(Minghui.org) Un articolo del quotidiano israeliano Haaretz del 2 dicembre scorso intitolato "I file XXX della Cina: venticinquemila persone scompaiono ogni anno, i loro organi vengono prelevati" ha rivelato una testimonianza scioccante di una praticante del Falun Gong in Cina che è quasi stata uccisa per i suoi organi.

Liu Huiqiong, una praticante del Falun Gong di Pechino ai tempi ventinovenne, venne arrestata nel 2001 per la sua fede e condotta in un campo di lavoro forzato a Pechino. Le guardie la interrogarono e la picchiarono. Uno di loro le disse: «Rimuoverò i tuoi organi e brucerò ciò che resta del tuo corpo».

Quando le guardie la portarono in ospedale per un esame fisico, dissero al medico che aveva un problema cardiaco, ma questi rispose che il suo cuore era sano. Chiese al medico se le avrebbero rimosso il cuore e lui rispose: «Sarà deciso da qualcuno ad un livello superiore».

In seguito Liu iniziò uno sciopero della fame. Otto giorni dopo pesava 40 chilied il dottore decise che i suoi organi non erano più “buoni”.

La donna ha anche detto ad Haaretz di essere stata sottoposta a esami del sangue, misurazione della pressione sanguigna, raggi X ed ECG durante la sua incarcerazione. «A volte ci portavano in ospedale, altre volte un grande veicolo pieno di attrezzature mediche veniva al campo ed al suo interno venivano effettuati i controlli».

«A ciascuno di noi venne assegnato un numero con il quale i medici avrebbero seguito la nostra situazione. I medici conoscevano solo i numeri, non i nostri nomi. A volte chiedevano un numero specifico da portare in ospedale. Quelle persone non tornarono mai più» disse.

Un'altra prova rivelata da Liu era un modulo fabbricato per coprire le atrocità del prelievo di organi. Ha detto che, prima di essere portata in ospedale dopo il suo primo arresto, le guardie le diedero un modulo con una copia delle sue impronte digitali già apposte su di esso e le dissero di firmare senza permetterle di leggere il contenuto. La donna diede una rapida occhiata e notò che il modulo era già stato compilato, ma il nome e l'indirizzo non erano suoi, appartenevano a qualcun altro che lei non conosceva. Sebbene abbia resistito, le guardie l'hanno comunque costretta a firmarlo. Più tardi, un'altra donna che era stata arrestata con lei le ha detto che si trattava di un modulo di consenso per donare i suoi organi in caso di morte.

Ethan Gutmann, un investigatore indipendente, ha detto ad Haaretz: «Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha sperimentato per la prima volta il prelievo di organi da criminali del braccio della morte sul terreno delle esecuzioni dello Xinjiang già nel 1994. Nel 1997, i chirurghi estraevano fegato e reni da prigionieri politici e religiosi uiguri per quadri di alto rango del PCC (professionisti a tempo pieno dediti agli obiettivi del partito) su piccola scala, ma ciò ha stabilito un precedente».

Ha aggiunto che l’inizio della persecuzione del Falun Gong nel 1999 ha portato ad un exploit nell'attività di trapianto in Cina.

Nel suo libro The Slaughter: Mass Killings, Organ Harvesting and China's Secret Solution to Its Dissident Problem (Il Massacro: Uccisioni di massa, raccolta di organi e la soluzione segreta della Cina al problema dei dissidenti), Gutmann ha sottolineato che il prelievo di organi da dissidenti viventi non consenzienti avviene su una scala che va da 60.000 a 100.000 trapianti all'anno. Ha aggiunto che «Pechino non ha intenzione di smantellare la sua vasta infrastruttura per i trapianti».

Anche un tribunale internazionale con sede a Londra ha condannato le atrocità del prelievo forzato di organi in un rapporto pubblicato lo scorso anno, in cui si afferma che tale pratica contro vittime innocenti è un "crimine contro l'umanità" ed una delle "peggiori atrocità commesse" al mondo nei tempi moderni.