(Minghui.org) Il 12 settembre scorso due abitanti della città di Dazhou, nella provincia del Sichuan, sono state condannate al carcere per la loro fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 17 ottobre dello scorso anno Liu Mingzhen, di 72 anni, e Li Jinru, di 59 anni, sono state arrestate. Sono comparse davanti al tribunale del distretto di Dachuan il 9 giugno e condannate tre mesi dopo. Liu è stata condannata a quattro anni e mezzo con una multa di 30.000 yuan (circa 3.956 euro), Li è stata condannata a cinque anni e mezzo con una multa di 50.000 yuan (circa 6.594 euro).

Li si è rifiutata di firmare il verdetto e ha promesso di ricorrere in appello. In precedenza aveva scontato un anno e mezzo di lavori forzati e cinque anni di carcere per aver praticato il Falun Gong. Sia lei che Liu hanno sviluppato gravi problemi di salute in seguito ai loro ultimi arresti.

La detenzione di Liu ha messo la famiglia in una situazione difficile. Suo figlio, che è divorziato e vive con lei, guida un taxi per guadagnarsi da vivere e lavora ogni giorno fino a tarda notte. Dopo il suo arresto ha dovuto spendere 4.000 yuan (circa 528 euro) al mese per una badante che si occupasse del padre malato di demenza. L’onere finanziario e le preoccupazioni per la madre gli hanno provocato una forte pressione mentale. Lui e la sorella si sono rivolti a diverse agenzie governative per chiedere il rilascio della madre, ma senza successo.

Gli arresti

Nel luglio dello scorso anno Wang (uomo) e Zhou (donna) del Comitato per gli affari politici e legali (PLAC) della provincia del Sichuan si sono recati nella città di Dazhou per lavorare con i subordinati della città e del distretto di Dachuan.

Il PLAC è un’agenzia extragiudiziale incaricata di supervisionare la persecuzione del Falun Gong ed ha filiali a tutti i livelli governativi.

Wang e Zhou hanno guidato i loro subordinati a raccogliere informazioni sui praticanti del Falun Gong attraverso intercettazioni telefoniche, Skynet (la massiccia rete di videosorveglianza del regime comunista) e analisi di big data. Liu e Li erano tra i praticanti presi di mira.

Il 17 ottobre dello scorso anno più di 10 agenti guidati da Huang Xianfeng, del Dipartimento di polizia del distretto di Dachuan, hanno fatto irruzione nelle case di Liu e Li e confiscato libri e materiale informativo sul Falun Gong, ritratti del fondatore del Falun Gong e dispositivi elettronici.

Secondo gli addetti ai lavori gli agenti provenivano dalla stazione di polizia di Cuiping, da quella di Xianhe, dalla comunità Xinqiao di Cuiping e dalla comunità Caojialiang.

La polizia ha portato le due praticanti e il marito di Li al dipartimento di polizia del distretto di Dachuan e li ha interrogati separatamente per due giorni, per poi portarli all’ospedale di Nanfang.

Il 23 ottobre dello scorso anno Liu e il marito di Li sono stati trasferiti al Centro di detenzione di Wanyuan e poi a quello della città di Dazhou due settimane dopo. Il marito di Li è stato rilasciato intorno al 24 novembre.

Li trattenuta in ospedale e interrogata

Il 23 ottobre dello scorso anno la polizia ha cercato di far ammettere Li nel centro di detenzione di Wanyuan, ma non ci è riuscita. Gli agenti l’hanno portata all’ospedale centrale della città di Dazhou e l’hanno ricoverata lì per circa due settimane, per poi trasferirla all’ospedale di Nanfang.

Durante la detenzione nei due ospedali è stata sorvegliata 24 ore su 24, con tre turni di polizia a gruppi di due agenti che la controllavano ogni giorno. Le hanno ammanettato una mano alla struttura del letto e non le hanno permesso di uscire dalla stanza d’ospedale. Le manette le incidevano profondamente la carne e le lasciavano tagli profondi, il braccio le faceva così male che non riusciva a sollevarlo.

La polizia ha continuato a interrogarla, minacciando anche la sicurezza del marito e degli altri membri della famiglia. In breve tempo Li ha manifestato sintomi di ipertensione, malattie cardiache, diabete e complicazioni diabetiche (come la neuropatia periferica che colpisce cuore, fegato e reni). Sentiva ondate di dolore che le attraversavano il corpo e di tanto in tanto perdeva anche il controllo della vescica.

Nonostante il declino delle sue condizioni di salute la polizia l’ha trattenuta nell’ospedale di Nanfang fino al 4 dicembre dello scorso anno. Quando una nuova ondata di COVID-19 ha colpito diversi agenti e operatori ospedalieri, la polizia l’ha rilasciata e messsa agli arresti domiciliari per sei mesi.

Anche Liu ha avuto problemi di salute

Mentre era reclusa nel centro di detenzione della città di Dazhou, Liu è stata interrogata con torture e minacce, e ha sviluppato anche l’ipertensione. Il figlio e la figlia si sono recati presso le agenzie governative competenti per chiederne il rilascio, ma sono stati cacciati via e minacciati.

Condannate ingiustamente

Il 9 giugno scorso Liu e Li sono comparse davanti al tribunale del distretto di Dachuan e sono state condannate il 12 settembre. Il processo è stato presieduto dal giudice Qu Shen, coadiuvato dai giudici Qing Xin e Yang Su, nonché dall’assistente del giudice Tong Xiaofang e dal cancelliere Wang Xuejiao.

Non è chiaro se Li sia stata ripresa in custodia dopo l’udienza del giugno scorso, quando sono scaduti i sei mesi di arresti domiciliari.

Precedenti persecuzioni subite da Liu

Liu attribuisce al Falun Gong il merito di averla liberata da numerose malattie, tra cui la cardiopatia coronarica, l’arteriosclerosi cerebrale (indurimento delle arterie nel cervello), le vertigini e il mal di schiena. La sua buona salute ha risparmiato alla sua famiglia il pagamento delle spese mediche e le ha permesso di prendersi cura del marito affetto da demenza.

Liu era spesso impaziente, ma il suo carattere è migliorato dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel febbraio 2004. É diventata più paziente, gentile, tollerante e sincera. Una volta è andata in banca per fare un deposito di 600 yuan (circa 79 euro) e il cassiere ha registrato erroneamente 6.000 yuan (circa 791 euro) sul suo conto. L’ha scoperto dopo essere tornata a casa e ha immediatamente avvisato la banca per correggere l’errore.

Avendo avuto un’esperienza positiva con il Falun Gong Liu ha lavorato duramente per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla persecuzione di questa pratica che le ha cambiato la vita. Il 21 luglio 2008 è stata arrestata da una decina di agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Dachuan, che l’hanno messa in reclusione penale nel centro di detenzione della contea di Xuanhan, nella città di Dazhou.

La polizia ha istigato il capo detenuto nella cella di Liu per cercare di costringerla a rivelare la fonte del materiale informativo sul Falun Gong che era stata sorpresa a distribuire. Gli agenti le hanno promesso di rilasciarla non appena avesse ubbidito, e hanno minacciato di arrestare la figlia se si fosse rifiutata.

Liu ha rifiutato le richieste della polizia ed è stata punita. Il capo detenuto l’ha picchiata con una ciabatta di plastica e l’ha costretta a pulire il bagno e a passare lo straccio sul pavimento. In seguito le è stato imposto un anno e tre mesi di lavori forzati e, il 25 settembre 2008, è stata trasferita nel carcere del distretto di Dachuan. Poco tempo dopo il direttore del carcere e un ufficiale di polizia l’hanno portata al campo di lavoro di Nanmusi, nella contea di Zizhong, nella provincia del Sichuan.

Le guardie del campo di lavoro le hanno ordinato di scrivere le tre dichiarazioni per rinunciare alla sua fede, ma Liu si è rifiutata di obbedire ed è stata punita. Non le è stato permesso di dormire o parlare con nessuno. È stata anche costretta a sedersi su un piccolo sgabello o a fare lavori forzati senza retribuzione per lunghi periodi di tempo. Ben presto ha sviluppato un’alta pressione sanguigna ed è stata rilasciata in libertà vigilata il 5 dicembre 2008.

L’arresto successivo di Liu è avvenuto il 10 giugno 2010, mentre era in visita a un altro praticante del Falun Gong. Circa sei agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Dachuan, della stazione di polizia di Nanwai e del Comitato di via Huaxi l’hanno portata in custodia a Fuxing, dov’è stata detenuta per 15 giorni.

Il 7 agosto 2012 più di una dozzina di agenti hanno arrestato Liu non appena è tornata a casa dopo aver fatto la spesa. Gli agenti che l’hanno arrestata provenivano dall’Ufficio per la sicurezza interna della città di Dazhou, dall’Ufficio 610 della città di Dazhou, dall’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Dachuan, dalla stazione di polizia di Gayun e dalla comunità di Caojialiang. L’hanno portata al centro per il lavaggio del cervello della città di Dazhou, dove ha sviluppato un’alta pressione sanguigna (una pressione sistolica di 200 mmHg) ed è stata rilasciata 14 giorni dopo.

Persecuzioni subite da Li

Nell’ottobre 1995 Li ha iniziato a praticare il Falun Gong ed è diventata una moglie premurosa e una nuora filiale. Sua suocera soffriva di ipertensione, malattie cardiache, diabete, calcoli biliari e altre malattie. Nel 2009 la donna anziana ha sviluppato un’emiplegia (paralisi di un lato del corpo) per ragioni mediche sconosciute. Si sporcava i pantaloni più volte al giorno, ma la praticante non esitava mai a pulirla e ad assicurarsi che stesse bene.

Nonostante fosse una brava nuora, è stata ripetutamente presa di mira per aver praticato il Falun Gong. É stata arrestata più volte e condannata ai lavori forzati per un anno e mezzo nel 2001 e ha avuto una condanna a cinque anni di carcere nel 2011. Per diverse volte è quasi morta a casa delle torture subite.

Anche la famiglia è stata colpita da decenni di persecuzioni. Il padre, affetto da demenza, è rimasto paralizzato dopo i lavori forzati ed è deceduto nel 2006, cinque anni dopo la morte della madre. Il marito ha rischiato di morire di ipertensione a causa della pressione mentale.

Temendo di essere coinvolti nella persecuzione, i suoceri che vivevano con lei e il marito la rimproveravano spesso e minacciavano di cacciarla di casa se avesse continuato a praticare il Falun Gong. Poiché ha rischiato di perdere la vita due volte durante la detenzione temevano che ciò potesse avere ripercussioni sul figlio, che si era ritirato di fronte alla persecuzione. Una volta questi hanno ammesso che, se non ci fosse stata questa persecuzione, non avrebbero trattato Li in questo modo e l’avrebbero riconosciuta come una brava nuora, come facevano prima dell’inizio della persecuzione.

Per i dettagli sulle persecuzioni subite da Li si veda il seguente articolo.

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