(Minghui.org) Il 28 ottobre scorso una residente di Pechino è stata processata dal tribunale distrettuale di Changping per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che è perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Il 28 settembre dell’anno scorso la signora Lu Mingfang dell'età di quarantasette anni, originaria della città di Linfen, provincia dello Jiangxi, che lavora a Pechino come governante, è stata fermata da tre agenti, quando ha lasciato la casa dove presta servizio. Due ore dopo è arrivata un auto della polizia che l'ha portata nel distretto locale, dove è stata trattenuta per tutta la notte seduta su una sedia in un seminterrato. La polizia si è rifiutata di darle dell'acqua, nonostante il fatto che durante la giornata non aveva avuto modo di bere.
La polizia ha poi trasferito Lu al centro di detenzione di Nankou, tenendo la sua famiglia all'oscuro della situazione. Quattro giorni dopo quando i familiari hanno denunciato la sua scomparsa, hanno scoperto del suo arresto e della sua detenzione.
È stato riferito che la polizia ha preso di mira Lu perché ha creato alcuni gruppi, e ha pubblicato articoli su QQ, una popolare applicazione di social media in Cina. Gli agenti l'hanno monitorata per mesi, prima di arrestarla.
Il 5 novembre la Procura di Pechino ha approvato l'arresto. Le autorità del centro di detenzione non hanno permesso alla sua famiglia di farle visita e solo alla fine dell'anno hanno accettato alcuni abiti invernali. Quest'anno quando i familiari sono andati a consegnare le necessità quotidiane, le guardie si sono rifiutate di accettare qualsiasi cosa per la donna.
La sorella si è recata più volte alla stazione di polizia, per chiedere che la rilasciassero su cauzione, ma ogni volta la richiesta è stata rifiutata.
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