(Minghui.org) Lo scorso 21 aprile una donna residente nella città di Shenzhen, provincia del Guangdong, è stata condannata a due anni per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La signora Fu Xiaoli, di quarantasette anni, lavora presso una società straniera come direttrice finanziaria. Il 29 febbraio dello scorso anno è stata arrestata nella sua abitazione, dopo che i funzionari l'avevano convinta con l'inganno ad aprire la porta, dicendo che si trovavano lì per misurarle la temperatura corporea. In seguito al rifiuto del centro di detenzione di Nanshan di ammetterla nella struttura a causa della pandemia, è stata portata dalla polizia presso il carcere di Nanshan, dove è stata ammanettata ed incatenata. È stata anche trattenuta nel centro di detenzione n° 4 di Shenzhen ed in quello di Luohu, prima di essere trasferita in quello di Yantian, all'inizio di giugno dell'anno scorso, dove si trova tuttora.

Illustrazione della tortura: mani e piedi uniti in catene

Il 28 ottobre dell'anno scorso è stata processata dal tribunale distrettuale di Yantian. Lo scorso 21 aprile è stata condannata a due anni di prigione ed il 3 maggio successivo la donna ha ricorso in appello contro il verdetto.

Mente e corpo elevati dalla pratica del Falun Gong

Da quando aveva dodici anni, Fu soffriva di nevrastenia e di una forma grave d'insonnia. Mentre si stava preparando per gli esami di ammissione alla scuola di specializzazione, dopo aver trascorso lunghe notti a studiare in classe senza riscaldamento durante l'inverno, ha sviluppato i reumatismi alle gambe.

Nel marzo 1999, mentre lavorava al suo Master in gestione a Pechino, le è stato presentato il Falun Gong. Solo pochi giorni dopo aver iniziato a praticare, la sua insonnia è scomparsa e dormiva profondamente. La sua memoria è migliorata e la sua mente è diventata più chiara. Anche i reumatismi, che l'avevano tormentata nei giorni bui, sono scomparsi.

Nel 2001, partecipando ad una fiera del lavoro a Shanghai, un giorno ha comprato un pranzo da cinque yuan (circa 0,65 euro). Tornando a casa, si è accorta di aver dimenticato di pagare il pranzo ed ha deciso di tornare la mattina successiva con i soldi.

Il giorno dopo pioveva. La sua amica le ha detto: "Sono pochi soldi e non hai agito di proposito. Non preoccuparti!", ma lei è andata ugualmente, dato che è una praticante del Falun Gong. Il viaggio in autobus le sarebbe costato quattro yuan (circa 0,52 euro). Siccome era a corto di soldi, ha camminato per più di un'ora ed ha pagato i cinque yuan, che erano il suo budget per un giorno di cibo.

Perseguitata per la sua fede

Poiché si rifiutava di rinunciare al Falun Gong, è stata licenziata dalla sua posizione di docente all'Università di Zhengzhou, nella provincia dell'Henan e successivamente da un'azienda di Pechino. Suo marito ha anche divorziato da lei ed si è impadronito di tutti i loro risparmi.

Durante la detenzione alla fine del 2004, è stata sottoposta a continue torture per costringerla a rinunciare al Falun Gong. È stata privata del sonno per settimane e, quando si sentiva assonnata, le guardie le versavano acqua fredda per svegliarla e le strofinavano anche olio essenziale stimolante sugli occhi. Veniva costantemente picchiata ed ammanettata. A volte le guardie la costringevano a stare in piedi per lunghe ore e la schiaffeggiavano in viso centinaia di volte ogni giorno.

Altre torture a cui era sottoposta includevano pizzicotti e tirate di capelli. Il suo corpo era costantemente coperto di lividi e ferite, aveva dolore alla mandibola e difficoltà di masticazione. I suoi piedi e le sue gambe erano gravemente tumefatti e non riusciva nemmeno a mettersi le scarpe.

Le guardie la affamavano, dandole un piccolo panino al vapore e qualche sottaceto ad ogni pasto. Era anche costretta a guardare video che demonizzavano il Falun Gong. Siccome è rimasta ferma nella sua fede, le guardie hanno arrestato i suoi genitori e li hanno imprigionati insieme a lei, per spingerla a rinunciare al Falun Gong.