(Minghui.org) Il 14 luglio di quest’anno tre membri del tribunale insieme a tre agenti di polizia hanno fatto irruzione nella casa della signora Dong Shuxian, riferendole di essere lì per portarla in prigione a scontare i sette anni a cui era stata condannata per aver praticato il Falun Gong, una pratica spirituale che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La praticante settantenne residente a Chaoyang, provincia del Liaoning, è rimasta sconvolta ed ha chiesto a Geng Hongyan, presidente della Corte di Shuangta: «Che cosa ho fatto? Sono rimasta a casa e non so nulla, perché sono stata condannata a sette anni? Che legge ho infranto? deve mostrarmi i documenti».

Geng non ha risposto e un ufficiale della stazione di polizia di Qianjin ha detto che stavano eseguendo un ordine dei loro superiori.

La polizia ha così portato Dong in un ospedale per un esame fisico dove le è stata riscontrata una pressione sanguigna pericolosamente alta. Dopo che la prigione locale si è rifiutata di accettarla, gli agenti l’hanno riportata all'ospedale ma dopo che la sua pressione sanguigna è rimasta alta hanno dovuto riportarla a casa a tarda notte.

Il 20 agosto gli stessi tre agenti sono tornati e l'hanno portata da un medico specialista che l'ha visitata con i dispositivi più recenti, ciò nonostante non soddisfaceva ancora i requisiti sanitari per l’ammissione al carcere.

Non è chiaro se le autorità continueranno a cercare di farla incarcerare.

Negli ultimi due decenni è stata arrestata più volte per la sua fede e ha scontato delle detenzioni in un centro di lavaggio del cervello e in un campo di lavoro forzato. Si dice che questa volta le autorità l’abbiano presa di mira a causa della sua denuncia penale presentata nel 2015 contro Jiang Zemin, ex capo del regime comunista cinese che ha ordinato la persecuzione del Falun Gong nel 1999. In precedenza era stata arrestata il 9 novembre 2015 e le erano stati confiscati 23.000 yuan (circa 2900 euro) in contanti e i suoi libri del Falun Gong. Lo stesso giudice, Geng Hongyan della Corte di Shuangta, l’ha condannata a due anni con tre anni di libertà vigilata.