(Minghui.org) Nel luglio 2020, la città di Taichung, a Taiwan, ha sostituito le telecamere di sorveglianza nei passaggi sotterranei dopo che alcuni residenti hanno notato essere costruite in Cina. Le telecamere sono state prodotte da Hikvision, un’azienda statale cinese che fornisce apparecchiature di videosorveglianza per usi civili e militari. La società è soggetta a sanzioni dal governo statunitense per il suo coinvolgimento nelle violazioni dei diritti umani degli uiguri nello Xinjiang.

La preoccupazione di Taiwan non era infondata. La Cina ha promosso attivamente la sua tecnologia di sorveglianza digitale utilizzando le telecamere fornite da Hikvision nei “Paesi in via di sviluppo” con progetti come smart city e “Via della seta digitale”. Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha utilizzato questa tecnologia sia come mezzo per rafforzare il controllo come governo autoritario e minare la libertà dei propri cittadini, sia nella vita reale sia su Internet.

Secondo l’ultimo rapporto Freedom on the Net della Freedom House, la Cina negli ultimi 6 anni consecutivi è stata classificata il peggior Paese al mondo per l’utilizzo smodato di Internet come strumento di controllo della libertà. Nonostante la pandemia, nell’ultimo anno, il governo cinese ha intensificato i controlli su Internet e la sorveglianza sistematica. Nel rapporto si legge: “Sono emerse nuove prove riguardo ad aziende tecnologiche cinesi che aiutano sistematicamente la sorveglianza del governo”.

Dalla banca dati dell’azienda tecnologia informatica cinese Zhenhua Data Information Technology, recentemente sono trapelate delle informazioni su almeno 2,4 milioni di persone in tutto il mondo, praticamente in ogni Paese: ci sono politici, membri delle famiglie reali, celebrità, personalità militari, ecc. Si ritiene che le informazioni siano raccolte per le agenzie militari e di spionaggio cinesi.

L’esistenza di una tale banca dati non sorprende chi conosce le tattiche comuniste. Matt Pottinger, vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato: “La raccolta di informazioni e la creazione di fascicoli è sempre stata una caratteristica dei regimi leninisti. Adesso come anche nel passato, il modo di utilizzare le informazioni viene usato per influenzare, intimidire, premiare e ricattare, adulare, umiliare, dividere e conquistare”.

La legge cinese sullo spionaggio impone a tutte le società nazionali di ottemperare alle richieste legali delle agenzie statali, cioè di consegnare i dati che hanno sui loro server e le aziende cinesi che operano al di fuori della Cina non fanno eccezione.

La società per la sicurezza informatica Palo Alto Networks, ha scoperto che Baidu Maps e Baidu Search Box, due applicazioni Android del grande motore di ricerca cinese Baidu, hanno raccolto informazioni sensibili dagli utenti senza che questi ne fossero a conoscenza, compromettendo così la loro sicurezza online. Google in seguito ai risultati, recentemente ha rimosso le due applicazioni.

Tencent, società proprietaria di WeChat, è anche il più grande produttore di videogiochi al mondo. Ha fatto investimenti fuori della Cina in 16 società di videogiochi tra cui Fortnite Studio e Riot Games. Alcuni analisti ritengono che le informazioni raccolte dai giocatori come: il nome utente, la geo localizzazione, le campionature audio e le informazioni bancarie, possano rappresentare una potenziale e maggiore minaccia alla sicurezza per il pubblico rispetto a quelle raccolte dagli utenti di WeChat. Anche i programmi aggiuntivi dei videogiochi possono essere utilizzati dalle agenzie di spionaggio del PCC per scaricare e caricare file dai computer degli utenti.

Inoltre, il PCC sta utilizzando le Nazioni Unite per ampliare il suo raggio d’azione di sorveglianza. Secondo i memorandum firmati dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite e dal governo cinese, la Cina istituirà un Centro Geospaziale Globale dell’ONU nella contea di Deqing, nella provincia di Zhejiang e un Centro di Ricerca Internazionale di Big Data a Hangzhou per facilitare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile.

Il 7 ottobre 2020, in un articolo pubblicato sul Wall Street Journal, intitolato: “China Uses the U.N. To Expand Its Surveillance Reach” (La Cina utilizza l’ONU per ampliare la sua capacità di sorveglianza), l’autrice Claudia Rosett ha scritto, “La promessa di Mr. Xi alle Nazioni Unite è che il centro geo spaziale e l’enorme mole dei dati più evoluti delle Nazioni Unite e della Cina, nel tempo consentiranno una mappatura dettagliata di ogni cosa in tutto il mondo, dalla topografia e infrastrutture ai comportamenti umani. La Cina per quanto la riguarda sta già acquisendo e in alcuni casi rubando informazioni in tutto il mondo. Tuttavia, per Pechino, il distintivo di legittimità dell’ONU semplificherebbe la memorizzazione dei flussi di informazione dagli Stati membri, condizionerebbe i requisiti e le norme dell’ONU per tale varietà di informazioni, ne influenzerebbe i risultati, li introdurrebbe nel sistema dell’ONU insieme all’iniziativa chiamata “Linguaggio cinese dell’opportunità comunista” instaurando di fatto la ‘tecno tirannia’ in tutto il mondo.”

Il senatore democratico Mark Warner, un ex dirigente delle telecomunicazioni, ha commentato su twitter: “I leader cinesi mirano a influenzare l’intero pacchetto di tecnologie di prossima generazione, compresi l’intelligenza artificiale (A.I.) e il riconoscimento facciale. I leader del Partito Comunista stanno sviluppando un modello di gestione tecnologica che dovrebbe farci preoccupare tutti”.

Per contrastare l’ambizione internazionale della Cina, il governo degli Stati Uniti sta guidando gli sforzi per affrontare la minaccia del PCC nel cyberspazio. Il 29 aprile 2020 il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha annunciato che il Dipartimento di Stato americano richiederà un “percorso pulito” (clean path) per tutto il traffico di rete 5G tra le strutture diplomatiche statunitensi e gli Stati Uniti. “Continueremo a fare tutto il possibile per mantenere i nostri dati critici e le reti al sicuro dal Partito Comunista Cinese”, ha dichiarato Pompeo.

Il 4 agosto 2020, Pompeo ha annunciato la diffusione dell’iniziativa “Percorso Pulito” (Clean Path) per una “Rete Pulita” (Clean Network) per garantire che i dati che viaggiano sulle reti 5G verso le strutture diplomatiche statunitensi all’estero e all’interno degli Stati Uniti siano sicuri secondo gli standard di fiducia digitale accettati a livello internazionale. Da novembre, hanno aderito all’iniziativa “Rete Pulita” 52 Paesi membri, che rappresentano i due terzi della produzione economica globale. Pompeo ha esortato alleati e partner sia nei governi che nei settori privati di tutto il mondo ad unirsi allo sforzo per proteggere i dati dal PCC.

La Commissione Europea, insieme agli stati membri dell’UE, ha rilasciato il 5G Cybersecurity Toolbox che definisce i criteri e fornisce misure chiare per evitare l’uso nella rete di fornitori “ad alto rischio”. Ventisette membri della NATO si sono impegnati ad essere “Paesi puliti” permettendo le loro reti 5G solo ai fornitori di fiducia. Durante una visita in 8 Paesi europei, il Sottosegretario di Stato americano, Keith Krach, ha affermato: “I Paesi e le aziende ora capiscono che la questione centrale non è la tecnologia, ma la fiducia”.