(Minghui.org) Al 29 settembre 2020, il coronavirus ha infettato oltre 33 milioni di persone e ne ha uccise più di 1 milione in tutto il mondo. Come molti altri Paesi occidentali, gli Stati Uniti si sono risvegliati dalla disinformazione e dalle bugie propagate dal Partito Comunista Cinese (PCC) e hanno iniziato a rimodellare la loro strategia nei confronti della Cina.

Molti alti funzionari statunitensi hanno condannato il PCC per la sua minaccia al mondo libero e hanno proposto nuovi modi per trattare con quest’ultimo. Un precedente articolo trattava le dichiarazioni al riguardo, di funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e dell’FBI. Questo articolo invece presenta le preoccupazioni sul PCC sollevate dal Procuratore Generale degli Stati Uniti, dal Segretario alla Difesa e dal senatore degli Stati Uniti, Ted Cruz.

Il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr: la risposta degli Stati Uniti alle ambizioni globali del PCC è la questione più importante del 21° secolo

Il 16 luglio 2020, durante un discorso sulla politica cinese al Museo presidenziale Gerald R. Ford nel Michigan, il procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr, ha posto un avvertimento: “La questione più importante per la nostra nazione e per il mondo, nel ventunesimo secolo, è la risposta degli Stati Uniti alle ambizioni globali del Partito Comunista Cinese.”

Barr ha detto: “Il PCC governa con il pugno di ferro su una delle più grandi civiltà antiche del mondo. Cerca di sfruttare l’immenso potere, la produttività e l’ingegnosità del popolo cinese per rovesciare il sistema internazionale basato su regole e rendere il mondo adatto per la dittatura. Il modo in cui gli Stati Uniti risponderanno a questa sfida avrà implicazioni storiche e determinerà se gli Stati Uniti e i loro alleati liberal-democratici, continueranno a plasmare il proprio destino o se il PCC e i suoi affluenti autocratici controlleranno il futuro.”

Il Procuratore generale ha inoltre spiegato che il PCC non sta più nascondendo il suo potere o aspettando il suo tempo, poiché il segretario generale del PCC, Xi Jinping, sta parlando apertamente del suo approccio al “centro della scena”, del “costruire un socialismo superiore al capitalismo” e del sostituire il sogno americano con “soluzioni cinesi”.

“Per inclinare il campo da gioco a proprio vantaggio, il governo comunista cinese ha perfezionato una vasta gamma di tattiche predatorie e spesso illegali: manipolazione della valuta, tariffe, quote, investimenti strategici guidati dallo Stato, acquisizioni, furto e trasferimento forzato di proprietà intellettuale, sussidi statali, dumping, attacchi informatici e spionaggio. Circa l’80% di tutti i procedimenti giudiziari federali di spionaggio economico, hanno presunto comportamenti che andrebbero a vantaggio dello Stato cinese e circa il 60% di tutti i casi di furto di segreti commerciali, ha avuto un legame con la Cina.”

Barr ha sottolineato che i progressi della Cina nelle principali aree commerciali e nelle infrastrutture, mostrano che le politiche economiche predatorie del PCC stanno avendo successo. Per 100 anni, gli Stati Uniti hanno avuto la più grande capacità manifatturiera del mondo, che gli ha permesso di fungere da “arsenale della democrazia.” Ma dopo che nel 2010 la Cina ha superato gli Stati Uniti nella produzione manifatturiera, è cresciuta rapidamente fino ad essere “l’arsenale della dittatura” del mondo.

“Sebbene gli americani speravano che il commercio e gli investimenti avrebbero liberalizzato il sistema politico cinese, il carattere di fondo del regime non è mai cambiato. Rimane uno Stato autoritario e monopartitico, in cui il Partito Comunista esercita il potere assoluto, non controllato da elezioni popolari, dallo Stato di diritto o da una magistratura indipendente. Il PCC sorveglia il proprio popolo e assegna loro punteggi di credito sociale, impiega un esercito di censori governativi, tortura dissidenti e perseguita le minoranze religiose ed etniche, tra cui 1 milione di Uiguri detenuti in campi di indottrinamento e di lavoro.”

“Se quello che succede in Cina restasse in Cina, sarebbe già abbastanza grave. Ma invece dell’America che cambia la Cina, la Cina sta sfruttando il suo potere economico per cambiare l’America.”

Il Procuratore generale ha chiesto una rivalutazione delle relazioni USA-Cina. Gli Stati Uniti hanno bisogno degli sforzi congiunti dell’intera società per resistere alla sfida del PCC, il quale sta minacciando le future generazioni.

Segretario alla Difesa degli Stati Uniti: il PCC sfida le regole internazionali

Il 24 agosto 2020, Mark Esper, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha pubblicato un articolo d’opinione sul Wall Street Journal intitolato “The Pentagon Is Prepared For China,” (Il Pentagono è pronto per la Cina). L’articolo sottolineava che, poiché il leader del PCC, Xi Jinping, richiamava l’uso dell’Esercito di Liberazione Popolare (PLA) per far avanzare l’ambizione globale del PCC, gli Stati Uniti sono pronti a rafforzare la loro rete di alleati e partner nella regione indo-pacifica, in risposta alla “nuova era di competizione globale tra l’ordine internazionale libero e aperto e un sistema autoritario promosso da Pechino.”

Esper ha sottolineato che il PLA non è un esercito al servizio della nazione o di una costituzione, ma “appartiene a - e serve - un’entità politica, il Partito Comunista Cinese.”

Nell’articolo si legge: “L’enfasi del Partito Comunista sull’indottrinamento, la modernizzazione e il rafforzamento del controllo sul PLA mostra come i leader cinesi guardino alle forze armate centrali come mezzo per raggiungere i loro obiettivi. Importante tra questi è rimodellare l’ordine internazionale, con metodi che minano le regole accettate a livello globale, mentre normalizzano l’autoritarismo, creando le condizioni per consentire al Partito Comunista Cinese di costringere altri Paesi e impedire la loro sovranità.”

Esper ha concluso con un appello: “Le nazioni che sostengono la libertà, i diritti umani e lo stato di diritto devono unirsi per contrastare il ruolo coercitivo del PLA negli aggressivi tentativi del Partito Comunista Cinese di minare la sovranità delle nazioni.”

Il senatore Ted Cruz: il PCC è un “nuovo impero del male”

Il senatore statunitense Ted Cruz ha dichiarato in un’intervista a Jan Jekielek di The Epoch Times che il PCC è il “nuovo impero del male”, che sta cercando di dominare il mondo. Il PCC ha cercato di sovvertire tutti gli aspetti della società americana, dalla politica all’economia, dalla proprietà intellettuale alla catena di approvvigionamento, da Hollywood al mondo accademico, fino agli sport professionistici come l’NBA.

Ha detto che per rispondere alla grave minaccia geopolitica del PCC nei confronti degli Stati Uniti, è necessario comprendere la portata dell’aggressione del regime contro gli Usa, inclusi il furto di proprietà intellettuale, lo spionaggio, la propaganda e le sue campagne di influenza maligna.

Il Senatore ha anche confrontato la situazione attuale con la guerra fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti e come questi ultimi dovrebbero utilizzare una strategia simile, per sconfiggere il PCC.

“Durante tutta la Guerra Fredda, non siamo entrati in una guerra a fuoco con l’Unione Sovietica. Piuttosto, e Reagan lo aveva capito ancora meglio, ci siamo impegnati in uno sforzo sistematico e completo per far luce, per usare il potere della verità, per usare pressioni economiche, per usare pressioni diplomatiche e per usare l’incredibile potere del libero sistema di impresa americana, per sconfiggerli e mandarli in bancarotta.”

Il senatore Cruz ha affermato che la pandemia di coronavirus ha portato a una fondamentale rivalutazione della politica estera tra Stati Uniti, Cina e il resto del mondo.

Ha detto: “I cinesi in Cina, troppi di loro, vivono nella povertà e nell’angoscia. Il comunismo è un disastro. Non funziona. Quindi dobbiamo combatterlo sul lato militare. Dobbiamo combatterlo facendo brillare una luce. Questo è ciò che ho cercato di fare vigorosamente, sfidando le bugie e l’oppressione dalla Cina.”

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