(Minghui.org) Dopo che undici abitanti di Pechino sono stati condannati al carcere, a metà dello scorso mese di gennaio, per aver praticato il Falun Gong, un altro è stato condannato a quattro anni, poco prima delle Olimpiadi invernali che si terranno a Pechino dal 4 al 20 febbraio.

Il signor Lei Zhongfu, detenuto per un anno e mezzo, non potrà festeggiare il Capodanno cinese (che quest'anno cade il 1° febbraio) con la sua famiglia per la seconda volta di seguito.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Lei era stato fermato intorno all'agosto 2020 e da allora è detenuto in cella d’isolamento. L’ultimo arresto è da imputare alla sua determinazione nell’aver voluto sostenere la sua fede nel Falun Gong durante la campagna "Zero-out" nel marzo 2020, un'operazione coordinata di molestie contro ciascun praticante presente sulla lista nera del governo. Anche Zhao Chunying era stata arrestata con lui ed è in isolamento da allora.

La famiglia di Lei, all’inizio di quest’anno, è stata invitata a recarsi in tribunale a ritirare il suo verdetto. Ulteriori dettagli sulla sua condanna non sono ancora disponibili.

Prima della sentenza di Lei, il 14 gennaio, altri undici praticanti locali sono stati condannati a pene fino ad otto anni. Xu Na, che questa volta è stata condannata ad otto anni, era già stata arrestata con il marito, Yu Zhou, nel gennaio 2008, prima delle Olimpiadi di Pechino. Yu era morto in custodia undici giorni dopo, mentre Xu il 6 febbraio nel novembre 2008, all'età di quarantadue anni, era stata condannata a tre anni.

Lei è pensionato del China Construction Second Bureau. Dall'inizio della persecuzione nel 1999, è stato arrestato ed incarcerato diverse volte: il 9 marzo 2002 era stato arrestato e condannato a tre anni. Come Xu, era stato anche arrestato prima delle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e tenuto nel famigerato campo di lavoro forzato di Masanjia, nella vicina provincia del Liaoning, per oltre tre anni.

Durante la campagna di molestie del marzo 2020, era stato costretto a sottoporsi ad un esame fisico, a farsi prelevare un campione di sangue ed a farsi scattare delle foto. La polizia l’aveva anche costretto a firmare un modulo, dichiarando che si era sottoposto all'esame fisico volontariamente, prima di permettergli di tornare a casa.