(Minghui.org) Chen Shanju, una residente di Wuhan, nell’ Hubei, è stata processata dal tribunale distrettuale di Hanyang, il 27 maggio di quest'anno, per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Mentre l'avvocato di Chen stava entrando nell'aula, un ufficiale giudiziario lo ha minacciato, "come osi prendere un caso del Falun Gong?"

L'ufficiale ha inoltre esaminato il computer del legale, il cellulare, e i documenti che aveva portato con sé, nonostante gli avvocati della difesa sia esenti dai controlli di sicurezza.

Durante l'udienza il giudice Liang Hong ha diffamato il Falun Gong e ha minacciato Chen di non avere il permesso di praticarlo.

Chen ha negato tutte le accuse contro di lei e ha detto che, mantenendo ferma la sua fede, non stava violando alcuna legge.

L’avvocato ha scritto una dichiarazione di non colpevolezza per la praticante, ha sottolineato che è illegale per il giudice minacciare il suo cliente durante l'udienza, ed ha chiesto l'assoluzione di Chen; ma il giudice lo ha ignorato.

Il legale aveva già cercato di far rilasciare il suo assistito quando aveva incontrato il giudice prima della seduta, nell’ufficio di quest’ultimo. In quella situazione un membro dello staff di nome Cao Wen aveva detto al difensore della praticante: "Potremmo benissimo condannarla a tre anni".

Chen, dopo l'udienza, è rimasta nel centro di detenzione n.1 di Wuhan, dove è reclusa tutt'ora. La praticante è stata arrestata il 17 ottobre 2017, mentre studiava i libri del Falun Gong con altri praticanti; quest’ultimi rilasciati alcuni giorni dopo.