(Minghui.org) L’8 settembre di questo anno, la settantatreenne Zhou Shanhui, residente a Pengzhou nella provincia dello Sichuan, è stata arrestata per la sua fede nel Falun Gong, una pratica spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. La praticante è ora detenuta in isolamento.

È la tredicesima volta che Zhou viene arrestata per la sua fede che pratica dal gennaio 2001 e che la ha aiutata a guarire i suoi problemi allo stomaco, l'artrite reumatoide e la spalla congelata.

Arrestata per aver fatto appello per il Falun Gong

Il 20 febbraio 2000 Zhou si è recata a Pechino per appellarsi in difesa del Falun Gong ed è stata arrestata. In seguito è stata rimandata a Pengzhou e trattenuta per quindici giorni.

Il 1° aprile 2000 è tornata a Pechino per presentare ricorso in appello ed è stata nuovamente arrestata. Durante i nove giorni di detenzione a Pechino è stata picchiata e legata ad un palo; un ufficiale le ha dato un calcio e le ha ferito la testa, che ha iniziato a sanguinare dopo aver colpito il palo.

Dopo essere stata riportata a Pengzhou è stata condannata ad altri 15 giorni di detenzione e le è stata inflitta una multa di 10.000 yuan (circa 1270 euro). In seguito le autorità l'hanno mandata in un ospedale psichiatrico e l'hanno tenuta lì per oltre sette mesi. Dopo averle trovato addosso un libro del Falun Gong, un agente l'ha trascinata a terra e l'ha sbattuta contro una porta di metallo così violentemente che la donna ha perso conoscenza a causa del trauma.

Un anno e mezzo di lavori forzati

Zhou è stata arrestata di nuovo all'inizio del 2003. Le guardie l’hanno picchiata prendendola a calci sulla schiena e calpestandole le gambe e i piedi; aveva ferite e lividi su tutto il corpo.

In seguito è stata condannata ad un anno e mezzo al campo di lavoro forzato di Nanmusi, dove è stata spesso legata con corde sottili in posizioni strazianti, veniva chiusa in isolamento e le è stato impedito di dormire. Una volta alcuni detenuti l’hanno ammanettata e trascinata a terra per le manette, causandole di nuovo gravi ferite.

Alimentazione forzata nel centro di detenzione

Il 24 maggio 2008 è stata arrestata per la quarta volta. La polizia ha saccheggiato la sua casa e le ha scattato una foto mentre opponeva resistenza; un agente le ha colpito la testa con una scopa in un modo così violento che il manico si è rotto e la donna ha sofferto di mal di testa per diversi giorni.

Dopo essere stata mandata al centro di detenzione di Pengzhou, lo stesso giorno ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione. Il giorno dopo le guardie l'hanno legata a una sedia e l'hanno costretta a mangiare. Hanno usato un sottile filo metallico per legarle le mani, che le ha provocato dei tagli profondi ai polsi. Dopo un'ora la donna stava quasi per svenire dal dolore e le guardie hanno sostituito il filo metallico con un panno.

La praticante è stata bloccata sulla sedia e alimentata a forza per sette giorni. É stata poi trasferita in un altro centro di detenzione, dove è stata trattenuta per quattro giorni e due agenti l'hanno picchiata e presa a calci.

Somministrazione di farmaci sconosciuti nel Centro per il lavaggio del cervello di Xinjin

Il 3 luglio 2008 la donna è stata trasferita al Centro per il lavaggio del cervello di Xinjin. Le detenute incaricate di controllarla le hanno riempito la bocca con i loro assorbenti sporchi dopo che la donna aveva gridato: «La Falun Dafa è buona». Le hanno anche aperto la bocca e l'hanno costretta a bere acqua saponata. La sua bocca è rimasta ferita a causa delle torture.

Per aumentare la sua sofferenza le detenute spesso le hanno versato dell’acqua sui vestiti, sul letto e sul piumone.

Il 9 settembre 2008 le detenute l'hanno costretta ad assumere farmaci tossici poiché stava sostenendo uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione. Subito dopo aver preso le medicine la donna ha avuto un forte dolore su tutto il corpo. Per via dell’acuta sofferenza si rotolava da una parte all’altra sul letto e non è riuscita a dormire tutta la notte.

Il giorno dopo, quando le guardie l'hanno mandata in ospedale, i suoi polmoni e la cistifellea risultavano danneggiati. A quel punto il centro per il lavaggio del cervello ha deciso immediatamente di dimetterla.

Al suo ritorno a casa Zhou non era in grado di mangiare, era quasi paralizzata e non riusciva a muovere il collo; la sua memoria era molto ridotta e non riusciva a prendersi cura di sé.

Si è ripresa gradualmente dopo aver ripreso a praticare il Falun Gong per un po' di tempo.

Costretta a vivere lontano da casa

Il 16 giugno 2009 è stata fermata dalla polizia mentre tornava a casa; è stata picchiata e hanno tentato di arrestarla. Per sfuggire all'arresto è stata costretta a vivere lontano da casa per nascondersi dalla polizia.

Altri arresti

Il 7 maggio 2015 Zhou è stata arrestata di nuovo mentre distribuiva materiale informativo sul Falun Gong e detenuta per quindici giorni.

Solo poche settimane dopo è stata arrestata nuovamente, il 26 giugno 2015, dopo essere stata denunciata per aver parlato alla gente del Falun Gong. In quell’occasione è stata trattenuta per quindici giorni.

Il 5 settembre 2017 la polizia l'ha molestata e arrestata.

Il 22 giugno 2018 è stata arrestata di nuovo per aver parlato con la gente del Falun Gong e detenuta per dieci giorni. Nello stesso anno è stata arrestata altre due volte, prima il 23 ottobre e poi il 26 ottobre, e in entrambi i casi è stata presto rilasciata.

È stata inviata al centro di detenzione dopo l'arresto del 10 aprile 2019 e rilasciata lo stesso giorno dopo essere stata arrestata il 14 novembre 2019.

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