(Minghui.org) Liu Jinguo, un residente della città di Linyi nella provincia dello Shandong, è stato arrestato nel gennaio dello scorso anno per aver praticato il Falun Gong e in seguito condannato a un anno. Poiché l’uomo ha rifiutato di rinunciare alla propria fede, è stato sottoposto a continue torture e ora è molto emaciato, ha i polsi intorpiditi, i piedi e le gambe gonfi ed è molto sensibile al freddo.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza, e viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Liu, ex assistente del direttore della scuola elementare n. 4 del quartiere di Linshu nella contea omonima, è stato ampiamente riconosciuto come buon leader e insegnante. In precedenza era stato condannato a tre anni di carcere per aver praticato il Falun Gong a seguito di un arresto avvenuto il 1° marzo 2016.

Mentre stava scontando la sua prima pena detentiva, l’ufficio per l'istruzione della contea di Linshu e l’ufficio per gli affari umani e sociali l’hanno licenziato dal suo lavoro. Suo padre ottantenne si è ammalato gravemente a causa delle continue preoccupazioni per lui e il figlio di Liu ha abbandonato la scuola superiore a causa dello stress della persecuzione.

L’ultima persecuzione

L’11 gennaio dello scorso anno Liu stava parlando alla gente del Falun Gong, quando è stato denunciato alla polizia. Qiu Feng, il direttore dell’ufficio di sicurezza interna, l’ha arrestato e condotto al centro di detenzione della contea di Linshu.

Durante l’esame fisico Liu è stato trascinato sulle scale e colpito alla testa e al petto da un agente di polizia per aver recitato “La Falun Dafa è buona, Verità, Compassione e Tolleranza sono buone”. Gli è stata anche somministrata con la forza una dose di vaccino e prelevato il sangue.

Ricostruzione della tortura: Alimentazione forzata

Al centro di detenzione locale Liu ha detto alla polizia che non esiste una legge in Cina che criminalizzi il Falun Gong e ha chiesto di incontrare il direttore.

Poiché l’uomo si rifiutava di indossare l’uniforme da detenuto, le guardie l’hanno sottoposto ad alimentazione forzata, l’hanno poi ammanettato al letto e si sono rifiutate di rilasciarlo quando aveva bisogno di usare il bagno, costringendolo a evacuare nei pantaloni; inoltre si sono rifiutate di cambiargli la biancheria da letto bagnata.

In seguito Li Fangchun, un agente dell’Ufficio 610, ha reclutato un gruppo di persone e disposto che facessero il lavaggio del cervello a Liu nel centro di detenzione, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia in quel momento. Quando gli ufficiali dell’Ufficio di pubblica sicurezza sono andati a visitare il centro di detenzione, Liu ha cercato di denunciare la persecuzione in atto, ma senza successo.

Il tribunale della contea di Linshu ha poi condannato il praticante a un anno e l’ha multato di 5.000 yuan (circa 674 euro). L’uomo ha fatto appello al tribunale intermedio che invece ha deciso di confermare il verdetto originale.

Liu è tornato a casa nel gennaio scorso. A causa della persecuzione nel centro di detenzione, è diventato estremamente magro, soffre di polsi intorpiditi, deve usare entrambe le mani per tenere una penna, ha i piedi e le gambe gonfie ed è sensibile al freddo. Sua moglie ha pensato di divorziare da lui a causa della pressione mentale della persecuzione, ma in seguito ha cambiato idea.

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