(Minghui.org) Il 26 luglio una residente della città di Harbin, nello Heilongjiang, è morta improvvisamente pochi istanti dopo essere portata in ospedale per un soccorso d'emergenza.

La figlia, Li Xuesong, residente a San Francisco, racconta che la prigione femminile di Heilongjiang l’ha chiamata quel pomeriggio informandola che la madre, Meng Hong, aveva la pressione alta e un problema cardiaco. Le è stato chiesto quindi di recarsi immediatamente all'ospedale n. 2 dell’università di medicina di Harbin con un po' di contanti per pagare le spese mediche.

Subito dopo l'arrivo della famiglia in ospedale è arrivata anche l'ambulanza che trasportava la donna. I familiari hanno visto due paramedici effettuare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) all'interno del veicolo, ma dieci minuti dopo essere stata portata al pronto soccorso Meng è stata dichiarata morta. Aveva settantanove anni.

Meng Hong

La morte improvvisa della praticante è avvenuta nove mesi prima della sua prevista liberazione, dopo avere trascorso sette anni in carcere per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Li ha riferito che sua madre, prima e durante gli oltre sei anni di prigionia, godeva di ottima salute, e per questo ha sospetti riguardo le vere cause della sua morte.

Sogno infranto dalla rivoluzione culturale

Meng era nata in campagna in una famiglia povera, e crescendo aveva sofferto molte difficoltà. Si era trasferita nella grande città di Harbin dopo aver trovato un lavoro come ingegnere, ma la decennale Rivoluzione culturale distrusse il suo sogno. Infatti fu rispedita in campagna perché la sua famiglia era proprietaria di terreni, e quindi "nemica di classe" del Partito.

Anche se dopo la Rivoluzione Culturale tornò ad Harbin, quegli anni di lotte l'avevano traumatizzata, lasciandola in una profonda depressione. Era diventata molto introversa e stava molto attenta in tutto ciò che faceva, per evitare di diventare di nuovo un bersaglio del partito.

La vita rinnovata alla ricerca del Falun Gong

Vent’anni più tardi, durante la vasta diffusione del Qigong negli anni '90, Meng si era interessata alle antiche pratiche energetiche mentre cercava un modo per migliorare la sua salute, dopo aver subito un importante intervento chirurgico.

Aveva conosciuto il Falun Gong tramite sua figlia nel maggio 1996, che l'aveva aiutata a vedere la vita da una nuova prospettiva. Ogni mattina, con qualunque condizione metereologica, si recava diligentemente sul luogo di pratica per fare gli esercizi. Era molto più felice e sempre piena di energia. Come ingegnere senior, ha ricevuto diversi premi dal suo posto di lavoro come miglior dipendente.

Quando la gente le chiedeva il segreto dei suoi cambiamenti, Meng diceva sempre che era grazie al Falun Gong.

Ancora perseguitata dal Partito Comunista

Meng era stata arrestata il 28 febbraio 2004, per aver difeso la sua fede e cercato di sensibilizzare la gente sulla persecuzione, mentre affiggeva un manifesto con il messaggio "La Falun Dafa è buona”. Così era stata detenuta per più di un anno nonostante soffrisse di ipertensione.

Il 22 maggio 2012 era stata nuovamente arrestata mentre diffondeva materiale informativo sul Falun Gong all'Università di Heilongjiang.

Il tribunale distrettuale di Nangang l’aveva presto condannata a sette anni di prigione. Sebbene fosse stata rilasciata su cauzione, dopo che il centro di detenzione aveva rifiutato di accettarla a causa della sua età avanzata, il 27 marzo 2013 il giudice Wen Lirong e la polizia locale avevano fatto irruzione in casa sua e l'avevano portata con la forza nella prigione femminile di Heilongjiang. La sua famiglia attendeva il suo rilascio il 27 marzo 2020, ma l’ha invece vista morire nel pronto soccorso in condizioni sospette.