(Minghui.org) Il 17 novembre 2020, durante un dibattito alla Camera dei Comuni su una mozione che chiedeva restrizioni più severe contro il Partito Comunista Cinese (PCC) per proteggere gli interessi nazionali del Canada, la deputata canadese Leona Alleslev ha esortato il governo a fare cambiamenti fondamentali alla sua politica estera nei confronti del PCC.

Il membro del Parlamento canadese Leona Alleslev

La parlamentare Alleslev ha affermato che, come molti altri Paesi occidentali, il Canada ha ritenuto erroneamente che alla fine la Cina, avendo visto i benefici delle economie capitaliste, sarebbe diventata un Paese libero, avrebbe rispettato le regole dell'ordine internazionale e cooperato con il mondo democratico. Tuttavia, mentre la Cina è diventata uno degli Stati più potenti e autoritari della storia, altri Paesi, incluso il Canada, hanno appena iniziato a rendersi conto che la minaccia e le sfide che pone al mondo libero sono imminenti.

Ha precisato che la minaccia a cui si riferiva non riguardava il popolo cinese ma il Partito Comunista Cinese al governo.

Ha detto: “L'oppressione in Cina si sta intensificando. Ha imposto una legge drastica e di vasta portata sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, sta continuando a sfruttare le persone in Tibet e ha campi di rieducazione in cui vengono internati gli uiguri. Questi sono solo alcuni dei tanti esempi della sua tirannia”.

“Probabilmente la cosa più sconcertante è che questi atti sempre più oppressivi, una volta nascosti, ora sono molto più evidenti e allo scoperto. Le ambizioni del Partito Comunista Cinese non sono limitate alla sola Cina e rappresentano un approccio integrato in tutto il mondo. E il PCC sta impiegando mezzi sociali, economici e militari per realizzarle”.

“L'Esercito di liberazione del Popolo sta esercitando attività di hackeraraggio e stiamo assistendo al furto di proprietà intellettuale da qualsiasi cosa, dalle società private al Consiglio nazionale delle ricerche”.

La deputata Alleslev ha anche affermato che il PCC sta utilizzando il cyber-spionaggio e i social media per influenzare e cambiare l'opinione pubblica in Canada: “Conosciamo il Dipartimento del lavoro del fronte unito, che nei suoi video di formazione si vanta di come è stato in grado di influenzare le elezioni e trovare candidati pro-Pechino che occupano posizioni nelle nostre democrazie”.

Ha anche parlato dell'Operazione Fox Hunt del PCC, che si è rivelato un travestimento del Partito per prendere di mira i suoi dissidenti in altri Paesi e zittire le critiche. Ha aggiunto che il PCC “tiene un elenco di quelle persone in altri Paesi su cui è in grado di esercitare influenza e su cui ha potere”. Ha avvertito che gli amministratori delegati delle società e i politici in carica dovrebbero essere consapevoli delle tattiche del PCC ed evitare di diventare suscettibili all'influenza cinese.

Parlando della società di telecomunicazioni cinese Huawei, ha affermato: “Esiste una legge [cinese] sull'intelligence nazionale che afferma che tali società sono obbligate a fornire intelligence e informazioni al governo cinese e ad agire nel suo migliore interesse anche quando si trovano sul suolo canadese, anche se questo significa aggirare la legge canadese per farlo. Ciò è spaventoso ed è una minaccia non solo per la nostra sicurezza nazionale, ma anche per lo Stato di diritto, la democrazia e la nostra sicurezza sociale ed economica”.

Ha sottolineato che il Canada deve adottare “un approccio integrato e globale” nel riconoscere la minaccia del PCC sul suolo canadese.

“L'approccio del Canada deve cambiare radicalmente. Il PCC cerca di legittimare l'autoritarismo e cerca una maggiore accettazione di quell'autoritarismo. Sta usando vari mezzi per raggiungere questo scopo minando ed erodendo la democrazia proprio qui nel nostro Paese. Come risultato, molte delle nostre democrazie sono in bilico”.

Ha anche detto che la buona notizia è che molte democrazie occidentali nel mondo stanno riconoscendo la minaccia, aggiungendo che perciò dovrebbero avere “un piano integrato e globale” per affrontarla.

Ha concluso: “Questa è una minaccia esistenziale. Non abbiamo molto tempo. Dobbiamo fare qualcosa per proteggere i cittadini sul nostro suolo e i valori che abbiamo a cuore in patria e all'estero per proteggere l'ordine mondiale internazionale, la nostra democrazia, la nostra sicurezza e il nostro futuro”.

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