(Minghui.org) Recentemente si è appreso che una donna di 68 anni della provincia dell’Heilongjiang, ha perso l’appello contro un’ingiusta condanna per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 25 agosto scorso Liu Duanhui è stata condannata a un anno di prigione e multata di 5.000 yuan (circa 640 euro). Il 29 novembre si è tenuta l’udienza per l’appello, ma non è chiaro quando sia stata emessa la sentenza di conferma del verdetto originale.

La condanna alla prigione segue due anni di sfollamento

La condanna di Liu, residente nella fattoria di Bawusan della contea di Baoqing, nella città di Shuangyashan nella provincia dell’Heilongjiang, deriva dal suo primo arresto, avvenuto il 2 maggio 2020, per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong.

Gli agenti che l’hanno arrestata provenivano dalla stazione di polizia di Qinghe, presso la fattoria di Bawusan, che è sotto l’amministrazione della filiale di Jiansanjiang dell’Ufficio per la bonifica della provincia dell’Heilongjiang, che gestisce le fattorie di proprietà dello stato in tutta la provincia. Tali fattorie hanno le proprie stazioni di polizia.

La polizia ha fatto irruzione nell’abitazione di Liu e, dopo un periodo di tempo imprecisato, l’ha rilasciata agli arresti domiciliari. Il locale comitato di strada è stato incaricato di perquisire la sua abitazione una volta ogni 10 giorni. La figlia ha chiamato la polizia per chiedere l’archiviazione del caso e un agente ha minacciato Liu: “Dica a sua figlia di non chiamarci più, altrimenti le sfonderemo la porta e metteremo la sua casa sottosopra!”.

Liu si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, come ordinato, e la polizia ha cambiato tattica. La donna è stata invitata a pranzo e lei, pensando che avessero capito l’illegalità della persecuzione, ha accettato l’offerta, ma è stata portata nello stesso luogo in cui aveva distribuito materiale del Falun Gong il giorno del suo arresto iniziale. Gli agenti le hanno scattato una foto e le hanno detto che era solo per uso interno. Tuttavia, a metà novembre 2020, la polizia ha presentato il suo caso alla procura di Jiansanjiang.

La donna è stata presto incriminata e il tribunale della filiale di Jiansanjiang ha fissato l’udienza del suo caso per il 24 dicembre 2020. Tuttavia, prima del processo, Liu è riuscita a fuggire e da allora è stata costretta a vivere da sfollata.

Lo scorso 19 agosto è stata nuovamente arrestata, presso la sua residenza temporanea a Dalian, nella provincia del Liaoning. Gli agenti del dipartimento di polizia locale hanno avvisato la stazione di polizia di Qinghe, nella fattoria di Bawusan, che ha inviato degli agenti per riportarla indietro.

La stazione di polizia di Qinghe ha tentato di farla recludere nel centro di detenzione della città di Shuangyashan, ma le è stata negata l’ammissione dopo che, durante l’esame fisico richiesto, le sono stati riscontrati valori della pressione e del colesterolo elevati.

La donna è stata pertanto posta agli arresti domiciliari in un luogo non rivelato. La figlia minore, che non la vedeva da due anni, ha chiesto di poterle fare visita, ma la sua richiesta è stata respinta. La polizia si è rifiutata di rivelare il luogo dove si trova Liu, nonostante le ripetute richieste della famiglia.

Il 25 agosto il tribunale di Jiansanjiang ha processato Liu e, al termine dell’udienza, la donna è stata condannata. Il giudice Ding Lichang (+86-454-5810941) ha presieduto il processo e il suo cancelliere era Chen Zhipeng.

Udienza di appello lo scorso mese di novembre

Il 29 novembre scorso la corte di Hongxinglong ha ascoltato il caso di appello di Liu. L’udienza è stata presieduta dal giudice Guo Jin, coadiuvato dai giudici Li Dandan e Liang Haiyan e dal cancelliere Sun Han.

Il pubblico ministero ha letto ad alta voce l’accusa iniziale utilizzata per condannare la donna. Liu ha testimoniato in propria difesa e anche il suo difensore di famiglia, non avvocato, ha chiesto di annullare il verdetto di colpevolezza.

In una data sconosciuta, il giudice Guo ha deciso di confermare il verdetto originale.

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