(Minghui.org) Da agosto le autorità della città di Lanzhou, provincia del Gansu, tormentano l'ottantenne Li Guiluan per la sua fede nel Falun Gong, una pratica spirituale perseguitata in Cina.

La polizia locale, i funzionari governativi ed il personale del comitato di strada sono ricorsi a vari mezzi per molestare la signora Li. Per un certo periodo, infatti, si sono seduti fuori da casa sua per intimidire lei e i suoi ospiti, interrogando e fotografando chiunque andasse a farle visita.

Successivamente hanno fatto irruzione nell’abitazione della donna mettendola a soqquadro. Sono persino andati a Shanghai per minacciare le sue due figlie e le loro famiglie. Alla fine la polizia l'ha aggredita e arrestata cercando di costringerla a rinunciare al suo credo. In seguito, La donna è andata a vivere con suo figlio, anche lui praticante del Falun Gong, ma le autorità nel tentativo di prenderla di mira, hanno incominciato a molestare anchelui .

Molestie e lavaggio del cervello

Li, ha lavorato presso l'Istituto di ricerca sul controllo di volo di Lanzhou prima di andare in pensione quasi vent’anni fa. Ha vissuto con le figlie a Shanghai negli ultimi dieci anni, ma all'inizio di quest'anno è ritornata nella città natale.

Dallo scorso agosto, i funzionari del distretto di Anning e gli agenti della stazione di polizia di Yintanlu l'hanno costantemente tormentata. A turno si sono seduti fuori da casa sua per intimidirla, interrogarla e fotografare i suoi visitatori.

Per spingerla ulteriormente a firmare una dichiarazione di rinuncia alla sua fede nel Falun Gong, le autorità si sono recate a Shanghai per intimidire le sue figlie e le loro famiglie.

La polizia ha fatto irruzione nell’abitazione di Li confiscandole i suoi beni. L'hanno portata nell'edificio del comitato locale e costretta ad ascoltare le registrazioni e a guardare i video che calunniano il Falun Gong. Le hanno dato un pugno in testa e l'hanno buttata a terra. Un'infermiera è stata chiamata perché la donna si è sentita male. Presentava una pressione sanguigna troppo alta con delle irregolarità cardiache. Senza offrirle alcun aiuto, l’hanno portata in un tempio ed hanno detto ai monaci di continuare a farle il lavaggio del cervello.

Per allontanarsi dalle autorità, è andata a vivere con suo figlio, Zhou Wei, anche lui praticante del Falun Gong, il quale è appena uscito di prigione (il 18 settembre scorso) dopo aver scontato quattro anni per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede.

Il giorno dopo le autorità si sono recate a casa del figlio per vedere se la madre fosse lì. Un'agente non è riuscita a trovarla, così ha scattato una foto al figlio. Circa venti minuti dopo che l'agente se ne era andato, Zhou è uscito dal suo appartamento, ma gli agenti lo stavano però aspettando fuori e lo hanno circondato chiedendogli dove fosse sua madre. Due di loro sono entrati in casa e trovandola hanno sostenuto di essere lì solo per vedere come stesse.

Qualche giorno dopo, due capi della polizia sono tornati a casa di Zhou. L’uomo ha detto loro che sua madre era partita per Shanghai. La polizia a questo punto gli disse di avere l’intenzione di trasformare la sua casa in un centro di lavaggio del cervello per "rieducare" la madre.

Dopo aver trovato le informazioni sul volo della madre, le autorità sono andate a Shanghai per molestare le figlie.

Resoconto della signora Li

Di seguito è riportato il resoconto di Li sulle recenti molestie subite.

***

Negli ultimi dieci anni ho vissuto con le mie due figlie a Shanghai. Sono tornata nel distretto di Anning a Lanzhou nell’agosto di quest’anno, un mese prima del rilascio di mio figlio Zhou Wei, imprigionato per quattro anni perché si è rifiutato di rinunciare alla pratica del Falun Gong. Il suo rilascio era previsto il 18 settembre.

Non appena sono tornata a Lanzhou, le autorità locali mi hanno trovata ed hanno iniziato a tormentarmi. Si sono persino recati a Shanghai a molestare le mie due figlie, i loro mariti e i loro figli. Gli agenti volevano che firmassero una dichiarazione a mio nome di rinuncia al Falun Gong, ma la mia famiglia ha rifiutato.

Quando gli agenti hanno chiamato una delle mie figlie al lavoro, lei ha risposto: «Lavoro in una società americana. Se venite qui, tanto vale che vi esponga alla comunità internazionale». Hanno minacciato i miei nipoti, dicendo loro che, poiché praticavo il Falun Gong, la loro scuola avrebbe potuto espellerli.

Il 4 settembre, si sono seduti davanti a casa mia dalle 8:00 del mattino alle 22:00. Bussavano spesso alla porta e facevano forti rumori. Lo stesso giorno mi hanno tolto la corrente elettrica. Ho dovuto restare con mia nuora. Dopo avermi tolto nuovamente la corrente elettrica il 6 settembre, hanno cercato di costringermi a firmare una dichiarazione e mi hanno messo a soqquadro la casa dicendo: «Il governo proibisce il Falun Gong. Una volta firmata, andrà tutto bene».

Hanno fatto smontare la mia serratura da un fabbro e sono riusciti ad aprire la porta dopo che il 21 settembre mi ero rifiutata di farli entrare. Mi hanno messo sottosopra la casa e mi hanno confiscato le mie cose. Hanno detto che mi avrebbero restituito i miei oggetti di valore dopo averli "esaminati", ma non l'hanno mai fatto. Un funzionario mi ha preso le chiavi prima di portarmi alla stazione di polizia di Yintanlu per interrogarmi.

Il giorno dopo, la polizia mi ha trasferita alla stazione di polizia di Liujiabao e mi ha costretta a guardare dei video che calunniano il Falun Gong. Ho chiuso gli occhi. La polizia mi ha poi portato in un ufficio e mi ha detto che quel giorno avrei dovuto firmare le dichiarazioni di rinuncia . Hanno allora cominciato a maledire il Falun Gong, il Maestro Li e i miei antenati. Due giovani mi hanno afferrato le mani e mi hanno preso le impronte digitali. Una donna ha firmato il mio nome sui documenti e mi ha detto che il giorno dopo sarebbe stata chiamata la segretaria della commissione politica e legale locale per convalidare la firma. Non ci sono andata.

Il 12 ottobre, la polizia mi ha aspettato fuori e mi ha arrestata non appena ho lasciato l'appartamento. Volevano ancora che convalidassi i documenti che avevano firmato dopo avermi messo in un ufficio della comunità. Hanno fatto un video che calunnia il Falun Gong, hanno alzato il volume, mi hanno aperto gli occhi e mi hanno gridato di guardare. Mi hanno pizzicata e maledetta ripetutamente.

Dalle 7:30 del mattino alle 15:00 del pomeriggio sono dovuta stare seduta immobile su un piccolo sgabello. Ad un certo punto, un grosso uomo mi ha dato un pugno in testa così forte che sono caduta. Qualcuno è venuto a controllare i miei segni vitali notando una presenza di ipertensione e problemi cardiaci.

Il 15 ottobre, due giovani donne sono andate a casa di mio figlio dicendo di eseguire un censimento e quindi sapere se vivevo lì. Il giorno dopo è venuto un'agente della stazione di polizia di Jianlanlu ed ha detto che mio figlio doveva farsi fotografare una volta al mese. Quando si è rifiutato, lui lo ha intimidito e gli ha fatto una foto.

Venti minuti dopo, mio figlio è uscito di casa ed è stato immediatamente circondato da sette agenti. Uno di loro era l'agente che gli aveva scattato la foto. Volevano sapere se ero nel suo appartamento. Mio figlio ha risposto: «Non pensate nemmeno di prenderla. È una donna di ottant’anni».

Quattro giorni dopo, tre persone sono tornate ed hanno chiesto di vedermi. Quando mio figlio ha detto che ero tornata a Shanghai, lo hanno accusato di non aver riferito le informazioni. «Che crimine ha commesso?», ha chiesto mio figlio. Hanno risposto: «Vogliamo fare una foto a tua madre ogni due settimane e rieducarla a casa tua».

Credendo che mia nuora mi avesse ripreso con sé, hanno iniziato a indagare anche su di lei.

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