(Minghui.org) Lu Shiming una donna cinquantaduenne residente a Nanjing, nello Jiangsu, alla fine dell'anno scorso è stata condannata a due anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong ed il 19 gennaio di quest'anno è stata inviata alla prigione femminile dello Jiangsu.
Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica per il benessere di corpo e mente basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Da quando il partito comunista cinese ha iniziato a perseguitarla nel luglio del 1999, decine di migliaia di praticanti sono stati arrestati, incarcerati, torturati e persino uccisi.
Nel giugno del 2014, dopo che un praticante le aveva parlato della pratica, Lu ha iniziato a leggere il libro Zhuan Falun (il libro principale del Falun Gong). Nel giro di una settimana l'insonnia che la tormentava da 15 anni è scomparsa, inoltre in poco tempo anche la sua depressione, i problemi cardiaci, il mal di stomaco ed i problemi alla tiroide sono svaniti e, nonostante la persecuzione in corso, ha spesso parlato con altri dei benefici ottenuti con la pratica del Falun Gong.
Nel maggio del 2015 Lu ha presentato una denuncia penale contro l'ex dittatore cinese Jiang Zemin per aver lanciato la persecuzione del Falun Gong. Gli ufficiali della stazione di polizia di Shazhou hanno iniziato a molestarla, andando spesso presso la sua abitazione, o chiamandola al telefono, allora Lu si è recata alla stazione di polizia per spiegare che lei ed altri praticanti, citando in giudizio Jiang, stavano soltanto seguendo la legge. Più tardi nel corso della giornata è stata in grado di tornare a casa evitando i tentativi di molestie.
Il 28 maggio del 2016 l'ufficiale Yang Jie l’ha nuovamente chiamata e le ha ordinato di presentarsi alla stazione di polizia, dove le volevano prelevare un campione di sangue e le impronte digitali, ma lei si è rifiutata. Il 13 giugno del 2016 dopo le 22:00, Yang e altri sette ufficiali hanno bussato alla porta di casa sua per oltre mezz'ora; lei non ha aperto e gli agenti se ne sono andati dopo le 11 di sera.
Il giorno successivo, per evitare di essere arrestata, è andata via di casa, e per ritorsione la polizia ha interrotto l’erogazione di acqua ed energia elettrica nella sua abitazione, causando disagi alla sua famiglia. Infine l'11 luglio del 2016 diversi agenti l’hanno arrestata e portata alla stazione di polizia di Shazhou.
Quando la polizia le ha nuovamente chiesto un campione del suo sangue e le impronte digitali, lei si è rifiutata di collaborare dicendo che non aveva infranto alcuna legge. Diversi ufficiali hanno smesso di esserle ostili, ma Yang non l'ha fatto ed è stata rilasciata la mattina successiva.
Il 19 maggio 2017 è stata nuovamente arrestata e poi in seguito rilasciata su cauzione. A settembre, quattro mesi dopo, è stata di nuovo arrestata su richiesta del procuratore.
Il 29 maggio scorso è stata processata presso la corte di Jianye, e poi condotta al centro di detenzione di Nanjing.
Alla fine di ottobre è stata condannata a due anni con una ammenda di 20.000 yuan (circa 2600 euro). Per questa condanna ha fatto appello alla Corte Intermedia di Nanjing, la quale ha deciso di respingere l’appello senza udienza.
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Categoria: Resoconti della persecuzione