(Minghui.org) Il 20 luglio 1999 Jiang Zemin, ex leader del Partito Comunista Cinese, ha avviato la persecuzione del Falun Gong, una pratica per il benessere della mente e del corpo nota anche come Falun Dafa, basata sui principi di Verità-Compassione-Tolleranza. Da allora, numerosi praticanti del Falun Gong sono stati arrestati, condannati e torturati per la loro fede. Una delle prigioni più famose per gli abusi contro le praticanti del Falun Gong è quella femminile dello Jilin.

In quella prigione, secondo le statistiche disponibili sul sito web di Minghui, sono decedute almeno ventinove praticanti a causa delle brutali torture subite. Nel luglio scorso la signora Fu Guihua, residente a Changchun, nella provincia del Jilin, è deceduta solo due mesi dopo l’inizio della sua reclusione, mentre sua figlia, la signora Yu Jianli, viene ancora maltrattata nella stessa prigione per aver condiviso la sua fede nel Falun Gong.

Sebbene molti casi di persecuzione siano stati denunciati, molti altri probabilmente non sono stati resi noti, a causa della rigida censura dell'informazione in Cina e del fatto che alcuni praticanti o le loro famiglie hanno scelto di rimanere in silenzio per paura di ritorsioni da parte delle autorità.

I funzionari della prigione femminile dello Jilin hanno creato una procedura per costringere le praticanti del Falun Gong a rinunciare alla loro fede: appena recluse a ciascuna vengono assegnate uno o due detenute criminali o collaboratrici (ex praticanti che hanno rinunciato alla loro fede), per controllarle 24 ore su 24. Le detenute come incentivo ricevono riduzioni di pena.

Alcune collaboratrici hanno rinunciato alla loro fede a causa delle torture subite, mentre altre sono state costrette dalle guardie carcerarie. Poiché un tempo esse stesse praticavano il Falun Gong, è più facile per loro ingannarle perché vivono nelle stesse celle delle donne appena recluse, le osservano da vicino e cercano di identificare le loro personalità e debolezze, che potrebbero essere usate per ridurre la loro forza di volontà in modo da minare la loro fede nel Falun Gong.

Le praticanti sono sottoposte a stretto controllo, rinchiuse in cella d’isolamento e torturate, costrette a guardare video che diffamano il Falun Gong ed obbligate a scrivere frequenti "rapporti di pensiero". Persino gli spettacoli di intrattenimento sono stati trasformati in programmi di lavaggio del cervello per diffamare il Falun Gong.

Le recluse che si rifiutano di rinunciare alla pratica sono poste sotto stretta sorveglianza da alcune detenute criminali (spesso assassine o spacciatori di droga). Sono persone volgari ed a volte perverse che, sotto la loro sorveglianza. usano ogni mezzo possibile per torturarle, come non permettere loro di dormire, mangiare, bere o lavarsi. Ad esempio la praticante è costretta a sedersi su un piccolo sgabello per un lungo periodo di tempo, non le viene permesso di usare il bagno o di usare gli assorbenti quando ha le mestruazioni, è osservata in ogni momento e viene maltrattata verbalmente o picchiata.

Le guardie carcerarie fanno finta di non vedere e se una di loro denuncia i maltrattamenti spesso è ignorata e subisce ritorsioni. Alcune praticanti sono rimaste permanentemente paralizzate, alcune sono diventate pazze ed altre sono morte a causa delle torture.

Quando una praticante è costretta a rinunciare al Falun Gong, essa è messa sotto stretta sorveglianza. Se il suo comportamento non soddisfa i requisiti, può essere messa di nuovo sotto stretto controllo per la cosiddetta trasformazione profonda. Il lavoro di conversione della praticante si conclude quando essa concorda chiaramente sulle menzogne create dal PCC contro il Falun Gong.

Articoli correlati:

Jilin Province Women"s Prison Continues to Persecute Falun Gong Practitioners Changchun Women"s Prison Instigates Inmates to Torture Falun Gong Practitioners Jilin: Come le guardie della prigione femminile torturano le praticanti del Falun Gong Jilin: Praticanti del Falun Gong torturate nella prigione femminile