diventare una potenza mondiale e sospettano che il BRI possa essere un cavallo di Troia per lo sviluppo regionale e l'espansione militare condotti dalla Cina.

Dopo che il coronavirus è esploso in Italia, il PCC ha affermato di aver donato molti aiuti medici all'Italia e ha promosso la propaganda che lo identifica come il salvatore del mondo. Alcuni funzionari italiani hanno accolto l’aiuto del PCC, diffondendo la rinnovata propaganda del Partito.

Un articolo di formiche dell'11 marzo ha criticato i quotidiani nazionali italiani e i messaggi Twitter dei principali politici che hanno diffuso la nuova propaganda di Pechino in Italia. Nel giro di due settimane il PCC si è trasformato con successo dall'epicentro della pandemia al guaritore che ora offre generosamente “assistenza medica” e istruzioni su come combattere il coronavirus con il “modello Wuhan”.

Il principale partito italiano, il Movimento Cinque Stelle, ha pubblicato un articolo sui social media intitolato: “Amicizia e solidarietà reciproca”, ringraziando il PCC per le merci spedite dalla Cina. Il post, tuttavia, è scomparso dopo pochi minuti. In seguito i funzionari hanno chiarito che questi beni sono stati pagati, non “donati gratuitamente” dal PCC.

Allo stesso tempo, un post sulla pagina Facebook dell'ambasciata cinese in Italia ha registrato più di 16.000 commenti, molti dei quali erano note di gratitudine da parte del pubblico italiano.

Il messaggio diceva: “Il governo cinese è pronto a fare la sua parte in segno di profondo ringraziamento all'Italia che ha aiutato il Paese nel momento del bisogno. Pechino è disposta a fornire all'Italia ventilatori polmonari, maschere, alta tecnologia, tute protettive e tamponi per i test del coronavirus. Questa è la decisione presa dal governo cinese durante l'intervista telefonica tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il suo omologo italiano Luigi Di Maio”.

Il media portavoce del PCC Global Times ha pubblicato una video-intervista su Twitter con Pierpaolo Sileri, viceministro della Sanità italiana e membro del Movimento Cinque Stelle, dal titolo: “Grazie Cina, per aver condiviso la tua esperienza con noi!”.

Sileri ha elogiato il PCC per aver dato l'esempio nella lotta contro Covid-19, affermando che avrebbero accettato le indicazioni del PCC mettendole in pratica “nella nostra routine quotidiana”.

Il pezzo di formiche afferma che non sono solo gli attuali funzionari del governo italiano ad aver contribuito a promuovere la nuova propaganda del PCC, ma hanno contribuito a “stendere il tappeto rosso” anche altri ex funzionari pubblici.

In un messaggio Twitter Michele Geraci, ex sottosegretario di Stato presso il Ministero dello Sviluppo economico italiano, ha dichiarato che l'arrivo dell’“aiuto medico” è stato determinato dalla “Via della seta” e dal memorandum d'intesa (MOU) dell'Italia con il PCC.

Atlantico: “I casi asintomatici non segnalati sono come bombe a orologeria”

Il 24 marzo un altro media italiano, Atlantico, ha scritto che secondo una dichiarazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), tutti i pazienti che sono risultati positivi al virus, siano essi con o senza sintomi, devono essere considerati casi confermati. Ma le autorità cinesi hanno archiviato tutti i casi asintomatici dopo il 7 febbraio, violando palesemente le norme standard seguite da altri Paesi e complicando ulteriormente la situazione.

L'articolo di Atlantico affermava che il numero di casi asintomatici non segnalati è estremamente importante, in quanto rappresenta un veicolo d’infezione che è difficile da identificare. Potrebbe portare conseguenze disastrose nella quarantena e altre attività di mitigazione.

L'articolo ha sottolineato che i casi non segnalati sono come bombe a orologeria nelle comunità infette e che potrebbero esplodere in qualsiasi momento riattivando la catena di infezione, causando catastrofi inimmaginabili in Cina e nella comunità internazionale.

L'autore ha poi citato un pezzo di The Epoch Times che denuncia un preoccupante calo, tra dicembre e marzo, di 21 milioni di utenze telefoniche in Cina, secondo i dati forniti dal Ministero dell'Industria e dell'Informazione Tecnologica cinese.

In Cina, l'uso dei telefoni cellulari è quasi obbligatorio, poiché sono collegati al conto bancario, all'identificazione personale e a molti altri servizi. Sebbene potrebbero esserci ragioni diverse dalla morte che contribuiscono alla riduzione degli utenti di telefoni cellulari, come una quarantena nazionale, il periodo di riduzione coincide tuttavia con il picco delle infezioni da coronavirus.

Tang Jingyuan, editorialista di The Epoch Times, ha detto: “Se solo il 10 percento dei numeri di cellulari fosse stato disattivato perché gli utenti sono morti a causa del virus del PCC, il bilancio delle vittime sarebbe di 2 milioni”.

Adnkronos: Senatore dice: “Non puoi permettere a coloro che hanno infettato il mondo di diventare un salvatore!”

Secondo un articolo del 26 marzo pubblicato su Adnkronos, Matteo Salvini, senatore ed ex vice primo ministro italiano, durante una sessione di dibattito ha dichiarato: “Se il governo cinese fosse stato a conoscenza del virus e non lo avesse detto pubblicamente, saremo difronte ad un crimine contro l'umanità”.

Salvini ha continuato: “Non puoi permettere a coloro che hanno infettato il mondo di diventare un salvatore!”.

Verisone cinese