(Minghui.org) Li Shuwei, settantenne del distretto di Pinggu, a Pechino, è stata condannata a un anno e mezzo, oltre a una multa di 3.000 yuan (circa 390 euro) per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Non è la prima volta che Li viene presa di mira per aver praticato il Falun Gong. In precedenza, nel 2008, era stata condannata a una pena detentiva (la data esatta non è nota) e, durante i 18 mesi di detenzione, è stata torturata in una prigione della città di Wuhan, nella provincia dell’Hubei. Il 3 febbraio 2010 la donna è stata rilasciata, per essere nuovamente arrestata più di 10 anni dopo.

L’anno scorso, da quando è stata arrestata, la polizia ha tentato quattro volte di trattenerla, ma non ci è riuscita a causa delle sue cattive condizioni di salute. Ora la donna si trova in libertà vigilata.

Arresto

L'ultima condanna alla prigione di Li deriva dal suo arresto avvenuto alla fine dell’anno scorso (la data esatta è sconosciuta). Durante la notte la donna è stata trattenuta alla stazione di polizia di Yuyang e, il giorno successivo, portata al centro di detenzione locale, ma le è stata negata l’ammissione a causa della febbre, riscontrata durante l'esame fisico richiesto. La polizia ha rilasciato Li su cauzione.

Verso la fine dello scorso mese di maggio, la stazione di polizia di Yuyang e la sua agenzia di supervisione, il dipartimento di polizia del distretto di Pinggu, hanno sottoposto il suo caso alla procura distrettuale, che le ha ordinato di presentarsi il 30 maggio. La donna non ci è andata, perché non si sentiva bene.

All'inizio dello scorso mese di giugno tre dipendenti del procuratore si sono presentati a casa sua per una deposizione. Hanno confermato di aver ricevuto il suo caso giorni prima.

Il 9 giugno quattro agenti della stazione di polizia di Yuyang hanno fatto irruzione nell'abitazione della donna e l'hanno portata al locale centro di detenzione, ma le è stata nuovamente negata l’ammissione, dopo che un esame fisico ha indicato che aveva gravi patologie. Li è stata rilasciata agli arresti domiciliari.

Il 9 agosto la procura del distretto di Pinggu ha trasmesso il suo caso al tribunale, che l'ha convocata diverse volte, compreso un episodio del 22 agosto, quando le è stato ordinato di incontrare un avvocato d'ufficio che le ha chiesto di dichiararsi colpevole. È stata anche costretta a firmare tutti i verbali degli interrogatori e le deposizioni.

Mentre era in attesa di giudizio, la polizia ha tentato per la terza volta di farla ammettere nel locale centro di detenzione, ma l'ammissione le è stata ancora negata, a causa delle sue cattive condizioni di salute.

Sentenza e ricorso in appello

All'inizio dello scorso mese di ottobre il tribunale distrettuale di Pinggu ha condannato Li a due anni e le ha ordinato di scontare la pena fuori dal carcere. La donna ha fatto ricorso in appello e il tribunale intermedio locale le ha ridotto la pena a un anno e mezzo, ma le ha inflitto una multa di 3.000 yuan.

Intorno al 12 novembre la polizia l’ha ripresa in custodia, in base all'ordine del tribunale intermedio di farle scontare la pena presso il locale centro di detenzione. Tuttavia, le è stato negata per la quarta volta l’ammissione, a causa delle sue cattive condizioni di salute. La donna è stata rilasciata con la condizionale.

Il figlio di Li era grato che il Falun Gong avesse guarito il tumore al cervello e altre malattie di sua madre, ma è rimasto traumatizzato dal modo in cui è stata brutalmente perseguitata. Dopo la sua prima condanna alla prigione è entrato in depressione e non si è più ripreso. Sta lottando per cercare di affrontare l'ultima condanna della madre.