(Minghui.org) Ricordo vividamente ogni momento del mio cammino di coltivazione. Nessuna parola può esprimere la mia gratitudine al Maestro. Per oltre 26 anni, si è preso cura di me e mi ha guidato con compassione nei momenti di pericolo.

Trovare gioia nelle difficoltà

Influenzata dai miei genitori, credevo nell’esistenza degli Dei. Nell’estate del 1995 un collega mi ha parlato della Falun Dafa. Ho subito pensato che fosse buona e ho voluto impararla. A fine luglio 1995 un parente mi ha portato un libro della Falun Dafa e mi ha chiesto: “Hai paura di sopportare le difficoltà?” A quel tempo stavo vivendo alcune tribolazioni, quindi sentivo che la vita era molto difficile.

“Non ho paura”, ho risposto. Ho preso lo Zhuan Falun, il libro principale della Falun Dafa, e l’ho letto in un giorno. Ero entusiasta, perché era esattamente quello che stavo cercando!

Dopo aver letto la Fa, ho compreso il significato della vita. Non mi sentivo più persa e depressa. Potevo affrontare le difficoltà con un atteggiamento positivo, perché avevo capito che le tribolazioni erano il risultato dei miei debiti karmici delle vite passate. Prima di iniziare a praticare la Falun Dafa, soffrivo di varie malattie come: nevrastenia, ipoglicemia, artrite reumatoide, problemi gastrointestinali e anemia.

In un solo mese tutti i miei disturbi sono scomparsi e mi sono sentita alleggerita e gioiosa.

Spesso aiutavo mia madre, che viveva con mia cognata. Sebbene mia cognata mi trattasse bene, spesso rimproverava mia madre e criticava le mie due sorelle davanti a me. Per non rendere la vita più difficile a mia madre, la sopportavo in silenzio. Una volta, però, non ce l’ho fatta più e le ho detto: “Critichi sempre gli altri! Perché non ti fai un esame di coscienza?” Lei si è letteralmente infuriata e non mi ha permesso di andare a trovare mia madre.

In preda alla rabbia ho scritto una lettera a sua madre, descrivendo in dettaglio molte cose immorali e oltraggiose che questa cognata aveva fatto alla nostra famiglia dopo essersi sposata. Ho scritto anche una lettera di avvertimento a mia cognata e ho consegnato entrambe le lettere a sua madre. Da allora ci siamo odiate profondamente e non ci siamo parlate per molti anni.

Dopo aver iniziato a praticare la Falun Dafa, mi sono ricordata di essere una coltivatrice e mi sono attenuta agli standard della Fa. Ho imparato a considerare il quadro generale della famiglia, a pensare a mia madre e alla mia famiglia, e a dare priorità all’armonia familiare. Sono andata sul posto di lavoro della madre di mia cognata per scusarmi e poi mi sono scusata con mia cognata. Alla fine, ci siamo riconciliate. Se non fosse stato per la coltivazione, non l’avrei fatto.

Spesso me la prendevo con mia suocera di fronte a mio marito e nutrivo risentimento nel mio cuore; ma dopo aver iniziato a praticare la Falun Dafa, ho iniziato a guardare sinceramente le cose che faceva dal suo punto di vista, cercando di comprenderla e tollerarla, il che ha contribuito a dissolvere il mio risentimento nei suoi confronti. Un giorno, mio marito ha commentato: “È da molto tempo che non te la prendi con mia madre davanti a me.”

Quando mia figlia ha sofferto di depressione post-partum, mi sono presa cura di lei e del bambino da sola. Dovevo preparare i pasti per tutta la famiglia, preparare cibi speciali per la neomamma, pulire la casa, fare il bucato, fare il bagno al bambino e persino fargli prendere il sole per curare l’itterizia. Ero così impegnata che spesso facevo un solo pasto al giorno e dimenticavo persino di bere abbastanza acqua. La sera ero talmente esausta che spesso mi addormentavo durante lo studio della Fa.

Speravo davvero che la suocera di mia figlia venisse ad aiutarmi. Quando è arrivata ero molto felice. Però è rimasta solo per tre giorni e poi se n’è andata. Nei giorni successivi è venuta a trovarci solo per vedere suo nipote, è rimasta per un paio di giorni e poi se n’è andata. Mia figlia e mio genero erano impegnati con il lavoro, così mi sono occupata di mio nipote e ho gestito la casa da sola. Era faticoso e non riuscivo a fare bene le tre cose. Mi sentivo molto amareggiata e le nozioni umane mi dominavano. Ho provato risentimento nei confronti della madre di mio genero, pensando che fosse egoista. Non ha mai pensato di contribuire, invece chiedeva spesso a mia figlia delle cose. Sembrava che non le importasse dell’ingente mutuo di mia figlia e di mio genero e pensava che occuparmi del bambino fosse compito mio. A volte, quando le cose si facevano davvero difficili, piangevo silenziosamente di notte.

Il Maestro mi ha illuminata e improvvisamente mi è stato chiaro: sono una praticante della Falun Dafa, un coltivatore, e dovrei gioire nelle difficoltà. Dovrei cercare di capire ed essere tollerante nei confronti della suocera di mia figlia e guardare le cose dalla sua prospettiva. Quando l’ho detto a mia figlia e a mio marito, non erano contenti e si chiedevano perché prendessi sempre le sue parti. Ho detto che, come coltivatore, dovrei seguire i requisiti della Dafa, essere gentile e considerare le cose dal punto di vista degli altri.

Il potere della gentilezza

Come praticanti, dovremmo attenerci agli standard della Fa. Sebbene molte volte non abbia fatto bene a causa dei miei attaccamenti, ho coltivato la gentilezza nel praticare la Dafa, e la gentilezza si è manifestata naturalmente. Quando faccio sinceramente qualcosa per gli altri, possono sentirlo.

Nell’ottobre 1999, in quanto praticante della Falun Dafa, sono stata arrestata e portata in una stazione di polizia. Era già molto tardi quando un agente si stava preparando a trasferirmi in un centro di detenzione. Ho notato che aveva un’espressione sofferente, così gli ho chiesto cosa avesse. Mi ha risposto che aveva mal di stomaco. Gli ho chiesto se avesse fame e gli ho suggerito di mangiare qualcosa o di prendere una medicina. Ha percepito che mi preoccupavo davvero per lui e si è commosso.

Sono stata detenuta illegalmente in un centro di lavaggio del cervello. C’era un praticante che non aveva i soldi per pagare i pasti. Quando io e una praticante l’abbiamo saputo, siamo riuscite a mandargli dei soldi attraverso un addetto alla sicurezza che poi ha raccontato a un ufficiale di polizia quello che avevamo fatto. L’ufficiale poi l’ha detto alle persone del comitato di quartiere locale e del Comitato per gli Affari Politici e Legali: “La tal de’ tali è molto gentile. La sua famiglia non è benestante, ma lei aiuta comunque gli altri”. Qualcuno del comitato di quartiere mi ha riferito le parole dell’ufficiale.

Il 20 luglio 1999, subito dopo l’inizio della persecuzione, siamo andati a fare appello al governo cittadino. Un agente di polizia ci ha rimproverato e ha spinto mio marito a terra. Mi sono girata, ho aiutato mio marito ad alzarsi e ho sorriso all’agente. Sembrava sorpreso e non ha più sgridato o spinto nessun altro praticante.

Durante la persecuzione, molti agenti di polizia sono stati ingannati e fuorviati dalla propaganda del Partito Comunista Cinese (PCC) e hanno trattato i praticanti con durezza. Tuttavia, dopo aver interagito con noi sono stati testimoni della nostra gentilezza, razionalità e attenzione verso le nostre famiglie, il che ha distrutto molte delle idee sbagliate che erano state instillate in loro dalle bugie e dalla propaganda del PCC.

Alcuni ufficiali hanno protetto i praticanti nell’ambito delle loro capacità, ma altri sono stati profondamente influenzati dalla propaganda e hanno continuato a partecipare alla persecuzione. Si tratta di individui davvero pietosi e sfortunati.

La suocera di mia figlia non aiutava a prendersi cura del nipote e quest’ultimo non ha stretto un forte legame con lei. Non gli piacevano i nonni e si rifiutava persino di parlare con loro. Ho pensato che non sarebbe stato bene per il bambino crescere con un senso di estraneità nei confronti dei nonni. Così, quando sono venuti a trovarci, ho detto sinceramente alla nonna: “Ora che il bambino sta diventando grande e capisce le cose, dovresti venire a trovarlo più spesso, costruire un rapporto con lui. Non possiamo permettergli di pensare che i nonni non gli vogliano bene, cosa che lo farebbe sentire distante da voi.”

Con le lacrime agli occhi, mi ha dato una pacca sulla spalla e ha detto: “Non ti dimenticherò mai, sei stata davvero buona con me. Non ti ho mai portato nulla quando sono venuta, ma ogni volta che partivo mi davi dei regali da portare a casa. Pensi sempre a me. Non so come ringraziarti.”

Questi sono solo frammenti delle mie esperienze raccolti durante i miei 26 anni di coltivazione. Ci sono stati molti casi di elevazione spirituale, il dolore lancinante di lasciare andare gli attaccamenti, il profondo rimorso per non aver coltivato diligentemente e la fede incrollabile nella Dafa quando ho affrontato la crudele persecuzione, la protezione del Maestro nei momenti di pericolo e molto altro ancora. Il Maestro e la Dafa mi hanno dato così tanto che non posso esprimerlo a parole. L’unico modo per dimostrare la mia gratitudine è continuare a coltivare diligentemente e diventare un vero praticante. La mia più profonda gratitudine al nostro grande e compassionevole Maestro!