(Minghui.org)

Nome cinese: 仲淑娟

Genere: Femmina

Età: 66

Città: Dalian

Provincia: Liaoning

Occupazione: Impiegata dell'Università di Tecnologia di Dalian

Data della morte: 24 dicembre 2021

Data dell'arresto più recente: 28 giugno 2016

Luogo di detenzione più recente: Prigione femminile del Liaoning

Il 24 dicembre dello scorso anno Zhong Shujuan è morta nella prigione femminile del Liaoning. La donna, sessantaseienne della città di Dalian, ha subito lunghe torture ed ha sviluppato un cancro al seno mentre scontava la pena per aver praticato il Falun Gong. La praticante è deceduta tre anni dopo che la sua richiesta di libertà condizionale le era stata negata. Il suo corpo è stato cremato alla presenza della polizia, del procuratore e del giudice coinvolti nella sua condanna.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica tradizionale spirituale e di meditazione che viene presa di mira dal regime comunista cinese dal 1999.

Negli ultimi ventidue anni Zhong è stata arrestata sette volte ed incarcerata per un totale di dodici anni per aver sostenuto la sua fede. É stata reclusa nel centro di detenzione di Dalian per diciotto giorni, in un centro di riabilitazione per droghe per ventotto giorni, nel campo di lavoro forzato di Dalian per due anni e quaranta giorni e nel campo di lavoro forzato di Masanjia due volte: la prima volta per due anni e quattro mesi e, la seconda, per due anni e sedici giorni. Inoltre è stata tenuta nel centro per il lavaggio del cervello di Luotaishan per ventuno giorni nel luglio 2009 ed in un ospedale per quindici giorni nel marzo 2016. É stata condannata a sette anni e mezzo dopo il suo ultimo arresto il 28 giugno 2016 ed è rimasta detenuta fino alla sua morte, avvenuta il 24 dicembre scorso.

Zhong non è stata l'unica persona della sua famiglia ad essere perseguitata. Sua figlia Li Xiuli, ventisettenne, ha sofferto di un esaurimento mentale nel 2007, a causa delle molestie a lungo termine perpetrate delle autorità. Dopo una traumatica irruzione della polizia, mentre si trovava a casa da sola, non si è più ripresa. Dopo l'arresto di sua madre, lei e suo padre, Li Kuan, erano così traumatizzati che non hanno lasciato la loro abitazione per più di quaranta giorni, non osavano rispondere alle telefonate o aprire la porta, la gente pensava che fossero morti ed hanno scoperto che erano ancora vivi solo dopo aver usato la forza per entrare nel loro appartamento.

Dopo l'ultimo arresto di Zhong, avvenuto nel 2016, suo marito è stato detenuto per quindici giorni, e poi condannato a tre anni e mezzo di libertà vigilata. La salute mentale della figlia è ulteriormente peggiorata.

Arrestata con la figlia e detenuta per quasi due mesi

Zhong ha lavorato per vent’anni nel negozio di souvenir dell'Università di Tecnologia di Dalian. Ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1994, è guarita da una forma grave di artrite reumatoide, ed ha migliorato anche il suo carattere, tant’è che era apprezzata dai suoi colleghi per la sua disponibilità.

Nel dicembre 2000, alcuni mesi dopo l'inizio della repressione del Falun Gong, Zhong e sua figlia hanno preso un autobus per andare a Pechino per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong. Visto il gran numero di praticanti che arrivavano a Pechino da tutto il Paese, la polizia di Dalian ha rintracciato i praticanti, ordinando a tutti i passeggeri dell'autobus di calunniare verbalmente il fondatore del Falun Gong; chi non l'avesse fatto sarebbe stato portato via. Poiché Zhong e sua figlia si sono rifiutate di obbedire sono state perquisite e portate al centro di riabilitazione di Dalian, dove sono state perseguitate.

La polizia ha estorto più di 4.000 yuan (circa 550 euro) al marito, Li Kuan, ed ha continuato ad estorcergli denaro ogni volta che arrestavano sua moglie e lui ne chiedeva il rilascio. La polizia ha anche minacciato la figlia della coppia di incarcerarla se si fosse rifiutata di rinunciare al Falun Gong. Siccome la giovane donna aveva rifiutato di rinunciare al suo credo, è stata detenuta per diciotto giorni.

Al centro di riabilitazione per tossicodipendenti di Dalian, come protesta contro la sua detenzione illegale, si è rifiutata di recitare le regole del centro; le guardie l'hanno ammanettata e spinta contro il muro, l'hanno molestata e non le hanno permesso di dormire fino al mattino seguente. Una guardia ha schiaffeggiato sua figlia più di venti volte, l'ha svegliata il giorno dopo alle 5:00 del mattino e l'ha costretta a stare in piedi e piegata per un giorno intero.

Zhong è stata trasferita al centro di detenzione di Dalian ventotto giorni dopo, ed in seguito è stata condannata a due anni da scontare nel campo di lavoro forzato di Dalian.

Brutali torture e abusi sessuali nel campo di lavoro forzato

Nel campo di lavoro forzato di Dalian un detenuto di nome Gao ha schiaffeggiato la praticante e l'ha torturata perché aveva detto che avrebbe continuato a fare gli esercizi del Falun Gong. Le guardie l'hanno fatta piegare con entrambe le mani che toccavano la nuca e la testa tra le gambe, e la picchiavano se si muoveva. Per protestare contro la persecuzione tutti i praticanti del Falun Gong detenuti nel campo di lavoro hanno iniziato uno sciopero della fame, ma sono stati portati in una stanza dove hanno dovuto dormire su un sottile materasso di paglia messo a terra.

Le praticanti sono state portate in mensa il giorno dopo, ed i loro nomi sono stati chiamati uno per uno da due guardie maschi che le hanno afferrate, trascinate fuori e costrette a salire su un autobus. Le hanno anche minacciate dicendo loro che le avrebbero condotte al famigerato campo di lavoro forzato di Masanjia. L'autobus ha girato intorno al campo di lavoro due volte e si è fermato davanti ad un altro edificio diroccato nelle vicinanze.

Dopo che Zhong è stata ritrasferita al campo di lavoro forzato di Dalian, le guardie l'hanno privata del sonno e hanno continuato a torturarla. É stata tenutaa in cella d’isolamento per tre volte.

Quando ha iniziato uno sciopero della fame per protestare, le guardie le hanno praticato l’alimentazione forzata con lo stesso tubo nasale usato su un'altra persona senza pulirlo. Sul tubo c'erano ancora farina di mais, polvere e capelli. Per aumentare la sua sofferenza, le hanno ripetutamente tirato il tubo dentro e fuori dal naso, facendola gridare di dolore. Le guardie hanno anche fatto in modo che i giovani diplomati dell'accademia di polizia assistessero all'alimentazione forzata, per dimostrare loro come si torturano le persone.

Dopo che la praticante si è rifiutata di mangiare, le guardie l'hanno ammanettata dietro la schiena e l'hanno tenuta in isolamento, perdipiù hanno aperto la finestra e la porta per sottoporla al freddo vento invernale.

Rievocazione della tortura: Braccia ammanettate dietro la schiena

La donna è stata rinchiusa in isolamento per la terza volta perché non indossava la targhetta del campo di lavoro. Le guardie, prima di chiuderla in cella, l'hanno perquisita, poi le hanno tolto i vestiti, riempito la bocca con uno straccio sporco e l'hanno appesa ad una barra di metallo, poi le hanno tirato le gambe in tutte le direzioni causandole un dolore estremo. Le hanno tagliato i piedi con delle forbici e hanno messo una sedia sotto di lei, continuando a sbattere contro l'angolo alto di questa le sue parti intime, che hanno anche preso a calci etrafitto con un manico appuntito. Le sue parti intime erano lacerate, incancrenite e gonfie, e sanguinavano abbondantemente. È stato così doloroso che ha gridato e sputato lo straccio che aveva in bocca. La corda usata per legarla si è rotta durante mentre si dimenava.

Le guardie hanno poi riempito d'acqua una bottiglia di Coca Cola usata e gliel'hanno versata in bocca. Se si rifiutava di aprire la bocca, la colpivano con la bottiglia, così la sua bocca si è gonfiata. Le guardie hanno poi portato un pezzo di carta ed una penna e le hanno ordinato di scrivere una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong ma, siccome si èrifiutata, hanno continuato a torturarla.

La tortura è iniziata alle 13:00 ed è durata fino alle 20:00. Quando finalmente l’hanno lasciata andare è crollata. Le sue gambe e le sue braccia erano molto deboli ed i suoi pantaloni erano intrisi di sangue e urina. Tre detenuti che la stavano torturando le hanno ordinato di scrivere: “È sbagliato non indossare la targhetta del campo di lavoro”.

Due guardie hanno poi trascinato Zhong nella stanza di “stretta sorveglianza” e l'hanno legata al letto della morte. C'erano solo alcune tavole di legno sul letto e nessuna coperta o lenzuolo. Le sue parti intime sanguinavano impregnando le tavole di sangue; le hanno anche messo in testa uno strumento di tortura simile ad un casco.

In seguito le era permesso di andare in bagno soltanto due volte al giorno. Le sue mani erano gravemente gonfie a causa della tortura sul letto della morte. Quando andava in bagno o mangiava le guardie le liberavano dalle manette solo una mano. Le mani erano così ferite che non poteva afferrare nulla, e le ci è voluto molto tempo per riacquistare gradualmente la sensibilità.

Zhong è stata lasciata sul letto della morte per otto giorni ed ha sviluppato piaghe da decubito. Quando le guardie le hanno tolto il casco dalla testa, le si era formato un bernoccolo dolorosoe le sue orecchie erano rosse e gonfie; solo allora le guardie hanno interrotto il ciclo di torture.

La notte non riusciva a dormire a causa del dolore, eppure le guardie la costringevano ancora a fare lavori non pagati, senza darle il tempo di riprendersi. Per evitare che le altre detenute vedessero le sue ferite le guardie non le permettevano di fare la doccia, ed hanno prolungato la sua pena di quaranta giorni.

Oltre alle continue torture, le guardie la perquisivano spesso. Una volta è stata multata di 200 yuan (circa 27 euro) perchè le sono stati trovati addosso degli scritti del Falun Gong. Dopo il suo rilascio, avvvenuto nel novembre 2002,suo marito si è prodigato in tutti i modi per ottenere dal campo di lavoro il bonifico di 2.000 yuan (circa 275 euro) sul suo conto corrente.

Torturata nel campo di lavoro forzato di Masanjia

Nel marzo 2003, un mese dopo essere stata rilasciata dal campo di lavoro forzato di Dalian, è stata denunciata per aver parlato del Falun Gong al supermercato ed arrestata. Le sono stati dati due anni da scontare nel campo di lavoro forzato di Masanjia, dov’era costretta ad alzarsi alle 4:00 del mattino e non le era permesso di andare a letto fino alle 23:00 o a mezzanotte. Tre mesi dopo le torture si sono intensificate, perché sirifiutava ancora di rinunciare alla pratica del Falun Gong. Le guardie la insultavano, la privavano del sonno e la sottoponevano a temperature rigide.

In autunno i detenuti sono stati costretti a decorticare il mais. Zhong aveva un grosso nodulo al polso, così doloroso da non poter prendere gli strumenti necessari per maneggiare il mais. Si è rifiutata di continuare il lavoro e le guardie le hanno ordinato di pulire la mensa e sbucciare l'aglio.

Dopo che tutto il mais è stato decorticato le guardie hanno iniziato un'altra serie di tentativi di trasformazione. I praticanti, se non rinunciavano alla loro fede, venivano torturati e privati del sonno. Una volta la donna non ha potuto dormire per sei giorni consecutivi. Le guardie l’hanno fatta stare in piedi e lei si è addormentata.

Una volta è stata umiliata da nove detenuti che le hanno attaccato dei biglietti sul viso, sul naso e sul collo, le hanno messo un cappello ed una cintura di carta con parole che diffamavano il Falun Gong; inoltre le hanno tolto gli abiti e le hanno scritto sul corpo e sui vestiti parole che diffamavano il Falun Gong. È stata costretta a camminare e picchiata mentre camminava. Le guardie ed i detenuti la spingevano, la picchiavano e la pizzicavano; questo tipo di abuso è continuato per circa tre mesi.

Più tardi, ufficiali del dipartimento di polizia l’hanno interrogata, le hanno chiesto se fosse stata torturata e quale crimine avesse commesso; lei ha risposto che non aveva commesso alcun crimine e ha spiegato come aveva beneficiato della pratica del Falun Gong.

Durante l'escalation della persecuzione i praticanti ricevevano solo pane di mais al vapore e sottaceti a tutti e tre i pasti, ogni giorno per sei mesi. Il pane di mais non era completamente cotto, era crudo all'interno. Zhong è stata in isolamento per il Capodanno cinese del 2005. Le è stata prolungata la sua pena di quattro mesi, prima che fosse rilasciata nel luglio 2005.

Secondo mandato al campo di lavoro forzato di Masanjia

Nel marzo 2007 Zhong è stata denunciata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong, è stata arrestata dagli agenti della stazione di polizia di Huadong e le sono stati imposti altri due anni di lavori forzati a Masanjia. Ogni giorno era costretta a fare lavori forzati dalle 5:00 del mattino a mezzanotte. Le è stato assegnato il carico di lavoro di tre persone.

Illustrazione della tortura: Ammanettata, percossa con bastoni elettrici e presa a calci

Alla fine di luglio 2007 la guardia Zhao Guorong ha ordinato agli altri detenuti di far firmare alla praticante un modulo di valutazione. Questi, dopo che lei si è rifiutata di firmare, l’hanno picchiata, spinta a terra e picchiata duramente. I suoi vestiti erano strappati e lei era piena di lividi, le sue mani sanguinavano. Zhao infine le ha sbattuto la testa su un armadietto di metallo, provocandole un grosso bernoccolo.

Zhao ha di nuovo ordinato ai detenuti di farle firmare il modulo di valutazione entro la fine di agosto; uno di questi l'ha colpita con un manganello elettrico. La praticante ha opposto resistenza, ma un detenuto le ha girato il braccio destro dietro la schiena e l'ha spinta contro il tavolo; due detenuti le hanno poi afferrato la mano e hanno cercato di costringerla a firmare.

Poiché si è rifiutava ancora di firmare il modulo, ad ottobre Zhao l'ha picchiata e trascinata nell'ufficio. La donna ha perso le scarpe ed i suoi vestiti sono stati strappati mentre veniva trascinata. Zhao l’ha schiaffeggiata e picchiata con un bastone coperto di stoffa. Zhong è svenuta ed il suo naso ha iniziato a sanguinare. Un altro detenuto l'ha colpita con una ciabatta, finché i suoi vestiti ed il suo viso erano coperti di sangue.

Un'altra guardia ha ordinato ai medici di usare la tortura dello stiramento: la sua testa è stata messa sotto il livello superiore di un letto a castello, le sue mani sono state ammanettate ai due lati del livello superiore e le sue gambe sono state legate al livello inferiore con il supporto di un treppiede di metallo, costringendola a piegarsi. Pochi minuti di questa tortura sono insopportabili, tuttavia è stata stirata così per due giorni.

Rievocazione della tortura: La tortura dello stiramento al campo di lavoro forzato di Masanjia

Il 30 novembre 2007 Zhong stava lavorando nel laboratorio quando Zhao le ha ordinato di firmare di nuovo il modulo di valutazione. Siccome si è rifiutata, Zhao le ha dato uno schiaffo in viso, l'ha spinta a terra e l'ha presa a calci. La donna ha vomitato sangue, la sua bocca era ferita, il suo viso gonfio ed aveva ecchimosi ovunque. In seguito anche soltanto respirare o parlare le causava molto dolore, e aveva difficoltà a sdraiarsi e ad alzarsi. Non ha mangiato quasi niente per più di dieci giorni, ma è stata costretta a continuare il lavoro, nonostante le sue condizioni.

A causa della tortura ha sviluppato attacchi di panico. Se una guardia perlustrava la sua cella di notte e la toccava, era terrorizzata e urlava: “Qualcuno mi sta picchiando! Qualcuno mi sta picchiando!”.

Condannata a sette anni e mezzo di prigione

L’11 marzo 2016 è stata arrestata da agenti della stazione di polizia di Zhonghualu mentre parlava con la gente del Falun Gong. É saltata dal secondo piano della stazione di polizia per fuggire ed è rimasta ferita. É stata portata all’ospedale di Dalian, dove è stata monitorata dalla polizia. Gli esiti della TAC e della risonanza magnetica hanno mostrato che la parte bassa della sua schiena era ferita. Zhong, dopo essere stata ricoverata per quindici giorni, ha insistito per tornare a casa.

Una volta a casa, ha studiato i libri del Falun Gong ed ha fatto gli esercizi ogni giorno. In breve è stata in grado di sedersi, camminare e svolgere di nuovo i lavori domestici, tuttavia, dopo che la sua salute si è ristabilita, è stata arrestata di nuovo.

La mattina del 28 giugno 2016 la polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione ed ha confiscato decine di copie di libri della Falun Dafa, la foto del fondatore del Falun Gong, un computer, una stampante ed un masterizzatore CD. La sua famiglia di tre persone è stata portata alla stazione di polizia di Chunhai: suo marito e sua figlia mentalmente disabile sono stati rilasciati quella notte e messi sotto sorveglianza residenziale.

Zhong è stata trasferita al centro di detenzione Yaojia di Dalian. Il suo arresto è stato approvato il 22 luglio, ed è stata poi condannata a sette anni e mezzo. É stata trattenuta nel centro di detenzione per più di due anni, e trasferita alla prigione femminile del Liaoning il 28 agosto 2018.

Anche se la legge permette ai prigionieri di appellarsi al loro verdetto, la prigione femminile di Liaoning ha impedito alle praticanti del Falun Gong di farlo, e le ha anche costrette a scrivere dichiarazioni di garanzia per rinunciare alla loro fede. A coloro che si rifiutavano non venivano forniti carta igienica ed assorbenti igienici. A Zhong ed a molte altre praticanti, all’arrivo in prigione, sono stati confiscati gli effetti personali, non hanno ricevuto carta igienica per sei mesi, per cui sono state costrette a pulirsi con una piccola quantità di acqua.

A Zhong, dopo essere stata imprigionata per tre anni e mezzo, è stato diagnosticato un cancro al seno. La sua famiglia ha chiesto la libertà condizionata per motivi medici, ma la richiesta è stata negata. È morta il 24 dicembre dello scorso anno.

La sofferenza di una famiglia: la figlia è diventata mentalmente instabile ed il marito è stato detenuto per quindici giorni

La persecuzione è costata la vita a Zhong, ma ha anche causato danni irreparabili al marito e alla figlia.

La figlia, Li Xiuli, era una bambina obbediente ed una studentessa modello in una scuola tecnica affiliata all'Università di Finanza ed Economia di Dongbei. Quando si è laureata, nel 1999, aveva vent’anni. Suo padre ha approfittato delle sue conoscenze per trovarle un lavoro, ma lei ha insistito per trovarlo da sola.

Era il 2003 quando la casa di Zhong è stata saccheggiata dagli agenti della stazione di polizia di Huadong. La figlia, allora ventiquattrenne, ha cercato di fermarli, ma i poliziotti l’hanno trascinata dal quarto piano fino al primo, e poi alla stazione di polizia. Era spaventata ed è caduta in depressione. Nel 2007, quando la loro abitazione è stata saccheggiata per la seconda volta, lei era l'unica in casa ed è rimasta traumatizzata, ha avuto un esaurimento e da allora è mentalmente instabile. Usciva spesso di casa e vagabondava. Suo padre, Li Kuan, ha sofferto per la tremenda pressione a causa della persecuzione e della malattia della figlia. La sua salute è peggiorata ed ha perso tutti i denti.

Dopo uno degli arresti, suo marito e sua figlia non hanno osato uscire di casa per più di quaranta giorni e mangiavano solo porridge di riso. Erano così traumatizzati che non rispondevano alle telefonate e non aprivano la porta se qualcuno bussava. Il posto di lavoro del marito, la compagnia chimica petrolifera di Dalian, pensava che il padre e la figlia fossero morti in casa, così sono entrati con la forza scoprendo che erano ancora vivi.

Li è stata poi portata in un ospedale psichiatrico e, dopo alcune cure, ha voluto vedere sua madre. Il padre l'ha portata al campo di lavoro forzato di Masanjia, ma la loro richiesta di vedere la madre è stata negata. Li si è inginocchiata ed ha implorato le guardie, ma queste si sono rifiutate ancora di permetterle di vederla. La ragazza ha pianto e se n'è andata e, da allora, è diventata irritabile, inquieta ed i suoi sintomi sono peggiorati. Spesso lasciava la casa e scappava. Il padre ha dovuto cercarla ovunque e le sue condizioni peggioravano ogni volta che sua madre veniva arrestata.

Li, siccome non ha visto sua madre per più di un anno dopo il suo ultimo arresto del 2017, continuava a piangere, ed il padre non ha avuto altra scelta che accompagnarla al centro di detenzione. Ha pianto nuovamente quando le guardie le hanno detto che le visite non erano permesse.

Dopo aver tenuto un'udienza segreta per sua moglie il 10 aprile 2017, le autorità hanno tenuto Li all'oscuro. Quando è andato in tribunale qualche mese dopo per informarsi sul caso, il giudice si è rifiutato di fornirgli un aggiornamento, anzi, gli ha ordinato di firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Li è stato convocato, all’inizio di febbraio 2018, dallo stesso giudice, che gli ha detto di firmare le dichiarazioni di garanzia, ma l’uomo ha di nuovo rifiutato.

Il 7 marzo 2018 ha ricevuto una telefonata dallo stesso giudice, si è recato in tribunale ed è stato arrestato sul posto. Mentre era detenuto il comitato di quartiere ha saccheggiato la sua casa. La salute di sua figlia è rapidamente peggiorata dopo l'arresto, e non riusciva a dormire la notte.

Poiché Li si è rifiutato di firmare le dichiarazioni di garanzia, non gli è stato permesso di tornare a casa. Gli agenti gli hanno mostrato dei video di sua figlia che piangeva a casa così, non avendo altra scelta, Li ha firmato le dichiarazioni. In seguito ha saputo di essere stato condannato a tre anni e mezzo di libertà vigilata. É stato rilasciato dopo quindici giorni, ma è stato costretto ad indossare un dispositivo di localizzazione elettronica e gli è stato vietato di recarsi a Shenyang per far visita ai suoi parenti.

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