(Minghui.org) Il 25 ottobre scorso una donna di settant’anni è stata processata per aver parlato alla gente della sua fede nel Falun Gong. Prima dell'udienza il procuratore ha cambiato la descrizione del caso nell'atto d'accusa dopo che l'avvocato della difesa ha sottolineato la violazione della legge da parte del testimone.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica pratica spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La mattina del 13 maggio Liao Shulan, residente a Chongqing, è uscita ed è stata seguita da Wang, un membro dello staff del comitato residenziale. Dopo che l’ha vista parlare con una persona del Falun Gong e dargli anche un libretto, si è precipitata verso di lei afferrandole il braccio e l'ha denunciata alla polizia.

La donna è stata portata alla stazione di polizia di Duzhou. Verso le 18:00 gli agenti hanno saccheggiato la sua casa e confiscato i libri del Falun Gong con il materiale correlato. Hanno messo la donna agli arresti domiciliari per rilasciarla poi verso le 21:00.

In seguito la polizia ha sottoposto il caso alla Procura distrettuale di Changshou che lo ha trasferito a quella di Jiangbei, noto procuratore designato per gestire tutti i casi del Falun Gong nella regione.

Dopo aver esaminato il documento del caso, l'avvocato di Liao ha sostenuto una illegalità da parte del membro del comitato residenziale nel controllare il suo cliente. In risposta, il procuratore ha cambiato le informazioni su Wang nell'atto d'accusa specificando di aver visto Liao, per coincidenza, distribuire per strada materiale del Falun Gong.

Il 25 ottobre è comparsa davanti al tribunale e poiché il suo avvocato ha presentato la dichiarazione di non colpevolezza è ora in attesa del verdetto a casa.

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