(Minghui.org) Il 23 aprile scorso, i praticanti della Falun Dafa si sono riuniti davanti all'ambasciata cinese a Canberra, in Australia, per una veglia a lume di candela. Hanno commemorato l'appello pacifico del 25 aprile, e ricordato i compagni praticanti che hanno perso la vita a causa della persecuzione. Il 25 aprile 1999, oltre 10.000 praticanti si sono appellati pacificamente al Partito Comunista Cinese (PCC) affinché rilasciasse i praticanti arrestati illegalmente a Tianjin.

I praticanti hanno tenuto una veglia a lume di candela davanti all’ambasciata cinese a Canberra, in Australia, il 23 aprile scorso

Il portavoce della Falun Dafa di Canberra, Hao Li, ha detto: “L'appello pacifico e razionale del 25 aprile al governo cinese, è stata una dimostrazione di integrità morale e di coraggio che ha sostenuto la rettitudine e la coscienza. È stata anche una dimostrazione di grande compassione e spirito di tolleranza dei praticanti della Falun Dafa. Essi si sono appellati per sostenere la libertà di credo concessa ai cittadini dalla legge statale cinese, e per affermare i principi universali di Verità, Compassione e Tolleranza. Non cercavano un guadagno politico, ma volevano solo che il governo comprendesse la vera situazione dei coltivatori”.

Questa era una buona opportunità per il governo di conquistare i cuori di cento milioni di cittadini che credono in Verità, Compassione e Tolleranza. Tuttavia, Jiang Zemin, che a quel tempo era il leader del PCC, ha calunniato questi 10.000 mila praticanti, dicendo che essi assediavano Zhongnanhai (la sede centrale del PCC e il Consiglio di Stato della Cina). Ha utilizzato tutti i media del Paese per diffondere queste menzogne in tutta la Cina e anche all'estero. Ha attuato brutali torture, persecuzioni e ordini di uccidere queste persone. Ad oggi, almeno 4.641 praticanti della Falun Dafa sono stati perseguitati a morte.

Hao Li ha sottolineato: “Sono passati ventidue anni, e sebbene abbiano attraversato giorni e notti di prigionia spaventosi e sanguinosi, e persecuzioni così malvagie che non si sono mai viste su questa terra, i praticanti hanno continuato diligentemente a chiarire la verità. Anche la comprensione della comunità internazionale sulla verità e sugli sforzi dei praticanti contro la persecuzione aumenta di giorno in giorno”.

“Sempre più persone rispettano la Falun Dafa per aver portato bontà e speranza al genere umano. Noi persistiamo nella nostra convinzione: Il bene e il male avranno la loro giusta ricompensa e retribuzione, poiché questa è la legge del cielo. La rettitudine alla fine trionferà sul male. Gli atroci crimini che i principali colpevoli hanno portato alla persecuzione della Falun Dafa e che i loro seguaci hanno commesso, saranno sicuramente puniti non solo dalla legge dello Stato, ma anche dalla legge dei Cieli! Il PCC insopportabilmente arrogante si sta dirigendo verso la disintegrazione mentre continua la sua persecuzione. Nessuna delle figure politiche che hanno perseguitato le giuste credenze ha mai avuto successo”.

I preziosi ricordi di una partecipante all'appello per la pace del 25 aprile

La signora Lu, che attualmente vive a Canberra, ha sospirato profondamente mentre raccontava la sua esperienza vissuta ventidue anni fa: “Il 25 aprile 1999, come praticante, volevo parlare a favore della Falun Dafa, così sono andata all'Ufficio Generale del Consiglio di Stato di Pechino. Le nostre richieste erano molto semplici: primo, il rilascio dei quarantacinque praticanti di Tianjin che erano stati picchiati e arrestati; secondo, permettere la pubblicazione legale dei libri della Falun Dafa; terzo, assicurarci di avere un ambiente di coltivazione legale e il nostro diritto di esercitare la nostra libertà di credo”.

Allora aveva ventotto anni. Ha ricordato che la notte del 24 aprile 1999, un praticante l’aveva informata che sarebbero andati all'Ufficio Generale del Consiglio di Stato di Pechino, perché la polizia di Tianjin aveva arrestato molti praticanti senza validi motivi. Perciò, quelli che non erano stati arrestati sentivano di dover chiarire i fatti e chiedere il rilascio dei loro amici. Lu ha spiegato: “Ho deciso immediatamente di seguirli per fare appello al governo. Soggiornavo in una piccola città del Liaoning e solo un treno andava a Pechino di notte, quindi sono tornata a casa, ho indossato una giacca, ho preso i soldi del biglietto e sono corsa alla stazione. Sono stata molto fortunata, perché una volta salita sul treno, questo è immediatamente partito; la mattina dopo ero a Pechino”.

“Quando mi sono affrettata verso il lato ovest di Zhongnanhai (in via Fuyou), ho visto che c'erano molte persone. I praticanti arrivavano da tutte le diverse regioni della Cina e anche se non ci conoscevamo, eravamo tutti molto disciplinati attenendoci alle norme di Verità, Compassione e Tolleranza. Nonostante ci fosse così tanta gente, l’ambiente era molto tranquillo, la maggior parte delle persone leggeva tranquillamente i propri libri e pur non essendoci nessuno a mantenere l'ordine, quelli davanti, stavano in piedi in file ordinate e in silenzio”.

“Anche se il tempo a Pechino non è molto caldo ad aprile, quel pomeriggio c’erano più di 20 gradi Celsius (68 gradiFarenait). Indossavo una giacca spessa e sentivo caldo, ma sentendo che il campo energetico retto in quel momento era molto forte non l'ho tolta per non disturbare l'ambiente tranquillo e pacifico. Nonostante il sole splendesse sulle persone, nessuno si lamentava della temperatura molto calda, della lunga attesa, o dei sintomi della fame”.

“Abbiamo semplicemente aspettato con speranza. Durante l'intero processo di appello, non sono stati usati slogan o frasi ad effetto e tutti in silenzio durante l’attesa abbiamo riflesso i nostri sentimenti più sinceri come coltivatori della Falun Dafa. Le menti erano piene di pensieri compassionevoli, convinti che il governo avrebbe sicuramente dato una risposta soddisfacente a questo gruppo di cittadini dal cuore gentile. Abbiamo aspettato tutto il giorno in piedi”.

“La sera è arrivata la notizia che l'appello era stato accettato e trattato in modo aperto dal premier del Consiglio di Stato, e che i praticanti di Tianjin erano stati rilasciati. Tutti sono tornati alle loro case dopo aver ripulito volontariamente l'area in cui si trovavano”.

Ha concluso dicendo: “Nel corso di questi ventidue anni, ho attraversato alti e bassi nel processo della mia coltivazione. Tuttavia, la scena dell'appello del 25 aprile è ancora vivida nella mia mente. È un ricordo davvero prezioso. Il male ha paura che la verità venga rivelata e che i praticanti della Falun Dafa diffondano luce e speranza al mondo intero. Spero che più australiani e persone sulla terra possano vedere chiaramente la natura malvagia del PCC”.