(Minghui.org) Per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, Xiong Meiying, un'infermiera in pensione di settantadue anni, ha dovuto sopportare un anno di lavori forzati e tre anni e mezzo di prigionia. Anche suo marito è stato perseguitato per aver praticato ed ha perso la vita.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione che è perseguitata dal regime comunista cinese fin dal 1999.

Xiong Meiying

Marito morto a causa della persecuzione

Xiong, che lavorava presso il centro sanitario centrale del villaggio del Shengmi, situato nella contea del Nanchang, provincia del Jiangxi, è stata una "giovane istruita" negli anni '70, ovvero ha fatto parte di quella generazione di abitanti delle città che venivano mandati in campagna dal governo, per essere "rieducati" dai contadini poveri.

Lei e suo marito, Liu Pinshen, hanno trascorso 15 anni difficili in campagna. Con due figli maschi e quattro femmine, si sono adoperati molto per sfamarli. Xiong non era in buone condizioni di salute, soffriva di vertigini e spesso crollava a terra senza preavviso.

Dopo che nel 1998, la coppia ha iniziato a praticare il Falun Gong, il marito ha smesso miracolosamente di fumare e di bere, mentre la salute di Xiong è migliorata in breve tempo e le vertigini sono scomparse. Da allora non ha più preso una sola pillola, né è stata in ospedale, il che le ha fatto risparmiare molti soldi per le spese mediche.

Poiché si era rifiutata di abbandonare la pratica del Falun Gong dopo l'inizio della persecuzione, Xiong è stata spesso arrestata, rinchiusa in carcere per quattro volte e mandata in un campo di lavoro forzato per un anno, dove le sono stati estorti un totale di 9.000 yuan(circa 1100 euro).

Nel campo di lavoro, ha subito il lavaggio del cervello ed è stata costretta a lavorare ogni giorno per molte ore senza retribuzione. Quando è tornata a casa, i suoi capelli neri erano diventati grigi.

Nel 2010, suo marito è stato rinchiuso nel centro di detenzione della contea dello Xinjian per più di tre settimane. A settant'anni, ha sofferto torture fisiche e psicologiche. L'uomo è morto subito dopo essere tornato a casa.

Condannata per la sua fede, torturata fisicamente e psicologicamente

Il 24 settembre 2016, Xiong è stata arrestata nuovamente mentre distribuiva materiale per ilchiarimento della verità sul Falun Gong di fronte ad un mercato ortofrutticolo.

La donna è stata condotta dai poliziotti alla Brigata di sicurezza nazionale del distretto dello Xinjian ed in seguito al Primo centro di detenzione del Nanchang. Successivamente è stata condannata a tre anni e mezzo di reclusione, e trasferita nella prigione femminile del Jiangxi, il 27 giugno del 2017.

È stata inserita nella Seconda Brigata, sotto un istruttore soprannominato Huang ed un altro di nome Liu Hui, quest'ultimo incaricato di perseguitare i praticanti del Falun Gong.

Costretta a guardare video che diffamano il Falun Gong

In carcere, Xiong è stata costretta ogni giorno a guardare a lungo video che diffamavano il Falun Gong. Quando è stata visualizzata la bufala dell’Auto-Immolazione di Tiananmenha sottolineato alcune delle prove le quali dimostrano che l'incidente è stato inscenato. Il prigioniero incaricato di sorvegliarla l'ha colpita al braccio, urlando: «Stai ferma! Non ti è permesso di parlare!».

Costretta a stare in piedi per molto tempo

Xiong è stata inoltre costretta a restare a lungo in piedi in laboratorio durante il giorno e vicino alla finestra fuori dalla cella di notte, di solito fino a mezzanotte e talvolta fino alle 2:00 o alle 3:00; tutto questo si è protratto per più di due mesi. I suoi piedi si gonfiavano e le facevano male, tanto che non riusciva a stare in piedi, inoltre era anche tormentata dalle zanzare.

Costretta a lavorare senza retribuzione

La donna ormai settantenne, talvolta non riusciva a terminare il suo lavoro quotidiano prima delle 21.00, aveva a disposizione soltanto due giorni di riposo al mese. Il lavoro prolungato e intenso, oltre alla mancanza di sonno, le affaticavano gli occhi facendole riaffiorare di nuovo le vertigini.

Costretta a recitare le regole del carcere

Il carcere femminile ha centinaia di regole ed i praticanti del Falun Gong che si rifiutavano di recitarle o che non riuscivano a memorizzarle, venivano insultati e picchiati. Le guardie incitavano le altre detenute a considerare i praticanti come "nemici" e ne promuovevano i conflitti.

Altri abusi

Nella cella di Xiong c'erano 12 persone, ma lei era l'unica praticante del Falun Gong e le era severamente proibito contattare qualsiasi altro praticante all'interno della prigione.

Durante il suo primo mese in carcere, le guardie le hanno dato solo del riso per sfamarsi, senza aggiungere alcuna verdura. Non le è stato permesso di lavarsi per molto tempo; solo più tardi, dopo la lunga permanenza, ha potuto fare una doccia fredda di cinque minuti nel cuore della notte. Le è stato permesso di usare il bagno solo all'ora stabilita ed ogni settimana, i suoi effetti personali venivano perquisiti (questa era la regola per i praticanti del Falun Gong), lasciando ogni volta tutto in disordine.

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