(Minghui.org) Nello scorso mese di giugno Li Shuhua, praticante del Falun Gong residente a Xuchang, provincia dell'Henan, è stata condannata a tre anni di prigione dal tribunale distrettuale di Weidu. Dal mese di agosto la donna si trova nella prigione femminile di Xinxiang.
Li è stata arrestata il 13 gennaio di quest'anno e condotta al centro di detenzione di Xuchang, in seguito alla denuncia dell'8 gennaio da parte del figlio di un ottantenne al quale aveva parlato del Falun Gong. La sua casa è stata perquisita.
La donna, che aveva già mostrato sintomi di emiplegia (paralisi di un lato del corpo) quando era detenuta nel centro di Xuchang, attualmente non può prendersi cura di sé: versa in stato confusionale e la sua vita è in pericolo.
Esortiamo la comunità internazionale ad aiutare a fermare la crudele persecuzione dei praticanti del Falun Gong durata ventun’anni ed ottenere il rilascio di Li, al fine di assicurarle le cure mediche di cui ha bisogno.
La salute è migliorata dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong
Li Shuhua è una sessantenne in pensione che ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1996. Prima di allora, la donna soffriva di nevrosi, sindrome di Ménière, vertigini e palpitazioni. Non andava d'accordo con suo marito, e questo l'aveva portata a serbargli rancore ed a soffrire di insonnia. La sua condizione andava peggiorando e l'aveva portata alla disperazione. Raramente si prendeva cura dell'anziana suocera.
Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong, tutte le sue malattie sono scomparse ed è tornata sana. Ha compreso il senso della vita ed ha imparato a vivere secondo i principi di Verità-Compassione-Tolleranza al fine di diventare una brava persona. Il suo carattere è notevolmente migliorato, si prendeva cura delle persone che si trovavano in difficoltà e la vita in famiglia è diventata più armoniosa.
Due precedenti arresti per aver sostenuto la sua fede
Da quando il Partito Comunista Cinese ha ordinato la persecuzione del Falun Gong nel luglio 1999, Li è stata arrestata altre due volte e condannata complessivamente a sette anni, per aver sostenuto i suoi principi.
Il suo primo arresto risale al 13 luglio 2009, mentre distribuiva materiale del Falun Gong. Dopo più di un anno di detenzione, nell'agosto 2010 il tribunale di Weidu le ha imposto una pena di tre anni da scontare nella prigione femminile di Xinxiang.
In carcere Li veniva rimproverata e picchiata frequentemente per la sua perseveranza nel fare gli esercizi del Falun Gong e per rifiutarsi di rinunciare alla sua fede. Una volta è stata posta in cella d’isolamento, rinchiusa per due mesi in una stanza piccola e buia per aver gridato: «La Falun Dafa è buona».
Le guardie carcerarie hanno incaricato detenute criminali di sorvegliarla costantemente nelle ventiquattr'ore. Queste le stringevano le mani dietro la schiena e le legavano i piedi con una cintura di stoffa. Li non poteva alzarsi, ma doveva stare seduta sul bordo del letto per tutto il giorno. Inoltre è stata costretta a tenere una maschera sporca per quasi due mesi senza cambiarla o lavarla. Le proibivano di lavare la biancheria intima e le permettevano di fare la doccia solo una volta ogni venti giorni. L'hanno quasi fatta morire di fame, permettendole di mangiare soltanto un piccolo panino di mais, mezza scodella di zuppa ed una piccola porzione di un piatto principale ad ogni pasto.
Li in prigione era estremamente emaciata. Nel luglio 2012, quando è stata rilasciata, pesava circa trentacinque chili.
Tortura
Il secondo arresto della donna è avvenuto il 5 maggio 2013, per aver parlato del Falun Gong con le persone per strada. Gli agenti della stazione di polizia di Beida l'hanno arrestata e condotta al centro di detenzione di Xuchang, dove è stata forzatamente e ripetutamente nutrita con acqua e zucchero. La donna è stata legata stretta ad una barella per essere sottoposta ad alimentazione forzata ed il più delle volte, per nutrirla, è stata saldamente tenuta a terra dalle altre detenute. Come risultato dei maltrattamenti, Li è fortemente dimagrita, era debole ed è svenuta diverse volte.
Nell'aprile 2014, il tribunale di Weidu ha processato Li senza informarne la famiglia e l'ha condannata a quattro anni di prigione. Nel successivo mese di giugno è stata nuovamente trasferita nella prigione femminile.
Il secondo giorno dopo il suo arrivo, durante l'esame fisico, le è stata riscontrata una pressione sanguigna estremamente bassa. Dal carcere, la donna è stata immediatamente condotta in ospedale per effettuare ulteriori esami e le sono stati diagnosticati una grave forma di anemia ed un basso livello di albumina. Aveva anche una cisti grande come un uovo di gallina sotto l'ascella destra e, sospettando la presenza di un tumore, la prigione l'ha rilasciata sulla parola.
Attraverso la pratica del Falun Gong, la signora Li ha riacquistato la salute, ma la persecuzione non si è fermata e sei mesi dopo è stata ricondotta in carcere.
La donna, ferma nei suoi principi, è stata picchiata per insubordinazione e per essersi rifiutata di rispondere all'appello. Di notte faceva gli esercizi del Falun Gong e di giorno gridava: «La Falun Dafa è buona». Per questo motivo, è stata posta in isolamento e rinchiusa in una piccola stanza al buio. Ha dovuto sopportare diversi tipi di tortura per quarantacinque giorni nel freddo dell’inverno, tra cui il congelamento, la fame, l‘essere legata e, quando è stata fatta uscire dalla stanza buia, aveva difficoltà a camminare.
Nell'ottobre 2016, Li è caduta in officina ed ha subito la frattura dell'osso pubico. Le guardie del carcere l'hanno fotografata mentre si trovava in infermeria ed hanno dichiarato, a torto, che stava bene e che non sarebbe stato necessario alcun trattamento. Li, in seguito all'incidente, non è più stata in grado di prendersi cura di sé e nel gennaio 2017 è stata trasferita in un nuovo reparto.
Il nuovo reparto, destinato alle persone che sarebbero state presto rilasciate, era affollato e non c'era un letto in più per lei, che doveva dormire sul pavimento. La donna, ormai disabile, veniva aiutata da un’amica ad assolvere alle attività quotidiane. In seguito si è reso disponibile un letto nel castello superiore, ma Li faticava a salire e scendere ogni giorno, fino al rilascio avvenuto il 4 maggio 2017.
La donna si è fatta visitare in vari ospedali e gli esami hanno dimostrato che l'osso pubico era diventato necrotico a causa del mancato trattamento della frattura. Se non fosse stata operata, Li sarebbe stata costretta a rimanere allettata. La sua famiglia ha speso quasi 60.000 yuan (circa 7565 euro) per l'intervento.
Persone responsabili della persecuzione:
Zhang Chuansheng (张传生), direttore della prigione femminile di Xinxiang: +86-13735092601
Niu Xu (牛旭), capitano squadra n. 6, prigione femminile di Xinxiang: +86-13403736357
Chen Jianwei (陈建伟), presidente del tribunale penale di Xuchang: +86-374─3399087
Yang Xilin (杨希林), capo, centro di detenzione di Xuchang: +86-18637460522
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