(Minghui.org) Da quando il regime comunista cinese, nel luglio del 1999, ha ordinato la persecuzione del Falun Gong, una disciplina spirituale per il benessere della mente e del corpo, le autorità della provincia del Liaoning hanno portato avanti attivamente la politica di persecuzione. Un numero incalcolabile di praticanti è stato incarcerato, in varie prigioni della provincia, e molti di loro sono stati torturati fino all'invalidità o addirittura alla morte.
Il 13 agosto del 2019 è stata ufficialmente istituita la prigione femminile n. 2 della provincia del Liaoning per soddisfare la crescente domanda di strutture carcerarie. Le detenute nel terzo, ottavo e decimo reparto della prigione femminile n. 1, a partire dal 13 novembre del 2019, sono state trasferite nella nuova prigione. Entrambe le prigioni si trovano nella città di Shenyang.
Alla fine del 2019, dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus, le prigioni della provincia del Liaoning hanno colto l'occasione per imporre la chiusura totale, e la stragrande maggioranza dei praticanti del Falun Gong, detenuti per la loro fede, ha perso i contatti con il mondo esterno. Le visite familiari e le telefonate sono state vietate, e questa situazione continua da oltre un anno.
La negazione delle visite dei familiari non è la cosa peggiore per i praticanti. Per costringerli a rinunciare alla loro fede, le guardie stanno usando vari metodi di tortura su di loro, come scosse elettriche, percosse, appenderli per i polsi per lunghe ore, ammanettarli dietro la schiena, costringerli a patire la fame, congelamento, negazione dell'uso del bagno, privazione del sonno e lavaggio del cervello.
Molti praticanti sono stati costretti a fare anche un lavoro intensivo senza retribuzione, perlopiù per produrre dispositivi di protezione per soddisfare l'aumento della domanda durante la pandemia. Le guardie carcerarie di solito tenevano le macchine in funzione ventiquattro ore al giorno e, sia ai detenuti che ai praticanti del Falun Gong, venivano assegnati diversi turni per lavorare alle macchine.
Di seguito sono riportati alcuni casi di persecuzione di praticanti del Falun Gong nel primo reparto della prigione femminile n. 2 della provincia del Liaoning.
La signora Jiang Jun, residente nella città di Shenyang, che sta scontando una pena di otto anni, è stata recentemente tenuta in isolamento per non aver soddisfatto lo standard che le detenute devono avere.
La signora Li Zonglan, una settantenne residente nella città di Shenyang che sta scontando una pena di sette anni, è stata portata nella nuova prigione alla fine dello scorso anno. Poiché mangia lentamente a causa di problemi ai denti, le detenute la picchiano costantemente e la maltrattano verbalmente. È stata costretta ad eseguire lavoro non retribuito.
Anche la signora Hu Zhiqin, una sessantenne residente della città di Dalian, sta scontando una pena di sette anni. È stata sottoposta a percosse ed abusi verbali nel gruppo di correzione dove le è stato ordinato di rinunciare alla sua fede. È diventata cieca da un occhio a causa delle torture e viene costretta a lavorare più di dieci ore al giorno.
La signora Zhao Jing, una settantenne della città di Fushun, è stata condannata a cinque anni nel 2016. Nonostante la sua età avanzata, è ancora costretta a fare un lavoro intensivo in officina e deve subire vari abusi fisici. Tutti i suoi capelli sono diventati grigi.
La signora Lin Jingping, residente nella città di Dalian, quarantenne, sta scontando una pena di quattro anni. Per costringerla a rinunciare alla sua fede i detenuti l'hanno privata del sonno, le hanno scritto il nome del fondatore del Falun Gong sulle scarpe e l’hanno minacciata di chiamare suo padre gravemente malato per tormentarlo.
La signora Cao E, residente della città di Dalian, è stata condannata a tre anni e mezzo nel 2017. Al suo ingresso in prigione, le guardie non le hanno permesso di usare la carta igienica per quattro mesi, così è stata costretta a pulirsi con l'acqua dopo l’uso del bagno. Quando si bagnava i vestiti le guardie non le consentivano di cambiarsi.
La signora Sun Zhengyu, della città di Shenyang, è stata imprigionata a fine novembre del 2018 per scontare una pena di tre anni e mezzo. Prima di essere trasferita nella nuova prigione, è stata tenuta in isolamento per quindici giorni con le mani ammanettate dietro la schiena e la bocca imbavagliata. Nella nuova prigione, siccome si è rifiutata di stare in piedi in mensa, i detenuti l'hanno trascinata nell'ufficio delle guardie e l'hanno ammanettata con la forza. Questo le ha causato la frattura delle ossa della scapola sinistra e del gomito destro. È stata tenuta in isolamento per diciassette giorni senza alcuna assistenza medica. È stata rilasciata il 19 marzo scorso.
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