(Minghui.org) Alle ore 10 del 14 ottobre 2020, la filiale cinese TOEFL, English as a Foreign Language (esame che certifica le capacità linguistiche obbligatorio per poter studiare negli Stai Uniti), ha aperto le iscrizioni per l’anno 2021 e nel giro di 5 minuti, tutti i posti disponibili dei mesi da gennaio ad agosto 2021, sono stati esauriti sia a Pechino che a Shanghai.

Tale fretta è stata in parte causata dalle limitazioni dei siti per i test, dovuti alla pandemia di coronavirus. Tuttavia, l’esaurimento completo in 5 minuti è stato inaspettato e si pone in netto contrasto con l’intensa propaganda antiamericana perpetuata dal Partito Comunista Cinese (PCC) negli ultimi mesi.

Alcuni utenti della rete hanno sottolineato che molti cinesi antiamericani di alto grado, hanno fatto trasferire i loro figli negli Stati Uniti. Tra questi Yang Jiechi (direttore dell’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari Esteri), Geng Shuang (vice rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite), Hua Chunying (direttore del Dipartimento dell’Informazione del Ministero degli Esteri), Hu Xijin (redattore capo del Global Times) e Jin Canrong (decano degli studi internazionali della Renmin University).

Per riassumere il comportamento contrastante di questi funzionari, è stata postata una frase di Sima Nan, noto studioso pro-PCC: “Affrontare gli Stati Uniti è il mio lavoro, e visitare/soggiornare negli Stati Uniti è la mia vita”. Questa frase è stata pronunciata in risposto alle contestazioni di alcuni cinesi che hanno notato lo studioso durante un volo verso gli Stati Uniti per incontrare la sua famiglia, poche ore dopo aver dichiarato che gli Stati Uniti sono “nemici del mondo intero” e “un enorme tumore”.

Un esodo senza fine

Il PCC spesso incorpora nella sua propaganda il patriottismo estremo; un esempio a riguardo consiste nel glorificarsi mentre critica i Paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti.

I membri dell’esercito del PCC citano spesso la seguente frase: “Adesso i cinesi sono ricchi, possono mangiare quello che vogliono e divertirsi ovunque, perché alcune persone pensano ancora che l’erba sia più verde nei Paesi stranieri?”

La motivazione è la libertà, come ha sottolineato un utente della rete: “È come l’aria, forse non ti rendi conto della sua importanza, ma quando stai soffocando scopri quanto sia preziosa.”

Un altro utente ha scritto: “Quando vuoi mettere in pratica il tuo credo, quando il tuo appartamento viene demolito dal governo, quando tuo figlio diventa disabile a causa di un vaccino falso, quando il tuo capo non ti paga, quando perdi i tuoi risparmi in frodi finanziarie, quando perdi la persona amata per colpa della pandemia, quando le inondazioni spazzano via tutti i tuoi beni e quando cerchi la difesa dei tuoi diritti, [in queste situazioni] puoi vedere il vero volto del PCC. Potresti completamente perdere la dignità di essere umano, potresti rimanere bloccato nell’odissea [burocratica] per appellarti al tuo caso, oppure potresti essere fermato dai funzionari e finire in prigione”.

La democrazia, la libertà di credo, i diritti umani, il sistema legale, l’ambiente e il senso di sicurezza nei Paesi democratici, sono solo alcuni dei principali fattori che attraggono i cinesi a trasferirsi all’estero. Negli ultimi mesi, il PCC è diventato più isolato a causa del suo flusso di bugie e disinformazione, nonché dei suoi attacchi ai Paesi occidentali. Ma i cinesi stanno ancora sognando di immigrare negli Stati Uniti, come dimostrato dalla popolarità dell’esame TOEFL.

Il Canada attrae circa 30.000 immigrati cinesi all’anno. Dopo che nel dicembre 2018 Meng Wanzhou, vicepresidente del consiglio di amministrazione e CFO di Huawei, è stata arrestata in Canada e sebbene il PCC abbia diffamato ripetutamente tale Paese, la tendenza all’immigrazione dalla Cina al Canada non sembra rallentare.

Secondo un rapporto del 2018 della rinomata Università di Tsinghua, solo il 19% dei suoi laureati che si sono recati negli Stati Uniti per conseguire la laurea è tornato in Cina al termine della propria formazione. New Oriental (Xin Dong Fang), la più grande società di preparazione ai test inglesi in Cina, ha pubblicato nel 2019 un libro bianco in cui si afferma che solo il 28% degli studenti cinesi è tornato in Cina dopo aver completato la propria istruzione all’estero.

Per spiegare questa situazione, un vicepresidente di Tsinghua ha parlato delle differenze nella qualità della vita tra la Cina e gli altri Paesi. Ad esempio, negli Stati Uniti si può contrarre un mutuo per l’acquisto di una casa dopo aver lavorato per qualche anno. In Cina è molto più difficile per le giovani generazioni diventare proprietari di una casa, perché il prezzo medio di una casa è molto più caro rispetto al livello di reddito. Inoltre, gli Stati Uniti hanno anche una stabilità dei prezzi relativamente maggiore e un costo della vita più basso.

Xu Chenchang, professore di matematica all’Università di Pechino, è d’accordo. Fare ricerca in Cina è molto più impegnativo che nei Paesi occidentali, oltre alla difficoltà di ottenere finanziamenti, il sistema corrotto e le diffuse frodi sui dati intimidiscono chi vuole intraprendere una carriera scientifica.

Lezioni conseguenti allo schierarsi con il PCC

Mentre molti cinesi oggi scelgono di rimanere nei Paesi occidentali, quelli che nei primi anni dell’ascesa del PCC sono stati ingannati dalle bugie del Partito e hanno deciso di rimanergli fedele, spesso sono diventati vittime delle sue stesse campagne politiche.

Nel 1949, Hu Feng e Li Shenzhi due eminenti studiosi cinesi, ferventi sostenitori di Mao Zedong e del PCC, hanno imparato entrambi, pochi anni dopo, la lezione sulla loro pelle. Nel 1955 Mao ha preso di mira Hu come controrivoluzionario e lo ha fatto imprigionare fino al 1979, diversi anni prima della sua morte. Nel 1957 anche Li è stato attaccato come esponente di destra, per poi diventare un forte critico dell’autoritarismo del PCC.

Molti di questi studiosi avevano la libertà di scegliere la loro strada. Nel dicembre 1948 Chiang Kai-shek (ex presidente della Repubblica Popolare Cinese), prima di ritirarsi a Taiwan, ha lanciato un piano per salvare circa 1.000 studiosi e organizzare il loro viaggio a Taiwan, tuttavia pochissimi intellettuali hanno accettato l’invito di trasferirsi.

Nel 1949, su 81 membri dell’Academia Sinica (l’accademia nazionale della Repubblica Popolare Cinese), solo 10 si sono trasferiti a Taiwan e 12 in altri Paesi, i rimanenti 59 sono rimasti nella Cina continentale. Inoltre, tra i 5.000 scienziati cinesi che vivevano all’estero, alla fine del 1956 più di 2.000 sono tornati in Cina, sperando di contribuire alla società con le loro conoscenze.

Ma nessuno si aspettava ciò che sarebbe accaduto in seguito:

Wu Mi, uno dei fondatori della letteratura comparativa cinese, è stato etichettato come controrivoluzionario per essersi rifiutato di seguire la linea del partito di attaccare Confucio.

Qian Duansheng, uno dei funzionari di alto rango elogiato da Chiang Kai-shek, è stato costretto a criticare sé stesso, al Congresso del Popolo di Pechino nel 1957, prima di essere preso di mira come esponente di destra.

Zhou Shouxian, uno dei pionieri dell’informatica in Cina, è stato costretto ai lavori forzati nella remota provincia dello Jiangxi. Ha poi sofferto di un forte esaurimento e in seguito si è suicidato.

Qian Jin, ha contribuito in modo fondamentale alle armi nucleari, missili e tecnologia satellitare della Cina, ma durante la Rivoluzione Culturale è stato preso di mira come controrivoluzionario. Uno slogan all’epoca diceva: “Quelli che conoscono l’inglese sono spie americane; quelli che conoscono il russo sono spie sovietiche”. Qian ha negato di essere una spia ma è stato picchiato a morte.

Dong Jianyi, nato a Shanghai, si è laureato in Medicina e Chirurgia ad Harvard. Nel 1952 dopo essere tornato a Shanghai, è diventato direttore del Dipartimento di urologia dell’ospedale Huimin. Ma nel 1957 è stato classificato come esponente di destra e inviato ai lavori forzati a Jiabiangou, nella provincia dello Shannxi. Sua moglie Gu Xiaoying (anche lei laureata in un’università americana), quando è andata a cercarlo in carcere, ha scoperto che il suo corpo era stato divorato e solo la testa era rimasta appesa allo scheletro.

Jiabiangou faceva parte del deserto del Gobi, nel nord-ovest della Cina, dove c’erano sempre forti venti e freddo estremo. Tuttavia, durante il movimento del Grande Balzo in Avanti, più di 3.000 intellettuali di destra sono stati inviati in quella regione per coltivare. Man mano che il cibo si esauriva, per nutrirsi mangiavano erba, ratti, lucertole e persino rifiuti umani, alcuni sono ricorsi al cannibalismo. Nel 1960 meno di 1.000 persone erano rimaste ancora vive.

Quello che è successo a Jiabiangou è stata solo una delle innumerevoli tragedie causate dal PCC in Cina. Alla fine, le pie aspettative sul PCC di innumerevoli intellettuali, hanno dovuto fare i conti con la dura realtà.

Tra questi intellettuali vi erano: Chen Yinke (uno degli storici più noti in Cina nel XX secolo), Ye Qisun (uno dei pionieri della fisica moderna cinese), Xie Jiarong (uno dei fondatori della Società Geologica della Cina), Chen Mengjia (poeta e archeologo), Ma Yinchu (economista), la coppia di Zeng Zhaolun (ex viceministro dell’Istruzione) e Yu Dayin (professoressa all’Università di Pechino), Wang Rongbin (sviluppatore chiave del sottomarino cinese di prima generazione), Feng Zikai (pittore), Xiao Guangyan (petrolchimico), la coppia di Fu Lei (traduttore) e Zhu Meifu, Yu Guangyu (esperto aerospaziale), e Zhan Antai (studioso).

La classe sociale dell’élite comunista

L’ex alto funzionario Wang Zhen, per controllare ulteriormente la politica e l’economia della Cina, ha proposto di coinvolgere nella politica uno dei figli di ogni alto funzionario del PCC e un altro negli affari delle imprese. Quando ai normali cittadini era consentito avere un solo figlio, ai funzionari di alto livello era consentito averne due. Con questa impostazione, i figli dei funzionari del PCC hanno potuto utilizzare i loro legami politici a vantaggio delle loro imprese. Di conseguenza, negli anni ‘80 questi ‘principini’ hanno accumulato grandi fortune. Un decennio più tardi, temendo che l’alta visibilità di questi beni potesse diffamare l’immagine ‘gloriosa’ del Partito, i funzionari di alto livello sono stati incoraggiati a far trasferire i loro figli oltreoceano.

Nel 2011, secondo un rapporto di Radio Free Asia, circa il 74,5% dei figli di funzionari del PCC a livello ministeriale o superiore (compresi quelli che erano andati in pensione), avevano ottenuto la residenza permanente o la cittadinanza statunitense; per i nipoti dei funzionari questa percentuale era ancora più alta, fino al 91%.

Da un’altra indagine è emerso anche che il 91% del Comitato Centrale del PCC aveva familiari immigrati all’estero. Anche per l’agenzia di revisione contabile, l’88% dei membri della Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare aveva familiari immigrati all’estero. Ad esempio: Jiang Zhicheng (nipote dell’ex leader del PCC Jiang Zemin), Chen Yuan (figlio di Chen Yun), Liu Chaoying (figlia di Liu Huaqing) e figlia di Yuan Mu sono noti per essere diventati cittadini statunitensi. Bo Guagua (figlio di Bo Xilai) e la nipote di Wu Guanzheng hanno ottenuto la residenza permanente negli Stati Uniti. Zeng Wei (figlio di Zeng Qinghong) è residente in Australia.

Nel 2014 secondo l’indagine di un funzionario anti-corruzione, è emerso che negli ultimi 30 anni, più di 4,2 milioni di funzionari si sono resi colpevoli di corruzione. Circa 10.000 di questi funzionari corrotti sono fuggiti all’estero e circa 7.000 sono nascosti negli Stati Uniti. Altre fonti hanno indicato che i 10.000 funzionari avevano trasferito all’estero almeno un trilione di yuan (149 miliardi di dollari).

Un’altro rapporto ha rilevato che 3.220 persone in Cina hanno beni per un valore di oltre 100 milioni di yuan (esclusi i beni all’estero). Tra questi, 2.932 (il 91%) sono discendenti di alti funzionari del PCC e la loro fortuna è arrivata a 2 trilioni di yuan (299 miliardi di dollari).

Wikileaks ha anche rivelato che i funzionari del PCC hanno circa 5.000 conti in banche svizzere e che due terzi di loro sono funzionari centrali a livello del PCC. Dal vice premier, ai presidenti di banca e ministri, a membri del Comitato centrale, quasi tutti hanno un conto svizzero.

Un utente delle rete, ha descritto la natura multiforme dei funzionari del PCC:

Leggono il Manifesto Comunista proveniente dalla Germania.

Cantano L’Internazionale proveniente dalla Francia.

Giurano fedeltà alla bandiera con falce e martello proveniente dall’Unione Sovietica

Possiedono un conto bancario in Svizzera.

Possiedono la residenza permanente negli Stati Uniti, Canada o Australia,

mentre dicono risolutamente ai normali cittadini cinesi: “Non prenderemo mai in considerazione il sistema occidentale!”

Meno rifugi sicuri

I funzionari cinesi hanno cercato la cittadinanza dell’UE investendo in alcuni programmi come quello del “passaporto d’oro” di Cipro. Chiunque avesse investito 2,5 milioni di euro sarebbe diventato cittadino di Cipro e tale passaporto avrebbe funzionato in tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea. Da quando nel 2013 è stato lanciato il programma, i documenti hanno dimostrato che quasi 500 cinesi hanno ottenuto il passaporto cipriota in questo modo.

Nel 2019 a causa dell’inasprimento delle norme della Commissione Europea, Cipro ha revocato 26 passaporti di questo tipo, tra cui quelli di alcuni titolari di passaporto nati in Cina. Nell’ottobre 2020, Cipro ha annunciato che avrebbe interrotto dal 1° novembre il programma “passaporto d’oro”, impedendo così ai funzionari del PCC di abusarne.

Allo stesso modo, anche gli Stati Uniti hanno rivisto le loro politiche di immigrazione relative alla Cina. Una delle ragioni è stata la preoccupazione per lo spionaggio e il furto di proprietà intellettuale. Le statistiche hanno dimostrato che negli ultimi 7 anni, il 90% dei casi di spionaggio economico e anche due terzi dei casi di spionaggio intellettuale erano legati alla Cina. Il direttore dell’FBI, Christopher Wray, ha recentemente testimoniato che gli Stati Uniti archiviano un nuovo caso di spionaggio legato alla Cina, ogni 10 ore circa.

Per arginare le infiltrazioni del PCC, il 1° settembre 2020 il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha annunciato che tutti gli Istituti Confucio presenti negli Stati Uniti sarebbero stati chiusi entro la fine di quest’anno. Anche l’Ufficio di Cittadinanza e Servizi per l’Immigrazione degli Stati Uniti, ha annunciato il 2 ottobre l’aggiornamento della sua linea di condotta per far rispettare l’inammissibilità negli USA: “sulla base dell’appartenenza o dell’affiliazione al partito comunista o a qualsiasi altro partito totalitario”.