(Minghui.org) All’inizio del mese di agosto un uomo di 60 anni, residente a Baoding nella provincia dell’Hebei, è stato condotto nella prigione n° 4 di Jidong, per scontare una pena di tre anni per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999.

Il calvario di Shi Zongxi è nato da un arresto avvenuto il 13 febbraio 2020. Pur essendo riuscito a sfuggire alla custodia della polizia, è stato costretto a vivere lontano da casa e a nascondersi.

Il 4 giugno 2020 Shi è stato arrestato mentre lavorava in una fabbrica. È stato interrogato nel seminterrato della stazione di polizia e, il 19 giugno, rilasciato su cauzione.

Alla fine del 2020 è stato nuovamente arrestato, mentre distribuiva materiale informativo del Falun Gong. Intorno alla mezzanotte è stato rilasciato.

Nel maggio 2021 la polizia ha chiamato il figlio e gli ha promesso che lo avrebbe scagionato, se si fosse presentato “per chiudere il caso dell’anno scorso”. Il figlio ha creduto agli agenti e ha chiesto con forza al padre di fare quanto richiesto. Giorni dopo, il 27 maggio, Shi si è quindi recato alla stazione di polizia, ma è stato arrestato e condotto nel centro di detenzione distrettuale di Mancheng.

Poiché le autorità hanno impedito ai suoi familiari di fargli visita, essi hanno continuato a scrivere ai vari dipartimenti che si occupano del suo caso per chiedere giustizia, ma senza alcun risultato. In seguito, la polizia ha sottoposto il caso alla Procura della contea di Shunping, che lo ha incriminato.

Il 17 febbraio scorso il praticante è stato processato presso il tribunale della contea di Shunping. La moglie è stata l’unico membro della famiglia a cui è stato permesso di assistere all’udienza. È quasi svenuta alla vista del marito, che veniva portato in aula da quattro ufficiali giudiziari. Indossava catene e protezioni bianche, dalla testa ai piedi. Poteva vedere solo i suoi occhi e non riusciva a capire se fosse dimagrito, dopo due anni di detenzione.

I due avvocati dell’uomo hanno presentato per lui un’istanza di non colpevolezza. Sono rimasti turbati nel vedere che il pubblico ministero ha indicato Shi Lianyou, un abitante del villaggio, senza alcuna parentela con Shi e deceduto nel 2018, come testimone contro il loro cliente. Non è chiaro se la “testimonianza” dell’uomo sia stata considerata una prova ammissibile quando, mesi dopo, il giudice ha annunciato la condanna di Shi a tre anni di prigione.

Shi ha fatto appello al tribunale intermedio della città di Baoding, che ha deciso di confermare il verdetto originale. Sono state nuovamente negate le visite in prigione ai familiari, profondamente preoccupati per il benessere del loro caro.

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